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Intanto la chiesa di Velletri, piagata profondamente per la deserzione del suo pastore, divisa in feroci partiti, chi a favore e chi a disprezzo dello sconsigliato Giovanni, aveva bisogno di provvido e saggio medico, che la curasse delle sue ferite, aveva bisogno di una pietosa ed esperta guida, che sulla strada la riconducesse del buon costume e della virtù. Non v' ha dubbio, che il novello pontefice Nicolò II non le mandasse perciò lo zelantissimo cardinale vescovo di Ostia, Pietro Damiano, in qualità di legato apostolico ad emendare, a punire, a riformare, a tenore delle necessità, il contaminato gregge di Velletri. Tanto è certa questa missione di s. Pier Damiano, che alcuni gravi scrittori (4) lo dissero vescovo di essa chiesa, succeduto allo scismatico Giovanni; negli stessi archivii di Velletri lo si trova registrato come tale ai tempi di papa Alessandro II, l'anno 1064; e persino egli medesimo in una sua lettera (2), ove rendeva conto al pontefice del suo operato su questa chiesa, chiama suoi i canonici di Velletri, e dice: « Refero tibi de canonicis nostris, sanctae videlicet Vele>> trensis Ecclesiae. » Per le quali cose conchiuse Teolo (3), essere stato trasferito il Damiano alla sede veliterna, dopo di avere ottenuto dal suddetto pontefice di poter lasciare l'ostiense. Ma ciò non fu. Questo santo ottenne bensì da Alessandro II la licenza di ritirarsi nell'antico suo monastero di Fonte-avellano; ma rimase tuttavia vescovo di Ostia, e vi rimase sino alla morte. A testimonianza di ciò abbiamo le parole di lui medesimo in una lettera al pontefice, ove dice (4): « O quam jucundum, » quam suave nuncium, quam denique dulcis ad aures meas nuper fama » devenit, quae vos Ostiensem Comitatum mihi subtraxisse et alii tradi» disse perhibuit.... Ultro etiam divinam imploro clementiam, ut epi» scopatum quoque quantocyus ordinare non differas, et sterile arenosi >>litoris antrum mihi de manibus tollas. » E ch' egli rimanesse vescovo di Ostia e non lo sia mai stato di Velletri ci assicura anche la lettera dello stesso papa Alessandro II agli arcivescovi della Francia, ai quali comanda di prestargli ossequio e di obbedirgli come a suo legato apostolico, e lo qualifica vescovo di Ostia, non già di Velletri. L'aver egli poi detto suoi i canonici di questa chiesa e l' esserne stato registrato negli archivii potè ben facilmente accadere si perchè le affettuose sollecitudini

(1) Ved. Teolo nel suo Theatr. histor. Velitern. lib. 1; e Bartol. Piazza nella Hierarch. cardinalitia.

(2) Lib. 1, lett. 10.
(3) Luog. cit.

(4) Lib. 1, lett. 15.

del santo visitatore apostolico li facevano al suo cuore considerare come suoi proprii, e si perchè la riconoscenza di quel clero, a cui Pier Damiano prestava per delegazione gli uffizii di proprio pastore, lo fece annoverare in quei dittici, senza veruna particolar nota della sua qualificazione. Non apparisce però quanto tempo durasse l'apostolico ministero del Damiano su questa chiesa: bensì nel 1085 aveva ella suo vescovo ODONE II, del quale si ha memoria, perchè da una iscrizione in marmo, ch'è nella chiesa di s. Silvestro, si raccoglie averne egli celebrato in quest'anno la solenne consecrazione a' 20 di luglio. Circa lo stesso tempo aveva invaso la santa sede romana l' antipapa Guiberto, sotto il nome di Clemente III, e le violenze e gli scandali di costui desolavano, siccome tutte le altre, così anche la chiesa di Velletri. Stette essa perciò senza pastore per varii anni: e intanto sempre più si moltiplicarono i disordini, le usurpazioni, il disprezzo della ecclesiastica disciplina. Ma finalmente, collocato sulla cattedra di s. Pietro il papa Pasquale II, e ristabilita alcun poco la pace per la morte degli scismatici usurpatori della tiara pontificia, fu provveduto anche ai bisogni della chiesa veliterna. Cominciò il papa, ad istanza della città medesima, dal frenarne gli abusi col mandarle nell'aprile del 1102 un diploma, che stabiliva i confini della giurisdizione di lei; e ne dichiara in esso i motivi sin dalle prime parole, dicendo: « Et prava corrigere et recta firmare commissi loci, et officii debito commonemur. Idcir» co juxta petitionem vestram omnes pravas consuetudines vel exactiones, » quas haeresiarcha Guibertus Provenatus (4) quondam episcopus, mox apostolicae sedis invasor imposuit de medio vestrae civitatis penitus >> abolere praesentis paginae auctoritate decernimus. Illam vero benigni»tatem, quam a praedecessore sanctae memoriae Gregorio VII civitas » vestra promeruit, Nos quoque, tam vobis quam posteris vestris, in Apo» stolicae Sedis fidelitate permanentibus, firma manere sancimus, etc. »

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Dopo la quale sapiente determinazione, il pontefice provvide di pastore la chiesa veliterna, e le diede il cardinale LEONE III, nell'anno 1405. Questi fu l'ultimo, che ne portasse il titolo e che la reggesse disgiunta dalla chiesa di Ostia: dal 1146 o 17, siccome ho narrato di sopra, slette senza vescovo, amministrata da quello di Ostia, e soltanto ai tempi di Eugenio III le fu canonicamente congiuta. Quindi è, ch'io proseguo adesso la storia delle due chiese, come di una sola, perchè da un solo pastore governale e possedute. (1) Dovrebbe dire Ravenatus.

OSTIA E VELLETRI

Il primo vescovo adunque, che s'intitolasse canonicamente di Ostia

e Velletri, fu nell' anno 1150, poco dopo il decreto della loro unione, il monaco cisterciense Uco, il quale nella serie degli Ostiensi sarebbe il quadragesimo terzo, e in quella de' Veliterni il vigesimo quinto (1). Egli illustrò la sua chiesa con virtuosi esempi di santità ed ottenne dagli scrittori de' suoi giorni belle testimonianze di stima e di lode, per cui alla posterità divenne chiaro il suo nome. Viveva in amicizia strettissima col santo abate Bernardo, sotto la cui regola aveva professato vita monastica, e da cui molte lettere ricevette, le quali esistono tra le opere di esso santo dottore. Anche in varii diplomi del papa Eugenio III è spesso nominato. Mori nell' anno 1458 ed ebbe subito suo successore UBALDO Allucingoli, ch' era prima stato canonico di Lucca sua patria, poi cardinale del titolo di santa Prassede. Lo aveva decorato della porpora il pontefice Innocenzo II, ed egli aveva prestato la sua assistenza a sette pontefici quando, nel 1184, fu sollevato alla cattedra di s. Pietro col nome di Lucio III. Sei anni prima d'esser fatto papa, egli fu uno dei vescovi, coi quali volle trattare l'imperatore Federigo Barbarossa sul proposito della pace e della concordia colla chiesa romana; egli anzi nominatamente fu chiesto al pontefice, perchè andasse a Pavia con Bernardo vescovo di Porto e con Guglielmo cardinale di s. Pietro in Vincoli. « Vennero tutti e tre a Pavia, dice il Muratori (2), forse più a requisizione dei Lombardi, che di » Federigo; loro fu fatto grande onore; molte furono le conferenze

(1) Secondo il Piazza, che si appoggia all' autorità del Ciaconio e del Mancinelli, il primo vescovo di Ostia e Velletri congiuntamente sarebbe stato il cardinale Al

Vol. 1.

berico, che io ho nominato il penultimo tra i vescovi di Ostia: ma non trovo, che corrispondano esattamente le date.

(2) Muratori Ann. d'Ital, auu. 1175.

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del santo visitatore apostolico li facevano al suo cuore considerare come suoi proprii, e si perchè la riconoscenza di quel clero, a cui Pier Damiano prestava per delegazione gli uffizii di proprio pastore, lo fece annoverare in quei dittici, senza veruna particolar nota della sua qualificazione. Non apparisce però quanto tempo durasse l'apostolico ministero del Damiano su questa chiesa: bensì nel 1085 aveva ella suo vescovo ODONE II, del quale si ha memoria, perchè da una iscrizione in marmo, ch'è nella chiesa di s. Silvestro, si raccoglie averne egli celebrato in quest'anno la solenne consecrazione a' 20 di luglio. Circa lo stesso tempo aveva invaso la santa sede romana l' antipapa Guiberto, sotto il nome di Clemente III, e le violenze e gli scandali di costui desolavano, siccome tutte le altre, così anche la chiesa di Velletri. Stette essa perciò senza pastore per varii anni: e intanto sempre più si moltiplicarono i disordini, le usurpazioni, il disprezzo della ecclesiastica disciplina. Ma finalmente, collocato sulla cattedra di s. Pietro il papa Pasquale II, e ristabilita alcun poco la pace per la morte degli scismatici usurpatori della tiara pontificia, fu provveduto anche ai bisogni della chiesa veliterna. Cominciò il papa, ad istanza della città medesima, dal frenarne gli abusi col mandarle nell'aprile del 1402 un diploma, che stabiliva i confini della giurisdizione di lei; e ne dichiara in esso i motivi sin dalle prime parole, dicendo: « Et prava corri»gere et recta firmare commissi loci, et officii debito commonemur. Idcir» co juxta petitionem vestram omnes pravas consuetudines vel exactiones, » quas haeresiarcha Guibertus Provenatus (1) quondam episcopus, mox » apostolicae sedis invasor imposuit de medio vestrae civitatis penitus » abolere praesentis paginae auctoritate decernimus. Illam vero benigni» tatem, quam a praedecessore sanctae memoriae Gregorio VII civilas » vestra promeruit, Nos quoque, tam vobis quam posteris vestris, in Apo» stolicae Sedis fidelitate permanentibus, firma manere sancimus, etc. »

Dopo la quale sapiente determinazione, il pontefice provvide di pastore la chiesa veliterna, e le diede il cardinale LEONE III, nell'anno 1405. Questi fu l'ultimo, che ne portasse il titolo e che la reggesse disgiunta dalla chiesa di Ostia: dal 1446 o 17, siccome ho narrato di sopra, slette senza vo, amministrata da quello di Ostia, e soltanto ai tempi canonicamente congiuta. Quindi è, ch'io proseguo ad

chiese, come di una sola, perchè da un solo pastore

(1) Dovrebbe dire Ravenatus.

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OSTIA E VELLETRI

Il primo vescovo adunque, che s'intitolasse canon come

e Velletri, fu nell' anno 1150, poco dopo il decreto del.
monaco cisterciense UGo, il quale nella serie de f
quadragesimo terzo, e in quella de' Veliterni il vos e
illustrò la sua chiesa con virtuosi esempi di sani, e-
tori de' suoi giorni belle testimonianze di stim.
posterità divenne chiaro il suo nome. Viveva i
santo abate Bernardo, sotto la cui regola av. **
e da cui molte lettere ricevette, le qual că
santo dottore. Anche in varii diplomi dei 1.
nato. Mori nell' anno 1158 ed ebbe sub..
cingoli, ch' era prima stato canonico.
del titolo di santa Prassede. Lo avev-
Innocenzo II, ed egli aveva presta
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