Sayfadaki görseller
PDF
ePub

IL PROPUGNATORE

PERIODICO BIMESTRALE

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][graphic][merged small]

PRESSO GAETANO ROMAGNOLI

Libraio-Editore della R. Commissione pe' testi di Lingua

1877

AMBOMLJAO

Proprietà Letteraria

Bologna

-

Tipi Fava e Garagnani

QUANDO NACQUE DANTE ALIGHIERI ?

Poichè l'opinione che Dante nascesse nel maggio del 1265 ebbe cosi solenne conferma nelle splendide onoranze che, sei secoli dopo quella data, si resero alla memoria di lui nella gentile Firenze, muovere una dimanda che racchiude dei dubbi sulla verità di essa, potrebbe parere una sciocca temerità, ed essere accolta con quella sprezzante noncuranza, con la quale, per il solito, si risponde a chi difetti tanto del senso comune da chiedere di essere convinto prima di conformare la propria all' universale opinione. Mi era dunque risoluto a vigilare attentamente perchè quei dubbi non si arrischiassero di uscire giammai donde erano nati, quando un dì, coltomi alla sprovveduta, se ne vennero fuori piano piano, e si presentarono a taluni miei amici, molto conoscenti delle opere e della vita dell'Alighieri, umilmente chiedendo loro che giudicassero s'eglino fossero poi cosi strani da doversene stare eternamente rimpiattati nel loro nido, per non recar scorno alla paterna saviezza. Que' miei buoni e dotti amici, dopo consideratili per ogni parte, con una schiettezza che grandemente li onora, conchiusero unanimamente di non saperne dare sicuro giudizio; e mi consigliarono di lasciarli correre la loro ventura per il mondo, accompagnandoli di una mia preghiera alle persone sa

582764

•pienti e discrète, perchè volessero usarmi la cortesia di prenderli ad esame, e di sapermi poi dire che cosa io m'abbia a pensare de' fatti loro. Obbedendo, come ho per costume, al parere di chi ne sa più di me, io sebbene dopo molta peritanza, mi sono finalmente determinato di lasciar uscire di casa que' poveri reclusi, tanto più che mi facevano dentro tale un tumulto da togliermi affatto il modo di attendere ad altro; ed ora li licenzio a dar prova di sè, non senza ripeter loro, cambiata qualche parola, la saggia ammonizione con che messer Francesco Petrarca accomiatò la sua famosa canzone all'Italia.

Se a quegli stessi che hanno famigliarissimo il sacro poema, e sanno recitarvene intieri canti senza pure sbagliare una sillaba, si domandasse com' abbia avuto origine l'opinione che Dante nascesse nel maggio del 1265, io scommetto che novantanove su cento farebbero spallucce, e, come i sullodati miei amici, confesserebbero ingenuamente di non saperlo. Peraltro, siccome fra essi insieme con moltissimi il cui sapere dantesco sta tutto nella facilità appunto di ripetere a mo' di pappagallo e quasi sempre a sproposito centinaia di versi di Dante, vi ha pure di quelli che alla copia della dottrina uniscono ottimo giudizio, io mi terrei ben fortunato se questi valentuomini volessero essermi cortesi del loro parere sopra i dubbi che mi accingo a proporre, e però stimo necessario di farmi ab ovo, e venir divisando com'ebbe principio la comune credenza intorno al tempo della nascita dell'Alighieri. Non padre di essa, ma certamente padrino e propagatore, perchè il primo a recarla in iscritto, fu ser Giovanni Boccaccio, senza il quale, dice il Balbo, la vita di Dante si ridurrebbe a congetture tratte dalle opere di lui. Appresso al Boccaccio quasi tutti coloro che scrissero la vita o comentarono il poema di Dante, accettarono fidatamente. quella data, persuasi che non avesse neppure bisogno di

essere esaminata. Vero è che il Landino, seguito da alcuni altri pochi (1), nel suo comento sulla divina comedia scrisse che Dante nacque nel 1260. Ma come lo seppe il Landino? Lo argomentò solamente o lo trasse da qualche antica scrittura? S'ignora. E come egli non si volle prendere la briga di provare la sua asserzione, così il pubblico non volle darsi quella di credergli, e continuò a ritenere per vera la data del Boccaccio. Certo che, autorità per autorità, vuol essere preferita quella del Boccaccio a quella del Landino; l'autorità di un uomo d'ingegno a quella di un pedante. Inoltre il Boccaccio, non saprei dire se per isgravio o per riprova, non omise di dirci anche il nome di colui dal quale ebbe quella data, e che fu un ser Piero di messer Giardini, ch' egli ci fa sapere essere stato uno dei più intimi amici e servitori che Dante avesse in Ravenna. Costui affermò al Boccaccio, che l'Alighieri nel 1321, giacendo nell'infermità della quale morì, gli disse di aver trapassato di tanto il cinquantesimosesto anno, quanto vi aveva dallo scorso maggio a quel di; donde conseguirebbe ch'egli fosse nato appunto nel maggio del 1265.

Non è a negarsi che la testimonianza di un uomo, che ci viene rappresentato tanto intrinseco del poeta, abbia moltissimo peso. Se non che mi sembra che le si scemi alquanto valore, se si consideri come questo messer Piero Giardini fosse quel medesimo che inventò al Boccaccio la sciocca storiella dell'apparizione di Dante al figlio Iacopo per rivelargli ov' egli aveva riposto gli ultimi

(1) V. il Comento di Christophero Landino fiorentino, Venezia 1491, e le altre edizioni di esso anteriori alla correzione del Sansovino. Dolce, Vita di Dante, Venezia 1569. Dante con nuove ed uti lissime osservazioni per Gio. Ant. Morandi. alla div. com.

[ocr errors]

Daniello, Comento

« ÖncekiDevam »