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Nè soltanto le cattedre di filosofia e di teologia furono in gran parte soppresse dopo il 1628; ma quelle ancora di medicina, e più tardi quelle di giurisprudenza. E la cosa erasi ridotta in termini, che l'anno 1664 avendo il collegio de' medici publicato una seconda edizione de' suoi statuti, dovette fare un notabile mutamento allo statuto decimo. In esso veniva ordinato, che qualunque studente, il quale si proponesse di sostenere un esame in filosofia od in medicina, dovesse innanzi tratto essere presentato al priore del collegio da' suoi promotori, i quali giurassero di averlo esaminato e di averlo riconosciuto idoneo. Questi promotori poi dovevano scegliersi dal candidato tra i professori, dei quali egli avesse per più lungo tempo frequentato la scuola. Ora, mancando a' giorni di cui parliamo una gran parte dei professori, fu perciò stabilito, che il candidato dovesse essere solamente esaminato dal filosofo primario, dal teorico primario e dal pratico primario, senza che fossero necessari altri promotori; sì veramente, che quando fosse di bel nuovo cresciuto il numero dei professori, si tornasse all'osservanza dell'antico statuto (1).

di coscienza ed altre scienze, che di presente s'insegnano, e s'insegneranno nell'avvenire da essi Padri. » V. Borelli, Editti ecc. P. 111, lib. IV, tit. xxxvI, p. 561 e seg.

(1) Additio ad statutum decimum. « QUONIAM IN PRAESENS REPERIUNTUR TANTUM PRIMARII LECTORES, ET DEFICIUNT SECUNDARII SIVE CONCURRENTES, ob id declaratur, quod debeat scholaris exa

A que' tempi pareva, che i cieli avversi all'università facessero nascere di quando in quando nuove cagioni atte a precipitarla in basso. I miei lettori si rammenteranno del privilegio conceduto da Emmanuele Filiberto alla città di Nizza, di poter fondare un collegio di scienze legali fin dal 1559. Fu giudicato in sulle prime opportuno quel favore del Principe per essere allora la capitale ed una gran parte delle contrade subalpine sotto il dominio degli stranieri. Ma essendosi poco di poi aperto con felici auspizi lo studio generale in Mondovì, e ristorato di lì a sei anni con singolare munificenza quello di Torino, parve al Duca miglior consiglio, che non si desse esecuzione al suo decreto per non frapporre alcun ostacolo al pieno fiorire delle università predette. Il saggio partito di Emmanuele Filiberto fu seguitato da' suoi successori infino al tempo della reggenza di Maria Cristina. Finalmente l'anno 1640 o per le istanze dei Nizzardi, desideroși di potere con più agio coltivare gli studi della giurisprudenza, o per artifizio di chi tendeva a smembrare lo studio torinese, e a spegnerlo col tempo, ovvero per l'uno e per l'altro di questi mo

minari, si vult promoveri ad phylosophiam et medicinam, a primario philosopho, primario theorico et primario practico, tantum pronunc, nec sint alii compromotores necessarii ex lectoribus. Quod SI DE NOVO INSTITUANTUR LECTORES CONCURRENTES, observetur statutum, accipiendo in compromotores eos, sub quibus longiori tempore studuerit. » V. Statuta philosophorum et medic. Taurini, 1664, a pag. 30.

tivi, il decreto del vincitore di san Quintino fu mandato ad effetto. Si stamparono gli statuti del collegio di Nizza (1), divisi in diciannove capi, de' quali il primo riguarda i santi tutelari del collegio; il secondo l'elezione del priore; i quindici seguenti sono relativi agli esami; il diciottesimo impone a ciascun dottore l'obbligo d'intervenire ad una messa anniversaria ed alla solenne processione nella festa del corpo del Signore; e nell'ultimo, che nessun mutamento si possa fare a questi statuti, fuorchè col voto dei due terzi dei membri del collegio.

Egli è il vero, che i soli nativi della città, o quelli che già vi abitassero da dieci anni, potevano addottorarsi in Nizza; nondimeno la fondazione di questo collegio vuolsi riguardare come un novello colpo recato all'oramai languente università di Torino. Ed è tanto più da biasimarsi, in quanto che non produsse i salutevoli effetti, che se ne aspettavano; siccome appare dalla testimonianza di Pietro Gioffredo, gravissimo storico di quella età, il quale afferma (2), che per tale opportunità di studiare e addottorarsi, erasi più del dovere accresciuto il numero dei dottori, e sminuito quello dei veramente dotti.

(1) Nova statuta collegii iurisconsultorum civitatis Niciae an. 1640; di pag. 11, senza nota di stampatore o di luogo.

(2) Storia delle alpi marittime, lib. xxvIII all'anno 1599, nel volume intitolato: Monumenta rerum patriae. Taurini, 1839, in-fol. col. 1494.

E qui, poichè me ne viene il destro, siami lecito osservare, che siccome è lodevolissima cosa l'agevolare a tutti l'istruzione primaria; così mal si provvede all'utile della nazione, al progresso delle scienze e al decoro dell'università moltiplicando è rendendo soverchiamente accessibili i fonti, a cui si attingono le cognizioni necessarie a coloro soltanto, che seggono nei primi gradi della civile

società.

CAPO VII.

Lettere patenti di Carlo Emmanuele II circa gli esami. Altre circa la parità tra i legali ed i medici. Proibizione di patrocinare le cause ai laureati in estero paese. Ancora altri provvedimenti a favore dell'università. — Concessione di privilegi agli studenti. Matricola che cosa fosse a que' tempi. - Strana facoltà, che questa conferiva agli scolari. Reggenza della Duchessa Maria Giovanna Battista. - Suoi ordinamenti riguardo agli studi. - I professori eletti per concorso. - Grande utilità di questo provvedimento. Gli stipendi dei professori accresciuti ogni triennio. - Accademia cavalleresca, accademia letteraria, accademia di pittura e scultură istituite da Madama Reale. Suo disegno di fondare uno studio in Ciamberì. - Pretensioni del vescovo di Grenoble circa quest'università. Loro confutazione. - Cagioni per cui non ebbe effetto il disegno della Duchessa riguardo all'università di Ciamberì.

Dopo la metà del secolo xvII i nostri Principi tentarono di ridonare all'università l'antico suo splendore. Carlo Emmanuele II, che già da qualche tempo aveva assunto le redini del governo (1), approvando l'anno 1659 i nuovi statuti del collegio

(1) La reggenza di Maria Cristina cessò l'anno 1648.

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