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Santità, l'anello piscatorio, e dagli officiali, che n'erano i depositarii, gli » altri suggelli ed impronti diversi del pontefice defunto. Nello stesso » tempo, per ordine del cardinale camerlingo, la grande campana del » Campidoglio annunziava al popolo la perdita che avea fatta, e il cardi»nale Della Genga, vicario di sua Santità, mandava a tutte le parrocchie l'ordine di rispondere al funesto annunzio. Secondo un'antica consue» tudine, il capo del rione della Regola portavasi nelle pubbliche prigioni » e metteva in libertà i carcerati, ch' erano ventidue, diciotto uomini e » quattro donne. Si era presa nel giorno antecedente la precauzione di » trasferire al castello Sant' Angelo gli accusati di gravi delitti, di maniera >> che non v'erano in quelle prigioni che individui arrestati per leggiere colpe. Il cardinale camerlingo, dopo avere compiuto i suoi atti nel Qui»rinale, tornò al suo proprio palazzo scortato della guardia svizzera, di » cui un dappello doveva precederlo e un altro tenergli dietro ogni volta uscisse al pubblico prima dell' apertura del conclave. La morte di Sua » Santità lo metteva al possesso degli onori dovuti al capo della Chiesa » sino a quel punto. Il denaro coniato durante l'interregno doveva por» tare i suoi stemmi. Interveniva alle funzioni pubbliche affidate alla con» gregazione detta dei Capi d'ordine, composta del decano dei cardinali » vescovi-suburbicarii, del decano dei cardinali-preti e del decano dei cardinali-diaconi, e quindi del secondo vescovo, del secondo prete, del » secondo diacono, e così successivamente, finchè tutti, conformemente » alle regole, fossero stati alla lor volta chiamati di tre in tre giorni nel » loro ordine rispettivo. . . . Il cardinale penitenziere e il cardinale secre»tario dei brevi erano le sole autorità, i cui uffizii non rimanevano inter» rotti; tutte le altre dovevano essere riconfermate dal Sacro Collegio. Il tribunale della Rota, gli altri tribunali e la Dataria avevano sospese le » loro sentenze e le spedizioni delle Bolle. »

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Poco più poco meno, queste sono le consuete discipline, che si osservano nella chiesa di Roma ad ogni morte di papa. Anche i funerali soglionsi compiere secondo il prescritto ceremoniale; sicchè, narrati quelli di un papa, si può formarne un'idea di quelli di tutti. Udiamo pertanto la narrazione del medesimo Artaud (1). « Il corpo del santo Padre venne »imbalsamato: le viscere, senz' alcun apparato, furono trasportate nella

(1) Luog. cit.

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spavento e il rammarico doveva occupare tutta Roma, già dolentissima e mesta per la imminente perdita del suo amato pontefice e sovrano. La notte del 15 venendo il 16 luglio 1825 si appiccò furiosissimo incendio alla famosa basilica di s. Paolo fuor delle mura di Roma, sulla via Ostiense; e si, che in poche ore consunse la magnifica volta di cedri del Libano, che quindici secoli avevano rispettata. Cadutane in fiamme la sterminata tettoia, divenne in mezzo alla maggiore navata una terribile fornace, che schiantò, ruppe, e calcinò quasi tutte le cento venti colonne scanalate di marmo frigio, detto paonazzetto. Crollarono in parte allora le sovrapposte muraglie e in parte si fattamente creparono dal crollo énorme, che bisognò di poi demolirle. Nè rimasero illese dal fuoco le due massime colonne di marmo Salino, che reggevano il grand' arco sopra la confessione; nè scamparono dalla voracità delle fiamme altre colonne di granito della vasta crociera. Si liquefecero in parte le imposte di bronzo della porta maggiore: i musaici antichissimi si dislegarono in più luoghi; la basilica dell' apostolo delle nazioni diventò un ammasso di rovine. Pio VII aveva da giovinetto ricevuta la sua educazione monastica tra i benedettini del contiguo monastero. Fu incolpata dell'orrendo disastro la negligenza di un operaio, che lavorava sul tetto dell'edifizio, per riparare i piombi dei canali conduttori delle acque piovane: costui lasciò cadere da un caldano, di cui valevasi pel suo lavoro, inavvertitamente un carbone acceso, il quale dilatò di soppiato i suoi danni, finchè un'ora dopo la mezzanotte sviluppò l'inestinguibile suo accendimento. Pio VII, trentasei giorni dopo, moriva: a' 20 agosto dell'anno 1825.

Ebbero luogo le solite ceremonie e funzioni; delle quali non avendo io dato mai, in tutto questo lungo racconto sulla chiesa di Roma, un esatto ragguaglio, credo non inopportuno il farne qui la narrazione colle parole del biografo (1) Artaud, che n'era testimonio. « Subito dopo il >> funesto avvenimento, il cardinale Pacca, camerlingo, vestito cogli abiti paonazzi, accompagnato dai monsignori cherici di camera, vestiti in >> nero, trasferissi al Quirinale per riconoscere il corpo di sua Santità, e prendere in nome del sacro Collegio il possesso del palazzo papale e » del governo dello stato. Compiuto il processo verbale del riconosci>>mento del corpo, ricevette dal prelato, maestro di camera di sua

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(1) Storia del papa Pio vii, tom. 11. cap. XXXIX.

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» Santità, l'anello piscatorio, e dagli officiali, che n'erano i depositarii, gli » altri suggelli ed impronti diversi del pontefice defunto. Nello stesso tempo, per ordine del cardinale camerlingo, la grande campana del » Campidoglio annunziava al popolo la perdita che avea fatta, e il cardi»nale Della Genga, vicario di sua Santità, mandava a tutte le parrocchie l'ordine di rispondere al funesto annunzio. Secondo un'antica consue» tudine, il capo del rione della Regola portavasi nelle pubbliche prigioni » e metteva in libertà i carcerati, ch'erano ventidue, diciotto uomini e » quattro donne. Si era presa nel giorno antecedente la precauzione di >> trasferire al castello Sant' Angelo gli accusati di gravi delitti, di maniera » che non v'erano in quelle prigioni che individui arrestati per leggiere colpe. Il cardinale camerlingo, dopo avere compiuto i suoi atti nel Quirinale, tornò al suo proprio palazzo scortato della guardia svizzera, di » cui un dappello doveva precederlo e un altro tenergli dietro ogni volta uscisse al pubblico prima dell' apertura del conclave. La morte di Sua » Santità lo metteva al possesso degli onori dovuti al capo della Chiesa » sino a quel punto. Il denaro coniato durante l' interregno doveva por> tare i suoi stemmi. Interveniva alle funzioni pubbliche affidate alla con» gregazione detta dei Capi d'ordine, composta del decano dei cardinali >> vescovi-suburbicarii, del decano dei cardinali-preti e del decano dei » cardinali-diaconi, e quindi del secondo vescovo, del secondo prete, del » secondo diacono, e così successivamente, finchè tutti, conformemente » alle regole, fossero stati alla lor volta chiamati di tre in tre giorni nel » loro ordine rispettivo. . . . Il cardinale penitenziere e il cardinale secre»tario dei brevi erano le sole autorità, i cui uffizii non rimanevano inter>> rotti; tutte le altre dovevano essere riconfermate dal Sacro Collegio. Il » tribunale della Rota, gli altri tribunali e la Dataria avevano sospese le » loro sentenze e le spedizioni delle Bolle. »

Poco più poco meno, queste sono le consuete discipline, che si osservano nella chiesa di Roma ad ogni morte di papa. Anche i funerali soglionsi compiere secondo il prescritto ceremoniale; sicchè, narrati quelli di un papa, si può formarne un'idea di quelli di tutti. Udiamo pertanto la narrazione del medesimo Artaud (1). « Il corpo del sanio Padre venne »>imbalsamato: le viscere, senz' alcun apparato, furono trasportate nella

(1) Luog. cit.

Vol. L

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» chiesa di Sant'Anastasia, parrocchia del Quirinale; e il corpo, vestito » della soltana bianca, colla stola e.colla croce pettorale rimase esposto » sopra un catafalco in una delle sale del palazzo. Le guardie svizzere » erano alla porta esteriore; la guardia nobile, istituzione dovuta ai pri» mi giorni del regno di Pio VII, occupava la sala funebre; e quattro dei » suoi uffiziali erano intorno al cadavere. Una folla immensa di gente » copriva tutta la piazza di Monte-Cavallo, la quale disputavasi l'entrata >> nel palazzo, che si concedeva ad intervalli, e per tante persone sola» mente quante ne poteva capire quella sala. Alle ore 9 della mattina sus» seguente il papa venne trasportato al Vaticano. Il corteggio, preceduto » da uno squadrone di cavalleria e dal numeroso siuolo de' suoi servi»tori con torcie accese, inoltravasi lentamente fra mezzo alla calca: era » composto principalmente dalla guardia nobile, dalla guardia civica, » dalla guardia svizzera e dai diversi corpi della guarnigione di Roma, >> con sette pezzi di artiglieria e i loro cassoni. Seguiva il corpo del pon» tefice, col viso scoperto, in una lettiga sormontata da un baldacchino e portata da due mule. I primarii officiali della sua casa e i dodici peni» tenzieri di s. Pictro l' attorniavano, ma non era accompagnato da nes>> sun altro sacerdote in abito ecclesiastico, nè sentivasi alcun canto religioso. La testa era coperta del cappello pontificio. Al suono di una » musica guerriera, e con un apparato, che sembrava annunziare i fune» rali di un generale d'eserciti piuttosto che quelli di un sommo Ponte»fice, Pio VII entrò in s. Pietro: ma tale è l'uso. » Egli è pur uso, come in altre corti principesche, che il cadavere dell' ultimo pontefice abbia sempre il suo luogo apposito: ed è al di sopra della porta d'una tribuna della cappella dei canónici. Quando uno ne muore, se ne toglie il predecessore, che va trasferito al posto destinatogli, oppure da lui medesimo stabilitosi nel testamento; dov' egli stava, si colloca il defunto recente.

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A tenore delle bolle di Clemente XII si radunarono i cardinali a tenere le stabilite congregazioni, per trattare del conclave e delle persone da scegliervisi (4). Nella prima congregazione, che tennesi dopo la morte di Pio VII, il cardinale della Somaglia, decano del sacro Collegio, dichiarò di avere avuto in deposito dal suo antecessore cardinale Mattei un piego

(1) Vedasi nella pag. 341 e nelle seguenti la compendiosa esposizione che io recai delle bolle medesine.

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di carte suggellato, con ordine di non poterlo aprire che dopo la morte del papa e alla presenza dei cardinali raccolti nella prima congregazione. Si aprì dunque il piego, e vi si trovarono due Brevi del pontefice, scritti a Fontainebleau. « Nel primo di questi Brevi, narra l'Artaud, il papa » ordinava ai cardinali di riunirsi immediatamente sotto la presidenza >> del cardinale decano, e, derogando a tutte le antiche costituzioni per » non prendere in considerazione, che l'impero delle circostanze ed i pericoli della Chiesa, d'eleggere un papa nel più breve intervallo di tempo ed a pluralità di voti. Il secondo conteneva le medesime disposizioni, colla sola differenza che il papa domandava, per consecrare l'e» lezione, i que terzi delle voci secondo l'uso antico. Monsignor Muzio, » segretario del sacro Collegio, prese allora la parola, e dichiarò d'esser depositario di un terzo Breve, di cui per ordine del papa, e sotto il sa»cro suggello della confessione egli stesso era stato il compilatore. Il » Breve portava la data dell' ottobre 1821, verso quel tempo, in cui il » papa avea fulminato la Bolla contro i Carbonari. Il santo Padre ordi» nava, che si procedesse all' elezione subito dopo la sua morte per via d'acclamazione, se fosse possibile, e per così dire alla presenza del cada» vere ancora tiepido: che questa elezione si facesse in secreto, senza » aspettare i cardinali fuori di Roma, senza prevenire i ministri accredi» tati, senza ragguagliarne le corti, senza occuparsi de' funerali, prima » che il grande atto fosse consumato. Il santo Padre, colle più patetiche » espressioni, raccomandava ai cardinali l'unione, richiamava alla loro » memoria, che quasi tutti erano sue creature, e dicea che la ricono»scenza, congiunta all' amore della religione e della patria, doveva assi» curarlo della loro obbedienza. Quest' ultimo Breve destò vivissima » commozione. Ma tutta la congregazione fu abbastanza saggia per rico»> noscere, che gli ordini emanati da sua Santità nei giorni, in cui le con» seguenze della rivoluzione di Spagna e del Piemonte agitavano l' Italia, » non erano più applicabili alle circostanze attuali. »

Trascorsi infatti i novendiali del pontefice Pio VII, i cardinali entrarono nel conclave, che per la prima volta s'incominciò a tenere nel palazzo Quirinale. Fu costrutto precisamente in quel braccio di palazzo, ch'è sulla strada, da cui si va alla porta Pia. Primieramente fu serrata con due barriere la strada dal monastero di santa Maddalena a quello de' santi Gioachino ed Anna alle quattro Fontane. Gli appartamenti dei due piani

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