Sayfadaki görseller
PDF
ePub
[ocr errors][merged small][merged small]

Gli Studi di filologia romanza escono a liberi intervalli, per fascicoli ognuno dei quali si vede anche separatamente dagli altri.

Per tutto io che concerne la compilazione e per l'invio di manoscritti darabjad altre stampe l'indirizzo è al Prof. E. Monaci, Roma, Piazza Capranica, 95 o al Prof. C. de Lollis, Genova, R. Università.

Per tutto ciò che si riferisce alla amministrazione l'indirizzo è alla Casa editrice Ermanno Loescher di Torino.

INDICE DEI FASCICOLI PUBBLICATI :

Fasc. 1°, 1884, in-8°, di pp. 192.

[ocr errors]

"

2°, 1884, in-8°, di pp. 193-334
3o, 1885, in-8°, di pp. 335-452
4o, 1887, in-8°, di pp. 95

5°, 1887, in-8°, di pp. 96-368
6o, 1887, in-8°, di pp. 369-515
7°, 1886, in-8°, di pp. 104

8°, 1889, in-8°, di pp. 105-442.

9°, 1891, in-8°, di pp. xxxII, 443-722

10°, 1888, in-8°, di pp. 234

11°, 1889, in-8°, di pp. 235-503

12°, 1889, in-8°, di pp. 192
». 13o, 1890, in-8°, di pp. 193-340.

14°, 1891, in-8°, di pp. 341-568-
15, 1891, in-8°, di pp. 159
16°, 1893, in-8°, di pp. 160-448.
17°, 1893, in-8°, di pp. 449-597.
18°, 1894, in-8°, di pp. 98
19°, 1896, in-8°, di pp. 99-248.
20°, 1899, in-8°, di pp. 249-451
21°, 1899, in-8°, di pp. 172
22°, 1900, in-8°, di pp. 173-420.
23°, 1901, in-8°, di pp. 421-636.
24°, 1901, in-8°, di pp. 180

[merged small][merged small][subsumed][merged small][ocr errors][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small]

CARMINA DE MENSIBUS

DI BONVESIN DA LA RIVA

INTRODUZIONE

CENNI SULLE RAPPRESENTAZIONI E I CONTRASTI DELLE STAGIONI E DEI MESI NELLE ARTI FIGURATIVE E NELLA POESIA. Antichissimo è l'uso dei simboli delle Stagioni nei monumenti. Tali simboli sono già abbastanza frequenti nell'arte greca, e più frequenti diventano in quella romana dell'età imperiale e dei primi tempi del Cristianesimo; cessano poi forse del tutto per alcuni secoli a cominciare dalla fine del quinto o dal principio del sesto, ma ritornano a comSparire di nuovo nel duodecimo, se non già nell'undecimo; Se da allora in avanti, più o meno rari, o più o meno spessi, continuano fino ai nostri giorni 1).

13 JUN 192" STECHER

[ocr errors]

1) Per le rappresentazioni delle Stagioni nell'antichità si veda: ROSCHER, Ausführliches Lexicon d. griech, u, röm. Mythol., II, 2723 sgg. e DAREMBERG et SAGLIO, Dictionnaire des antiquités grecques et romaines, V, 249 sgg.; per l'epoca cristiana: MARTIGNY, Dictionnaire des antiquités chrétiennes, p. 86 sgg.; Le C.TE DE GRIMOUARD DE SAINT LAURENT, Guide de l'Art chrétien, Paris-Poitiers, 1873, t. III, 496-99; A. PeratĖ, L'Archéologie chrétienne, Paris, 1892, p. 60 sg. Assai ben fatto è il capitolo sulle Stagioni nell'egregia opera del PIPER, Mythologie u. Studi di filologia romanza, IX.

1

195919

Molto più numerose di quelle delle Stagioni sono le rappresentanze dei Mesi. Contentandoci di accennare appena alle immagini delle divinità egizie dei medesimi dipinte sulle pareti dell'antichissimo Ramesseo di Tebe e più tardi nei tempj di Edfu e Denderah, rammenteremo che il più antico calendario figurato finora conosciuto è un fregio marmoreo greco della fine del secondo o del principio del primo secolo avanti Cristo, murato sulla facciata della chiesa metropolitana Panagia Gorgopiko di Atene. In esso sono riprodotte feste pubbliche speciali a ciascun mese, il quale è inoltre anche meglio indicato dal segno dello zodiaco che gli corrisponde 1). Per trovare qualche altra rappresentanza dei Mesi conviene poi discendere al quarto secolo dell'êra nostra, e in esso nessuna si può dire con sicurezza più antica del Calendario di Filocalo del 354, le cui figure furono tutte quante pubblicate con ampio corredo di illustrazioni da J. Strzygowski nel 1888 2). Qui ci stanno

Symbolik d. christl. Kunst, II (Weimar, 1851), 313-46, capitolo a cui anche oggigiorno poco manca per essere compiuto. In esso, come l'autore suol fare quasi per ognuno degli argomenti da lui trattati, le Stagioni sono distintamente studiate nell'antichità pagana, in quella cristiana, nel medio evo e nell'età moderna. Buono è anche l'articolo sull'iconografia delle Stagioni nel LAROUSSE, Grand Diction naire universel du XIXe siècle, contenente per l'età moderna notizie e ragguagli che non si trovano altrove raccolti. M. HERON DE VILLEFOSSE ha dedicato uno studio compiuto ai mosaici rappresentanti le Stagioni nella Gazette archéologique del 1879, come apprendo da E. MüNTZ, Études iconographiques et archéologiques sur le moyen âge, Paris, Leroux, 1887, p. 27 n. Uno scritto, che non aggiunge nè pretende aggiungere molto di nuovo a ciò che già si sapeva, ma fatto con assai garbo e senso d'arte, è quello di A. VENTURI, La Primavera nelle arti rappresentative (Nuova Antol., fasc. del 1° maggio 1892, pp. 39-50).

1) Cfr. DAREMBERG e SAGLIO, op. cit., alla voce Calendrier, t. I, 1909-10. 2) Die Calenderbilder des Chronographen vom Jahre 354. Mit 30 Tafeln.

innanzi i Mesi in forma di persone, con intorno alcuni oggetti e attributi, nell'atto di fare qualche cosa di caratteristico a ciascun d'essi. Filocalo naturalmente non inventò egli queste figure ma riprodusse quelle che erano comuni al suo tempo, e altri ha già mostrato, con argomenti che non fa mestieri qui riferire, che le medesime probabilmente usavano già nel primo secolo dopo Cristo, se non più addietro. Dal quarto al principio del nono non ci sono note altre rappresentazioni dei Mesi, se non sia forse da fare eccezione per quella scoperta dal Renan in un pavimento di una chiesa a Kabr-Hiram in Siria, che potrebbe anche appartenere al sesto secolo 1).

Ciò per altro non vuol dire che non sieno continuate anche nei secoli frammezzo. Appartengono ad essi infatti alcune brevi poesie latine e greche 2), che manifestamente dovevano servire a spiegarle e ci aiutano anche a comprendere come andassero modificandosi. Qualcuna di siffatte poesie continuò a comporsi nel secolo nono 3); nel quale poi fu copiato almeno due volte il Calendario di Filocalo 4), e dei

Berlin, Reimer, 1888 (Jahrbuch des k. d. Archäologischen Instituts, Ergänzungsheft, I). Delle altre tre rappresentazioni dello stesso secolo, due si trovavano in pavimenti scoperti a Cartagine, una in un mosaico scoperto a Roma; ma di esse non ci sono pervenuti che frammenti; di due anzi un mese soltanto, quello di Maggio.

1) Cfr. DURAND, Mosaïque de Sour, nelle Annales archéologiques, a. 1863, p. 278 sgg. e a. 1864, p. 207 sg.

2) Tali i testi latini ni 4, 5, 13 e forse anche qualche altro della nostra Appendice, Parte II, e nella medesima anche i testi greci ni 2 e 3, se pure quest'ultimi non sono del secolo nono.

3) P. es. il testo latino n. 8 della Parte II della nostra Appendice, e probabilmente anche qualche altro.

*) Al secolo nono risalgono i due archetipi dei codici che si conservano del Cronografo del 354, di cui fa parte il Calendario. Del

primi anni del quale ci sono pervenute due rappresentazioni figurate 1). E queste non dovevano allora essere rare, se nei libri Carolini scritti verso la fine del secolo ottavo si biasima, come poco conforme alla religione, l'uso che se ne fa 2); uso che non deve essersi interrotto neppure nel secolo decimo, poiché nel Calendario francese di S. Mesmin conservato nella Vaticana, e composto intorno al mille, vediamo già compiuta la trasformazione medievale degli antichi tipi dei Mesi in quegli altri che rimasero poi immutati per tanto tempo e rispecchiano la vita e le occupazioni caratteristiche del colono in ciascun mese.

l'opera ritesse la storia esterna lo STRZYGOWSKI nelle prime pagine della Memoria indietro citata Die Calenderbilder ecc., richiamandosi al MOMMSEN, Ueber den Chronographen vom J. 354 (Abhandl. d. phil. hist. Cl. d. kön, sächs. Gesellschaft d. Wissenschaften, vol. I, 547-668, Lipsia, 1850), il quale ivi pubblicò tutta l'opera secondo il codice viennese, tranne i Fasti Furii Dionisii Filocali da lui editi più tardi, senza le immagini dei Mesi, e illustrati nel Corpus Inscr. Lat., vol. I [1863] 332 sgg. Qui possiamo aggiungere che i Fasti furono da lui ripubblicati nella seconda edizione (a. 1893) del primo volume del Corpus (Pars prior, p. 254 sgg.), lasciando da parte alcune delle illustrazioni della prima edizione, e il Cronografo fu anch'esso da lui ripubblicato nel volume Chronica minora saec. IV, V, VI, VII, Berlino, 1891 (nei Monum. Germaniae hist.).

1) Una è contenuta nel cod. Vat. greco 1291 e, secondo la descrizione mandatagliene da A. Riegl, fu esaminata dallo STRZYGOWSKI, Eine trapezuntische Bilderhandschrift vom Jahre 1346 (Repertorium f. Kunstwissenschaft, XIII [1890], 241-63), pp. 261-62; l'altra è quella edita di recente da A. Chroust (vedi la nostra Appendice, Parte II, Testi latini, n. 8), della quale si fa ora qui per la prima volta menzione in un discorso sulla storia delle rappresentazioni figurate dei Mesi.

2) Lib. de imag. III, 23: Nonne divinis scripturis eos contraire haud dubium est, cum mensibus singulis pro qualitate temporum quid unusquisque deferat, quibusdam nudas quibusdam etiam indutas diversis vestibus figuras dant?,.

« ÖncekiDevam »