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sempre col Reverendissimo si ragionava. L'entrata sua ordinaria era di 150,000 ducati, oltra li molti doni che Sua Signoria Reverendissima aveva e dagli isolani e da' Principi stranieri, e spezialmente da Francia, con cui teneva strettissima amicizia. La Corte sua era bellissima, non solamente eguale ma superiore di gran lunga a quella di S. M. Spendeva l'entrate tutte; era superbissimo, e voleva esser non onorato e reverito da principe, ma adorato come Iddio. Nella pace ultimamente fatta con Francia, gli oratori francesi, di consiglio suo, soffiorno nell'orecchio a S. M. qualmente egli viveva in peccato mortale, e contro la Religione Cristiana tenendo la moglie, che fu del fratello; alle quali parole il Re dato di piglio, andò discorrendo tra sè cose assai, le quali volle conferire poi col Cardinale; il quale avendo trattato di dargli la sorella del Cristianissimo, adesso maritata al Re di Navarra, laudò molte le cose, e confermandogliele gli promise di fare tanto con Sua Santità che disfarebbe le nozze. E per non dormire troppo, scrisse a Roma; dove intesasi la richiesta, per la discordia che era tra Cesare e la Chiesa, S. S. mandò il Reverendissimo Campeggio con estrema autorità papale, il quale insieme col Cardinale Eboracense unito o solo potesse dare difinitiva sentenza. Avendo il Reverendissimo più volte udito in pubblico gli avvocati delle parti regali, che personalmente si ritrovavano alla disputa, la sentenza si prolongò tanto, che successe la pace tra Cesare e Sua Beatitudine, per la quale raffreddatosi il Nostro Padre Santo, rimosse il Reverendiss. Campeggio; e l'Eboracense vedendo che, seguito il giudicio a favore di S. M., avrebbe il Re voluto sposare Madama Anna sua favorita, nipote del Duca di Norfolk, il quale insieme col Conte di lei padre gli avrebbono tolto il maneggio dalle mani, si trasse ancora lui dal primo suo proponimento, dando parole a S. M. sino a che sopraggiunsero le bolle della sospensione da Roma, talmente che il tutto restò im

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RELAZIONE D'INGHILTERRA DI LODOVICO FALIER

perfetto. Ritrovandosi il Re schernito in questo modo, tutto sdegnoso si volse a perseguitare l'Eboracense, e spogliatolo del governo, lo rilegò nel suo arcivescovato di York. Da così alto caduto il Cardinale, e vedendosi ridotto a tanta bassezza, cominciò a macchinar contro la Corona con Sua Santità, per la qual cosa fu condannato alla Torre in perpetua prigionia; alla quale essendo condotto, da estremo cordoglio soprappreso, ritrovandosi da tutti derelitto, in viaggio mori miseramente.

Altro non mi resta se non ringraziare Vostra Serenità e questo gloriosissimo Senato della grata sua audienza quanto più posso, e inchinevolmente pregarlo e supplicarlo a volersi servire della persona mia nata a questo fine, che altro non desidero se non spendere la roba ed il sangue tutto in servizio della mia Repubblica, che Iddio sempre la conservi ed agumenti. Ho detto.

RELAZIONE

D'INGHILTERRA

DI

GIACOMO SORANZO,

TORNATO AMBASCIATORE DA QUELLA CORTE

IL 19 AGOSTO 1554 (1).

(1) Dalla ricca e pregevole collezione di MSS. di proprietà dell' Illustris

simo signor Cavaliere Lazzari-Wcovich in Venezia.

AVVERTIMENTO

La presente Relazione, nelle copie che se ne hanno MSS., porta la data del 1557. Ma l'errore risulta manifesto da varj luoghi della medesima, e da due principalmente; il primo de'quali è quello ove l'Oratore determina gli anni della regina Maria con queste parole: Nacque essa alli 18 di Febbrajo del 1515 ab incarnatione (cioè 1516), così che jeri finì trentotto anni e sei mesi; lo che ci conduce appunto al 1554. Il secondo è quello dove tocca della morte di Edoardo VI, accaduta l'anno passato, essendochè Edoardo mancasse di vita il 6 Luglio del 1553.

L'anno poi nel quale il Soranzo andette a quella legazione fu il 1551, come egli medesimo dice parlando di una epidemia, che infierl in Inghilterra nel primo anno della mia legazione, che fu nel 1551.

La precisa durata in fine della legazione, che è ad un tempo riconferma del sopradetto, si ha pure dallo stesso Oratore là dove dice, nel bel principio della Relazione, di essere stato ambasciatore alla Corte d'Inghilterra per lo spazio di mesi 34.

Il Soranzo succedette a Daniel Barbaro nel 1551, e fu succeduto nel 1554 da Giovanni Micheli, onde la presente Relazione sta, per ordine di tempo, fra quelle dei due sunnominati e le collega, e non è meno copiosa ed instruttiva delle medesime, che pure han nome di essere fra le più importanti, che finora abbiano veduto la luce in questa collezione.

A richiamare l'attenzione del lettore su questo documento basti avvertire, che durante il periodo che esso abbraccia, si consumarono i due gravi avvenimenti della successione della cattolica Maria al protestante Edoardo VI, e del di lei maritaggio col Principe di Spagna, che fu più tardi il re Filippo II.

Serenissimo

erenissimo Principe (1) ed Eccellentissimi Signori, il carico delli ambasciatori di Vostra Serenità pare che principalmente consista in tre cose: nell'eseguir diligentemente le commissioni mandategli, nel dar particolari e celeri avvisi delle cose che occorrono nelle corti dove fanno residenza, e nel riferire dopo il loro ritorno, in questo luogo, quello che hanno conosciuto ed inteso degno d'intelligenza a questo Eccellentissimo Senato. Onde io essendo stato per commissione di Vostra Serenità, e di Vostre Illustrissime Signorie, ambasciatore suo al serenissimo re Edoardo VI d'Inghilterra, e dopo la morte sua (2) alla serenissima regina Maria sua sorella, in tutto per lo spazio di mesi 34; e parendomi per quanto si sono estese le forze mie di aver soddisfatto alle due prime parti, di quelle non parlerò altramente, se non in quanto sarà necessario alla intelligenza delle presenti occorrenze. Ma devenendo alla terza, la dividerò in tre parti principali. Nella prima dirò delle qualità della serenissima Regina, e con quali difficoltà ella sia pervenuta alla corona, ed insieme parlerò delli suoi più prossimi di sangue. Nella seconda dirò delli suoi regni e delle forze di terra e di mare,

(1) Lorenzo Priuli doge.

(2) Accaduta il 6 Luglio 1553.

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