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Tra gl'illustri stranieri, che per suggerimento dell'Argenterio furono chiamati allo studio di Mondovì, il primò fu Iacopo Menochio pavese. Già da qualche tempo egli era publico professore in patria, quando venne a leggere fra noi il diritto canonico collo stipendio di ducento scudi (1). Dopo sei anni passò con splendida provvisione all'università di Padova e di là nuovamente a quella di Pavia, dove insegnò tanto che il re Filippo ne rimeritò le fatiche nominandolo senatore e poscia presidente del magistrato straordinario in Milano (2). È chiaro nei fasti della giurisprudenza (3) il nome del Menochio, che dal Ghilini (4) è chiamato

(1) Emmanuel Philib. etc. Tametsi horrida bella tantum has nostras regiones funditus fere debellarint, veruntamen divina favente gratia, cum iam ad has nostras regiones restituli simus, omni studio et diligentia conati sumus non modo pacare omnia, verum et quae pacem ipsam conservare solent sic constituere, ut omni ex parte intelligant fidelissimi nostri subditi nos nec laboribus nec expensis pro eorum utilitate parcere. Quamobrem in omnium scientiarum academiam in ea prefecimus viros summe doctrine ac morum, ac inter quos dilectissimum ac fidelissimum iureconsultum dominum Iacobum Menoccum civem papiensem cuius scientiam excultissimam et probatissimos mores iam certo novimus, interpretem in prima iuris canonici cathedra et loco hora matutina constituimus et preficimus ..... sub annuali stippendio aureorum ducentum Italiae ex nostris. Vercellis 10 aprilis 1561.

(2) Panziroli, op. cit. lib. 111, cap. cxciv, p. 309. - Tiraboschi, vol. vil, P. II, lib. II, p. 743.

(3) Middendorpio, Acad. celebr. 11, 93. Riccoboni Ant. De gymnasio patavino, lib. 11, cap. 11, p. 34. Papadopoli, Histor.

gymn. patav. p. 202, 203, 212. - Cotta, Mus. novar. p. 188. - Gesner, Bibl. p. 379.

(4) Teatro degli uomini letter. tom. I,

p. 139.

il primo dei leggisti italiani della sua età. E sono anche a' giorni nostri pregiate le opere sue (1) sì per la dottrina legale e sì per lo stile forbitissimo e sì ed elegante.

Al Menochio vuolsi aggiungere il celebre Bernardino Paterna nativo di Salò nel Bresciano al quale venne fissato uno stipendio di cinquecento scudi d'oro il 2 di novembre del 1561 (2).

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(1) De arbitrariis iudicum quaestionibus et causis. Venetiis 1569. - Ad librum II de arbitrariis iudicum quaest. adiuncta centuria v. Venetiis 1613. De adipiscenda et retinenda possessione commentar. Venetiis 1571. - De recuperanda possessione comment. Venetiis 1572. - De praesumtionibus, coniecturis, signis et indiciis. Genevae 1670. - In omnes praecipuas recuperandae possessionis comment. Monteregali, Torrentini 1565, in fol.; Venetiis 1676. - Consiliorum volumina XII. Venetiis 1609. Responsa causae finariensis. Venetiis Responsa. Venetiis 1571. De iurisdictione imperio et po

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1572. testate ecclesiastica et saeculari. Genevae 1695. - Exercitationes ad titul. de iustitia et iure. Spirae 1545. - Bartholomaeus Socinus in ff. et decretal. cum notis Iacobi Menochii. Venetiis 1579.

(2) Emmanuel Filiberto per grazia di Dio Duca di Savoia, ecc. Poichè per comune benefizio de' nostri sudditi abbiamo proposto di stabilire nella nostra città del Monteregale collegi di varie scienze ed arti, e tra le quali sì per l'interpretazione e letture della teorica della medicina, come delle leggi canoniche, civili, ed altre scienze che ivi si dichiarano, abbiamo deliberato elegger persone più rare e sufficienti che potremo ritrovare; ed essendo informati da più persone fedeli delle eccellenza, prudenza, dottrina singolare, longa esperienza, ed altre rare qualità del magnifico e molto diletto nostro messer Bernardino Paterna, dottore nelle arti e medicina, la cui sufficienza apertamente si manifesta per le belle opere da lui diversamente dimostre. C'è parso eleggerlo e deputarlo, sì come per queste di nostra certa scienza lo eleggiamo e deputiamo lettore ed interpretatore delle arti e della pratica ordinaria delle medicine nell'accademia e collegio del predetto Monteregate, collocandolo nel primo luogo della ordinaria della sera per la lettura delle sud

Egli era già stato professore nell'università di Pavia, ed esercitava questo stesso uffizio in quella di Pisa quando fu invitato a recarsi in Mondovì (1). Abbandonò di lì a due anni il Piemonte per pas

dette arti e medicine, co' privilegi, prerogative, comodità, immunità, onoranze, diritti e cariche che a tal grado spettano e convengono, e che sogliono aver gli altri primi lettori come sopra di simili accademie, e col suo stipendio a parte stabilito a nostro beneplacito con che farà il debito giuramento. Pertanto mandiamo ecc. Dat. in Rivoli alli ventuno di gennaio, l'anno del Signore mille cinquecento sessantadue, e del ducato nostro l'anno nono.

Emmanuel Filiberto per grazia d'Iddio Duca di Savoia, ecc. Avendo noi stabilito al magnifico messer Bernardino Paterna, dottore medico, nostro lettore in medicina nell'accademia nostra del Monteregale per suo ordinario trattenimento ogni anno la somma di cinquecento scudi d'oro d'Italia, volendo che egli ne sia pagato vi ordiniamo che assegniate e fate pagare sopra il tesoriere della detta accademia ed università e de' danari che abbiamo a ciò destinati ad esso messer Bernardino Paterna la detta somma di cinquecento scudi d'oro d'Italia ogni anno a nostro beneplacito, che ritenendo quitanza del detto Paterna, o da chi legittimamente farà per lui con copia autentica della presente al primo pagamento, e negli altri la quitanza solamente, Vogliamo la della somma di cinquecento scudi d'oro d'Italia come di sopra così pagata ed assegnata ogni anno esser entrata e, passata ne' nostri conti dalli magnifici Presidente ed Auditori di nostra Camera de' conti senza difficoltà; chè tal è nostra mente. Dat. in Rivoli alli due di novembre, mille cinquecento sessantuno.

Nel volume dei conti di Giorgio Vivalda, che si conserva nei regii archivi di camera, leggesi a fol. 20, che in seguito ad un ordine del Duca dato in Rivoli il 17 di febbraio 1562, fu pagata la somma di scudi cento di camera dal signor Negrone qual tesoriere di S. A. al signor Paterna, quali sono per il viaggio et spese fatte da esso da Ragosa in tramutarsi alla città del Montevico.....

(1) Tiraboschi, vol. vil, P. 11, lib. 11, p. 684. Tommasini, Elogi degli uomini illustri di Pavia. Grassi, Dissertazione cit. p. 29.

sare allo studio di Padova, dove gli furono assegnati per suo stipendio mille ducento ducati all'anno. Morì l'anno 1592, dopo aver dato un lodevolissimo esempio di amor patrio col ricusare le liberali profferte del re di Polonia, che avea fatto ogni opera per allontanarlo dalla Italia (1).

Succedeva al Paterna il monregalese Cristoforo Baravallo, stato già eletto professore straordinario di medicina fin dal 23 di giugno del 1564 (2), collo stipendio di venticinque scudi di camera (3). Innalzato al grado di professore ordinario (4) nella

(1) Papadopoli, op. cit. vol. I, p. 333. - Facciolati, Fasti, P. II, P. 343.

(2) Emanuele Filiberto ecc. Essendo necessario tra gl'altri lettori ordinarii ch'havemo deputato ne l'accademia ossia collegio da noi stabilita ne la nostra città del Mondovì di deputare un lettore estraordinario de la medesina. Et essendo informati della sufficienza in questo et insieme delle altre bone parti et lodevoli qualità del molto diletto fedel nostro messer Christoforo Baravaglio di essa città del Mondevì c'è parso constituirlo e deputarło sì come per le presenti di nostra certa scienza lo constituiamo et deputiamo lettore estraordinario nella detta accademia o sia collegio in medicine et con li stipendi a parte stabiliti..... Rivoli 23 di giugno 1561. V. nell'archiv. del controllo delle finanze il reg. delle patenti del 1561 a fol. 41.

(3) L'ordine con cui viene fissato questo stipendio al Baravallo è dei 25 di giugno 1561. Regio arch. di camera, vol. dei conti del Vivalda a fol. 72.

(4) Per lettere del 1.o di novembre 1563, in cui gli fu assegnato lo stipendio di scudi 50 da lire 3 oltre gli scudi 25 da otto fiorini l'uno.- Con altro ordine ducale del 1.° gennaio 1565 fu nuovamente accresciuto di lire 150. La lira di cui qui si parla è quella di Emanuele Filiberto, che era in bontà di danari 10, 18, e di pezze 1913 al marco. V. Vernazza, Vita di Pietrino Belli,

p. 13.

seconda cattedra della pratica, ottenne pure un maggiore assegnamento di stipendio, del quale però egli godette per poco tempo. Imperciocchè sul finire del 1566 lasciò l'uffizio di lettore. L'anno prima, egli avea publicato colle stampe del Torrentino due operette mediche (1), sperando, che queste gli facessero scala a salire alla prima cattedra della pratica. Ma essendo riuscite vane le sue speranze, indispettito, come accade, diede un addio alla medicina. Addottoratosi poscia in teologia, fu aggregato al collegio di questa facoltà, e fatto canonico della cattedrale (2).

Oltre al Baravallo tre altri cittadini di Mondovì furono eletti professori nel primo ordinamento della università. Il primo di essi è Bernardino Vivaldo, figliuolo di Giovanni Giorgio tesoriere dello studio, a cui venne fissato con diploma del 18 di febbraio 1561 (3) un'annua provvisione

(1) Baravali Christophori in monregalensi gymnasio practicam medicinam profitentis de peste. In Monteregali, ex offic. Leon. Torrentini 1565, in 8.o - De tempore dandi catapotia, ibid. 1565, in 8.o

(2) Grassi, Dissert. cit. p. 24. - Bonino, op. cit. vol. I, p. 300. (3) Emman. Philib. etc. Nuper institutam in bene dilecta civitate nostra Montis regalis academiam semper augere et viris in omnia scientia laudatissimis, et docendo ac interpretando preexcellentibus exornare decrevimus, et eos qui legendi publice munus a nobis susceperint ea liberalitate et gratia prosequi volumus, ut indefesso studio assiduaque opera ad suscepti muneris partes optime implendas accendantur, et studiosi ad eandem nostram academiam invitentur. Igitur cum academie predicte reformatores benedictum nostrum Bernardinum Vivaldum ingenio, scientia et facundia preditum ad iuris civilis interpretationem idoneum nobis proposuerint,

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