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S. M. in buono stato, il numero dei quali per tutto il regno è grandissimo, ducati.

10,000;

Per spese dell'arsenale, computando polvere, artiglierie ed altre cose necessarie, ducati .

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20,000;

Per le spese di navi armate, le quali un anno per l'altro si tengono fuori per guardia delle mercanzie contra corsari, al che S. M. è obbligata riscuotendo da' mercanti per questo effetto un dazio, ducati

che sommano in tutto ducati 828,000 (1).

. 100,000;

Essendo adunque le entrate circa un milion d'oro e la spesa 830,000, resteriano in avanzo a S. M. ducati 170,000 incirca; ma per la diligenza che ho usato, ho inteso che le entrate non suppliscono alla spesa, parte perchè, come è d'ordinario in ogni luogo, non ogni cosa si può riscuotere, parte per la mala amministrazione del danaro, che è stata usata; tanto che li provvisionati da buon tempo in qua non sono stati pagati appena per la metà, e li danari che sono stati presi per la coronazione e per mettere all'ordine le trenta navi, che quest'anno sono uscite per la venuta del principe di Spagna, sono stati ritrovati da mercanti in Fiandra con grossissimo interesse.

Avendo già soddisfatto alla prima ed alla seconda delle parti promesse, mi resta a dire del modo del governo del regno, e prima parlerò del fondamento e principio suo, che è il Parlamento generale del regno, il quale si convoca quando e dove è il beneplacito del re, e quelli che vi hanno ad intervenire sono per una parte tutti li Signori del regno e li Vescovi. Solevano anco intervenirvi li Abbati, ma non ve ne essendo più dopo la rovina dei monasteri, si fa senza di loro; e quando questa congregazione è unita si chiama la casa di sopra (upper house). Nell'altra parte, addiman

(1) I tiloli sopraddetti non scendono che a 810,000, onde o v'ha errore nella cifra di alcuno di essi, o qualcuno è rimasto dimenticato.

data la casa bassa (lower house), si riduce il convento dei popoli, mandandovi ogni città e castello, e tutti li con-. tadi similmente, due per cadauno, e questo numero ascende a trecento persone, le quali non durano se non quanto dura un parlamento, e venendo occasione dopo il fine di uno di convocarne un altro di nuovo, si fa nuova elezione dalle città, castelli e contadi. Ma quelli della casa di sopra sono sempre li medesimi, e li signori che vi entrano al presente sono 18, cioè il duca di Norfolk, il marchese di Winchester, li conti di Arundel, di Oxford, Sirostra, Derby, Devon, Westmorland, Worcester, Rutland, Cumberland, Sussex, Wilton, Bath, Antona, Bedford, Pembroke ed il visconte di Hertford; e appresso questi vengono circa cinquanta che hanno il titolo di Lord, ed è da avvertire che questi signori non hanno altro che il titolo datogli dal re per grazia o per meriti, così a loro, come alli loro posteri, nè alcuna autorità o giurisdizione hanno per l'ordinario se non quella che dalli re gli è concessa, la quale per il più è a tempo. Ben è vero che quando si dà ad alcuno il grado di Duca, lo si provvede anco di entrate colle quali egli possa mantenere il grado suo, il che non è meno di scudi dieci mila, e similmente ai marchesi, conti, e tutti gli altri secondo il grado loro. Li vescovi, che entrano in detto parlamento, sono tutti quelli del regno, i quali sono ventidue, computando li due arcivescovi, che sono di Canterbury e di York. E li vescovi sono: Londra, Durham, Winchester, Bath e Wells, Exeter, Ely, Coventry e Lichfield, Norwich, Salisbury, St. David, St. Asaph, Llandaff, Carlisle, Worcester, Hereford, Glocester, Peterbury, Chichester, Lincoln, Rochester.

Il giorno che si dà cominciamento al Parlamento, tutti li signori che sono della casa di sopra si vestono con alcuni manti di scarlatto, foderato d'armellini, differenti secondo il grado; e li vescovi ancor loro colle loro cappe

similmente di scarlatto, e S. M. vestita in abito regale senza la corona vi interviene, e tutti insieme vanno alla chiesa, ove si canta una messa solenne dello Spirito Santo, e poi Sua Maestà va a sedere nel luogo preparato per essa nel Parlamento, ed ivi, presenti quelli che hanno ad intervenire nell' una o nell' altra camera, per il gran cancelliere, il quale al presente è il vescovo di Winchester, si fa una orazione in proposito di quello che si ha a trattare nel Parlamento; ma per lo più suol dire in generale che si tratteranno materie pertinenti al beneficio del regno. Il giorno poi susseguente si riduce la casa bassa, e elegge un procuratore e avvocato, addimandato il Speaker, e poi ritorna il re nel Parlamento per udirlo, il quale suole anche lui fare un'orazione con parole comuni e generali, e le Case danno principio a ridursi ciascuna da per sè; dove a ciascuno che vi interviene è permesso di portar quelli ricordi in iscrittura che gli paresse utile, e si danno al banco, il quale li registra, e poi si trattano tre flate, non un giorno dopo l'altro immediatamente, ma con interposizione di tempo, e quando si è per fare qualche deliberazione si dimanda alla Casa se la proposizione piace, e ciascuno risponde o sì o no ad alta voce, e conoscendosi largamente la opinione della maggior parte, quella è deliberata; ma se si odono molti a dire sì, sì, ovvero no, no, allora parendo il voto dubbio, si dice che quelli che approvano la proposizione fatta vadino in tal parte, e quelli che non la vogliono stiano alli luoghi loro, e numerati quelli dell' una e dell' altra parte, il maggior numero vince, e fatta la deliberazione o nell'una o nell' altra Casa subito si manda all'altra, dove medesimamente si tratta; e non essendo là annullata, ma essendo confermata, si riserva sino al fine del Parlamento, e si presenta al re l'ultimo giorno che ha a terminare esso Parlamento, nel quale Sua Maestà ritorna, e quelle deliberazioni ivi fatte, che gli pare di approvare,

le segna di sua mano, e quelle che non vuole, non le segna, in modo che prima che una deliberazione passi in atto firmato, bisogna che sia deliberata nell'una e nell'altra delle due Case e poi firmata di mano del Re. Da questo modo di deliberare colla voce quanti errori naschino, pretermetterò di dire, ma solamente non tacerò che convenendo ciascuno palesemente dire il suo parere, avviene che molte volte per paura sono costretti a deliberare più presto quello che conoscono essere il voler di quelli che governano, che la satisfazione della propria coscienza; onde chiaramente si conosce che non vi è più quella libertà che soleva esservi; e acciocchè anco sia tanto più ristretta, da qualche tempo in poi nella casa bassa, dove si entra per elezione, si fa in modo che non vi entrino che persone conformi alla vo- lontà del re, siccome, oltre molti altri esempi, assai chiaramente si è conosciuto nel trattare le materie di religione; ed entrandovi or questi or quelli affezionati alli voleri di chi governava, sono state fatte tante deliberazioni contrarie l'una all'altra, dal che non solamente il Parlamento ha perduto assai della sua autorità appresso li popoli, ma con tante variazioni e mutazioni sono stati costretti gli uomini quasi a non saper che credere, nè sopra che fondarsi; e se la immensa bontà di Dio, con il mezzo di questa serenissima Regina e del vescovo di Winchester, non avesse aperto il suo lume, col quale potessero ritornare alla verità, senza dubbio non si avrebbe potuto vedere in altra parte confusione maggiore, pullulando la diversità delle eresie senza fine.

A questo proposito non ristarò di dire qual fosse l'eresia al tempo del re Edoardo, la quale consisteva in tre capi principali, cioè nella totale alienazione dal Papa e Chiesa Romana, nella diversità delle cerimonie, e nel negare che nel sacramento dell'altare vi fosse il vero corpo del figliuolo di Dio. Quanto alla alienazione dalla Chiesa, avendo detto

di sopra il modo e causa perchè fu fatta, non lo replicherò altramente, ma solamente dirò che non volevano nè perdoni nè indulgenze negando il libero arbitrio e il Purgatorio con ogni altra opinione che tiene la Chiesa Santa in queste materie. Si erano anco quasi del tutto mutate le cerimonie, avendo levato il modo di dire gli uffici divini, come usa la Chiesa Romana, ed anco la messa, o quelli dicendo sotto altra forma e in lingua inglese. Levarono anco tutte le feste dei Santi, eccetto di quelli dei quali nel Testamento Nuovo è fatta menzione. Costituirono anco che li sacerdoti non portassero paramenti di sorte alcuna se non la semplice cotta bianca, e similmente levarono tutte le immagini dei Santi e gli altari, lasciando le chiese tutte nude e biancheggiate, con l'arme del re nella faccia della Chiesa, con motti della Scrittura intorno. Permettevano alli sacerdoti il matrimonio, e anco che li loro figliuoli ereditassero li loro beni, ma non già li benefizii, la dispensazione dei quali apparteneva solo al re, non si usando in modo alcuno fare rinunzie. Concedevano anco in caso di adulterio il divorzio, da che causaronsi infiniti disordini e confusioni. Avevano levato ogni sorta di lumi dalle chiese, l'acqua benedetta e l'olio santo, stimandole cose superflue, e similmente le commemorazioni dei Santi e preghiere dei morti, ma bene volevano che si osservassero le vigilie, le quattro tempora e la quaresima, ed esortavano anche ciascuno alla confessione auricolare al sacerdote, ma non la volevano di precetto, e la chiamavano consiglio o soddisfazione della coscienza. Quanto alla comunione, avevano ordinato che tutti la facessero almeno tre volte all' anno, ma non in quel modo che usa la Chiesa, nè credevano che vi fosse il vero corpo di Cristo, ma solamente una virtù sacramentale in commemorazione della cena e passione di Cristo, e l'usavano in questo modo. Nel luogo ove soleva essere il coro, tenevano una tavola preparata con il mantile, e sopra vi

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