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intervallo. E tanto meno, crediam noi, tenteranno di abbattere la presente forma di governo, in quanto che non ignorano l'esistenza di diverse sette, fra le quali principale l' Iberica, che tende all'unione dei due regni di Spagna e Portogallo in uno solo; alla quale ed a tutte l'altre un commovimento politico qualunque potrebbe sembrare occasione propizia ad irrompere.

La piaga più profonda dell'amministrazione spagnuola è il peculato; piaga secolare che infetta tutti i suoi rami, ed è ostacolo quasi insormontabile all'attuazione di veri e durevoli miglioramenti, lanto è radicata nei costumi degli uomini pubblici di quel paese! L'esercizio del potere non è in Spagna un fine per operare il bene, per soddisfare una nobile ambizione; è agognato soltanto per arricchire e ritirarsi, appena conseguito questo fine, dalla vita pubblica. Laonde non si risparmiano, ogni volta ciò occorra, nè intrighi, nè cabale, nè adulazioni, nè bassezze per afferrare il potere.

L' ignobile passione di arricchirsi ad ogni costo a spese del pubblico erario si è in questi ultimi anni vieppiù sviluppata, grazie alle procelle rivoluzionarie, all' infievolimento, ivi come da per tutto, dei sentimenti morali, ed alla attuazione del sistema rappresentativo, il cui meccanismo offre spesso occasione agli uomini nuovi di salire al potere. È quindi agevole l'imaginare come tutti i servizj pubblici debbano soffrirne, specialmente là dove manchi un reggimento energico a contenere i funzionarj in ufficio. Si nota, a cagione d'esempio, che le strade regie sarebbero in ben altro stato da quello che abbiamo detto, se vi si spendessero effettivamente i 40 milioni di reali a questo oggetto assegnati. Narrasi di un ministro della marina, che mediante un milione rescindesse un contratto per la fornitura del carbon fossile ai bastimenti a vapore delle Filippine. La stampa periodica segnalò questo fatto vergognoso, e l'opinione pubblica talmente se ne commosse, che il ministro fu obbligato a rilirarsi. Nè questi sono fatti avvolti nel mistero, noti soltanto a pochi: il primo in cui v'incontriate alla Puerta del Sol ve li racconta insieme con molti altri d'egual natura.

Quanto abbiamo indicato parmi che valga a dar ragione della instabilità dell'alta amministrazione in Spagna, e dei con

tinui cambiamenti che vi si osservano. Ogni nuovo ministro ẻ obbligato a conferire impieghi alla clientela che lo portò al potere, e gl' impiegati che escono, rientrando nella vita privata, conservano il loro stipendio. Quale enorme peso per il pubblico erario !

Conseguenza necessaria di questa deplorabile condizione morale ed economica è il discredito del Governo nel paese ed all'estero. Infatti i fondi spagnuoli sono sempre a bassissimo saggio e il debito pubblico non è ancora classato, nè regolato; strade ferrate non si intraprendono, rifiutandosi i capitalisti esteri a collocare i capitali in Spagna, malgrado che il Governo si offra di garantirne un minimum d'interesse di sei per cento.

I principali uomini politici della Spagna sono attualmente i signori Mon, Pidal, Narvaez, Sartorius, Concha, Olozaga, Miraflores, Bravo Murillo, Pezuela, Martinez de la Rosa, Soto Mayor, Isturitz ec. ec.

L'effettivo dell'armata di terra è ora di 50mila uomini circa sotto le armi. Costa al pubblico erario 278 milioni di reali, pressochè il quinto del reddito totale del tesoro. La legge di reclutamento obbliga il cittadino ad otto anni di servizio attivo. L'armata presenta una bella tenuta, e dicesi disciplinata. L'artiglieria particolarmente, provvista di un eccellente materiale, conta soldati intrepidi ed istruiti ufficiali.

La marina militare è ridotta ad un solo vascello di linea ed a poche fregate. Qual decadenza chi rammenti la grande armada di Filippo II! Tentasi adesso di rialzarla e di accrescerla, e voglionsi riattivare le costruzioni nei cantieri del Ferrol, di Cadice e di Cartagena. Vi si riuscirà ? Ne dubito, pensando agli scarsi mezzi della finanza spagnuola, ed alle ingenti somme che reclamano le costruzioni navali, dacchè è noto che la spesa di un vascello di linea importa non meno di tre milioni di franchi.

Le Cortes nell'anno 1834, sotto il Ministero Mendizabal, privarono il Clero dei suoi beni, che furono dichiarati beni nazionali. Ascendevano ad un' ingente somma, che fu impiegata a soddisfare i bisogni sempre rinascenti in quei tempi di rivoluzione. Tutti i conventi d' uomini furono chiusi, eccetto quelli delle Scuole Pie e di S. Giovanni di Dio; furono conservati

quelli di femmine; monaci e monache furono pensionate; al clero secolare si accordò un annuo stipendio.

Le pensioni e gli stipendj per qualche anno non furono pagati, in causa delle strettezze in cui versava il pubblico erario, ed il clero secolare e regolare fu ridotto a vivere delle elemosine dei fedeli, tanto più che le decime erano state abolite, ed il prodotto della Cruzada incassavasi dal Governo. E qui è da sapersi che per la Cruzada viene accordata la facoltà di mangiare di grasso per tutto l'anno, eccettuati due giorni della settimana santa, a chiunque fa un' elemosina, la quale deve essere in rapporto con la sua posizione economica. Dicesi che il prodotto della Cruzada ammonti a 13 o 14 milioni di reali all'anno. Quanto all'epoca della introduzione della Cruzada in Spagna, varie sono le opinioni. Si possono vedere in tal materia le Relazioni degli Ambasciatori di Venezia.

In questi ultimi anni è stato stipulato tra la Spagna e la Santa Sede un Concordato, in forza del quale debbono restituirsi al clero secolare i pochi beni ecclesiastici ancora invenduti, non meno che il prodotto della Cruzada; e resta fermo il trattamento di esso clero a carico del pubblico erario. Quanto ai monaci ed alle monache, fu convenuto che sarebbe loro continuata la pensione vitalizia.

Mancano di presente i mezzi per ristabilire i conventi di uomini; però qualche casa di Lazzaristi è stata riaperta, ignoro con quali risorse. Una missione gesuitica per le Filippine va ad organizzarsi in Madrid. Quanto ai conventi di donne, credesi di averne assicurata l'esistenza prescrivendo che in avvenire ogni novizia non possa essere ricevuta senza portar seco una congrua dote.

Qual sia il decadimento della ricchezza clericale in Ispagna. può argomentarsi da questo, che l'Arcivescovo di Toledo avanti la rivoluzione godeva di un annuo reddito di 500mila duri, ed ora non ne ha che 9 mila.

Le affezioni del clero inclinano, come abbiamo detto, verso il potere assoluto, ma il suo interesse lo ravvicina all'attuale governo costituzionale, che gli ha assicurata la materiale esi

stenza.

Molte altre osservazioni potrebbonsi fare sulla Spagna, specialmente in ordine a delicate materie, che qui abbiamo del tutto pretermesse, e che richiederebbero una penna più esercitata e leggiera che la nostra non sia. Ripetiamo solo che un viaggio nella Penisola Iberica a chi sia curioso di vedere nuovi costumi e nuove usanze, riuscirà oltremodo interessante e gradito.

APR - 1915
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