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da me siano invece narrate, come meglio potrò e saprò, le sacre ed ecclesiastiche, in particolare e distinta serie raccolte.

L'Italia, sotto qualunque aspetto si voglia considerarla, non è seconda a verun' altra contrada dell' universo; non per l'amenità del soggiorno, non per la fertilità del suolo, non per la purezza del cielo, non per l'industria, per la vivacità, per la magnanimità de' suoi figli, valorosi sempre nella coltura degli studj, prodi nel mestiere delle armi, industriosi nel commercio e nelle arti. Ma il pregio, per cui sopra ogn'altra provincia dell' universo decorosamente primeggia, è il possedere la residenza augusta del supremo Capo visibile della vera religione, il quale dal principe degli apostoli per una serie non interrotta di legittimi pastori ha ricevuto ed esercita sovrana giurisdizione su tutte le convertite nazioni. Questa preminenza la rende, siccome sempre la rese, la meta delle pie peregrinazioni dei fedeli cattolici a venerare dalla sua cattedra il Vicario del Redentore, la depositaria degli oracoli divini della fede ortodossa, l'oggetto delle brame e degli ossequj degli stessi monarchi, i quali per tanti secoli ricevevano dal Romano Pontefice la corona, lo scettro, le sacre unzioni. L'Italia santificata dall'annunzio di pace, intimatole nella sua augusta metropoli dall' istesso capo del collegio apostolico, recato a ciascuna delle sue molte provincie dagli zelanti inviati di lui, suggellato generosamente col sangue e di questi e di quello; fecondata delle virtù, impreziosita degli esempii, addottrinata dagli ammaestramenti di mille e mille pastori, che pel giro di quasi diciannove secoli ne governarono lo spirituale gregge, offre a chi percorrer lo voglia un campo assai vasto di avvenimenti, di persecuzioni, di discordie, di

trionfi, di glorie. E perchè dunque non presentare ai figli dell'Italia cristiani un prospetto circostanziato e distinto di tutte le sacre vicende della loro madre cristiana?

Tal è lo scopo dell'opera a cui mi accingo. Voglio, che ogni italiano, sia pur egli etrusco, romano, ligure, veneto, piemontese, lombardo; conosca, almeno compendiosamente narrate, le sacre storie del suolo natío, le vicende ecclesiastiche della provincia in cui nacque, l'origine, la fondazione, i progressi della chiesa ove nato appena alla società venne rigenerato alla grazia. Ciò che più importa, voglio che si veda nella sposizione delle particolari chiese la continuata e non mai interrotta progressione della pastorale potestà; la mutua relazione tra le chiese filiali e le madri, ossia tra suffraganee e metropoli; il vincolo indissolubile di queste col centro della cattolica unità, colla chiesa di Roma. Quindi ad ogni passo riconfermate coll' esercizio libero ed assoluto le differenti attribuzioni della doppia ecclesiastica gerarchia : la gerarchia di ordine, ossia, come dice s. Tommaso, * la potestà sacramentale, perpetuata per la sacra imposizione delle mani nella valida consecrazione dei vescovi, dei sacerdoti, dei diaconi e degl' inferiori ministri; la gerarchia di giurisdizione, che il citato dottore nomina potestà giurisdizionale, invariabilmente conservata nella legittima successione dei sacri pastori, con sì leggiadra armonia stretti tra loro, che a tenore del grado gli uni ricevano la giurisdizione dagli altri finchè si giunga al supremo depositario delle mistiche chiavi, al legittimo successore dell' apostolo s. Pietro, al Romano Pontefice, capo visibile della Chiesa di Gesù Cristo.

* Sum. theol. 2. 2. quaest. 39, art. 3, in corp,

Si vedrà perciò, che da lui solo ricevettero sempre e ricevono la missione tutti, quanti mai sono, i pastori supremi delle singole chiese; che a lui s'ebbe che a lui s'ebbe sempre ricorso nelle controversie di fede, negli affari di generale disciplina ecclesiastica, nelle giudicature delle cause, che diconsi maggiori; che in lui è unito in somma, in quanto è il supremo di tutti i pastori, qualunque ne sia il rispettivo grado gerarchico, ogni vescovile, metropolitico, patriarcale, ed anche, quanto agli stati che diconsi della Chiesa, il temporale potere. Si vedrà inoltre, come sulle provincie e sui vescovi di esse abbiano esercitato i metropoliti finchè hanno potuto e fin dove la possono ora estendere, la giurisdizione, che loro attribuiscono i canoni dei concilii, incominciando da quello tenuto l'anno 341 in Antiochia, ov'è detto Τοὺς καθ ̓ ἑκάστιν ἐπαρχίαν ἐπισκόπους εἰδέναι χρὴ τὸν ἐν τῇ μητροπόλει προεστῶτα ἐπίσκοπον, καὶ τὴν φροντίδα ἀναδέχεσθαι πάσης τῆς ἐπαρχίας, δια τὸ ἐν τῇ μητροπόλει πανταχόθεν συντρέ χειν πάντας τοὺς πράγματα ἔχοντας. ὅθεν ἔδοξε καὶ τῇ τιμῇ προηγεῖσθαι αὐτὸν, μηδέν τε πράττειν περιττὸν τοὺς λοιποῦς ἐπισκόπους ἄνευ αὐτοῦ, κατὰ τὸν ἀρχαῖον κρατήσαντα τῶν πατέρων ἡμῶν κανόνα, ἢ ταῦτα μόνα, ὅσα τῇ ἑκάστου ἐπιβάλλει παροικία, καὶ ταῖς ὑπ ̓ αυτὴν χώραις . ἕκαστον γὰρ ἐπίσκοπον ἐξουσίαν ἔχειν τῆς ἑαυτοῦ παροικίας, διοικεῖν τε κατὰ τὴν ἑκάστῳ ἐπιβάλλουσαν ευλά βειαν, καὶ πρόνοιαν ποιεῖσθαι πάσης τῆς χώρας τῆς ὑπὸ τὴν ἑαυτοῦ πόλειν, ὡς καὶ χειροτονεῖν πρεσβυτέρουκ, καὶ διακόνους, καὶ μετὰ κρί σεως ἕκαστα διαλαμβάνειν· περαιτέρω δὲ μηδὲν πράττειν ἐπιχειρεῖν δίχα τοῦ τῆς μητροπόλεως ἐπισκόπου, μηδὲ αυτὸν ἄνευ τῆς τῶν λοιπῶν γνώμης. Del qual canone ecco la fedele versione italiana: Sappiano i vescovi, che si trovano in ciascuna provincia, » che il vescovo, il quale presiede nella metropoli, prende cura anche di tutta la provincia, perciocchè alla metropoli

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* Can. IX, presso Labbe, tomo II, col. 5go.

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concorrono da ogni parte tutti quelli che hanno degli affari. Perciò piacque altresì, ch'esso precedesse di onore e che gli altri vescovi nulla di grande rilievo intraprendessero senza di lui; come esige l'antico canone dei padri nostri; tranne ciò che spetta alla rispettiva parrocchia di ciascheduno e all' assoggettatogli paese. Ciascun vescovo abbia giurisdizione nella sua parrocchia, e la regga a » tenore del rispettivo suo grado, ed abbia cura di tutto il >> paese ch'è sottoposto alla sua città: ne ordini i preti e i diaconi, e ne tenga in ogni cosa giudizio : ma nulla intra

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prenda di più senza il vescovo della metropoli, nè questo >> senza in consiglio di tutti gli altri: »> e perciò ad essi il diritto di ricevere le appellazioni nelle cause agitate dinanzi ai tribunali dei rispettivi loro suffraganei, di convocare i sinodi provinciali, d'investigare sul governo dei vescovi dipendenti, ecc ecc. Si vedrà in somma nella sola Italia compendiato il grandioso quadro a varie tinte della ecclesiastica disciplina e della sacra gerarchia dell' intiero universo: sicchè tutte le varie membra dell' immacolata Sposa del Redentore concorrano a comporne il mistico corpo, bello sempre, perfetto, e di aurea e moltiforme veste elegantemente ammantato.

Un lavoro di simil genere intraprese, sono ormai quasi duecento anni, l'eruditissimo fiorentino Ferdinando Ughelli, sotto il nome d' Italia sacra, esortatovi dal dotto vescovo di Borgo San Donnino Filippo Casoni; e nel 1717 lo pubblicò arricchito di emendazioni e di aggiunte sino a' suoi giorni il veneziano prete Nicolò Coleti. In esso, dopo alcuni brevi cenni sull'origine di ciascuna sede vescovile, distribuite in provincie o in metropoli colle relative suffraganee, n'espone in seguito

la serie dei pastori. È prezioso il suo lavoro per la copia dei documenti, dei diplomi dei principi, delle bolle dei papi, ch' egli reca; ma non va esente da molte inesattezze, assolutamente inevitabili in un lavoro così colossale, com'è il suo, e degne per ciò appunto di scusa. Mostrò non meno di erudizione il continuatore Coleti, correggendone gli sbagli e le inesattezze, non a cappriccio, ma appoggiato sempre a stabili fondamenti. Deesi confessare però, che sì l'uno e sì l'altro scrivono esattamente di quei vescovi e di quelle chiese ove incontrarono diligenti ed eruditi uomini, che gl' informassero; ed inciampano in errore o sono brevissimi ogniqualvolta o inesatti o scortesi furono in somministrare opportune notizie i loro informatori.

Si occupò a investigare le sacre antichità dell' Italia anche il dottissimo Muratori, e l'opera sua per ogni conto è degna di lode e di sommo pregio: ma non ci offre memorie storiche particolari di ciascheduna delle nostre chiese, e perciò non giova che ad uno studio colto e scientifico, archeologico piuttosto che storico, facile e dilettevole. Tanto l' Ughelli quanto il Muratori arrivano soltanto ai tempi loro, e perciò non ci parlano delle ultime vicende del secolo a noi più vicino secolo di avvenimenti ecclesiastici e di mutazioni, riduzioni, fondazioni di chiese, piucchè mai, fecondissimo. Scrivono questi autori in latino e perciò non possono da tutti gl' italiani esser letti ed intesi. Limitano le loro notizie alla sola penisola, ossia alla terraferma dell' Italia, e non ci parlano punto delle isole adjacenti; nemmeno delle due vaste e interessanti della Sardegna e della Sicilia.

Bensì particolari scrittori narrarono la storia della loro

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