S. A. IMP. E REALE IL GRANDUCA DI TOSCANA con sua Sovrana Risoluzione del 21 Ottobre 1853 si degnò approvare che il Ministero della Pubblica Istruzione si associasse per Quaranta Copie di questa Collezione. ANTICHI FONDATORI DI QUESTA PUBBLIGAZIONE AZZOLINO Marchese POMPEO BONAPARTE LUIGI (già Re d'Olanda } BONAPARTE Principessa CARLOTTA CAPPONI Marchese GINO DI BAGNO Marchese GIULIO GIANNINI Commendatore VINCENZO GINORI LISCI VENTURI Marchesa MARIANNA MASTIANI BRUNACCI Conte TEODORO MAYER ENRICO PONIATOWSKY Principe GIUSEPPE RINUCCINI Marchese PIER FRANCESCO SLOANE FRANCESCO GIUSEPPE AL LETTORE Molte olte e diverse cause, che sarebbe superfluo l'enumerare, ci impedirono fino dal 1846 di proseguire la pubblicazione di questa importante Raccolta, accompagnata fin dal suo nascere dagl' incoraggiamenti e dal plauso dei dotti di tutta Europa, non per quel poco di che le nostre cure abbiano potuto avvantaggiarla, ma per l'intrinseco pregio dei documenti in essa contenuti, e già da secoli attestato dagli uomini più competenti in cosiffatte materie, e dei quali ci è grato il riferir le parole: Scipione Ammirato, ne' Discorsi sopra Tacito, riponendo fra le cose necessarie a ben governare la conoscenza degli altri principati, dice che « a ciò i Veneziani hanno più che > altra nazione trovata presta e spedita la via, avendo gli >> ambasciatori ch' essi mandano a' potentati del mondo que»st'obbligo di riferir in Senato, tornati che sono dalle loro > ambascierie, ciò che han potuto cavare de' costumi del principe, e del sito, ricchezze, fertilità ed altre qualità >> de' luoghi e degli uomini ove sono stati mandati; il che > fanno con tanta felicità, che si vede, il più delle volte, quelle cose esser più a loro manifeste, che agli stessi uo>> mini del paese non sono (1) ». (1) Lib. XIV, Disc. Ix, p. 296, in-4.o Fior., 1598. 276423 Wicquefort così si esprime in questo istesso proposito: << Corre un gran divario fra l'ordinario referto dell' amba>> sciatore intorno l'oggetto della sua ambascieria, e la re>> lazione di quanto si riferisce alle condizioni dello Stato » e della corte presso la quale abbia risieduto, come è co>>stume degli Ambasciatori di Venezia . . . il cui esem» pio, dove fosse seguitato dagli altri, sarebbe uno dei più » grandi servigi che potessero rendere ai loro successori e >> ai loro principi (1) ». Gabriele Naudè raccomanda agli storici lo studio delle Relazioni degli Ambasciatori Veneti« i quali ritornando » dalle legazioni loro, non solo davan conto di quanto ave>> vano operato secondo l'obbligo imposto loro dalla Re» pubblica, ma dei costumi, dell' indole, della religione, » delle ricchezze, delle forze e d'ogni altra cosa pertinente » ai re, ai ministri ed ai popoli, da loro acutamente con» siderata (2) ». Foscarini scriveva nel secolo passato: « Le Rela» zioni. . . . . sono altresì uno de' più solidi fondamenti e >> sussidj, che s' abbiano gli scrittori di storie, i quali >> non saprebbero altronde fare inchiesta di più eletta ma>> teria (3) ». Luigi Cibrario, del quale le opere, le dignità, la fama han reso il nome superiore ad ogni elogio, primo a'nostri tempi segnalava il pregio delle Relazioni Venete pubblicandone tre di Savoja accompagnate da savissime ed erudite avvertenze (4). Niccolò Tommaseo, del quale altrove abbiamo ripor (1) L'Ambassadeur et ses fonctions. Colonia, 1715, in-4°, parte II, pag. 227 e 232. (2) Bibliografia politica, n. 44. (3) Della Letteratura Veneziana, pag. 460. (4) Relazioni dello Stato di Savoja negli anni 1574, 1670, 1743 ec. Torino 1830.. |