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Altri posteriori pontefici vi soggiornarono e ne visitarono oltrechè i civili edifizii anche le chiese; perciò ne voglio narrare compendiosamente le principali circostanze, che gioveranno all'enumerazione delle chiese che comprende la città. E prima dirò di Benedetto XIV, il quale nell'anno quarto del suo pontificato venne pomposamente a vederne i lavori che vi aveva ordinato. Addì 27 aprile vi fu ricevuto tra gli spari delle artiglierie e le acclamazioni di giubilo dell'esultante popolo. Entrò nella chiesa principale dei domenicani intitolata a santa Maria; poi passò alla fortezza, di cui gli furono presentate colla dovuta formalità in un bacino le chiavi, e di cui visitò la chiesa, i fortini, le cortine, i baloardi. La sera, mentre la città vagamente illuminata esultava per la presenza del suo pastore e sovrano, gli furono presentati dal civico municipio un ricco calice, una pianeta ed altri regali. All'indomani, ch'era la festa di santa Firmina protettrice della città, celebrò la messa in santa Maria de' domenicani, all'altare dedicato alla santa: dopo il mezzodi andò a visitare la chiesa dei cappuccini. Si recò, nel giorno 29 a s. Giovanni di Dio de' Fate-benefratelli, ascoltò messa, entrò nel contiguo ospitale, fece la benedizione della mensa degl' infermi, li regalò di vivande e dolci e di uno scudo per ciascheduno. Passò quinci a vedere la chiesa della confraternita della morte, e verso sera si recò di bel nuovo ai cappuccini. Nel vegnente dì, ch' era domenica, celebrò la messa nella chiesa de'conventuali; e poichè correva la festa di santa Caterina da Siena, visitò la chiesa dei domenicani. Delle pompe e degli spettacoli, ch' ebbero luogo, non parlo. Il primo giorno di maggio Benedetto XIV andò a celebrare la messa nella chiesa de' fratelli della buona morte, i quali ammise al bacio del piede; poscia passò all'ospitale, ch'egli aveva fatto fabbricare pei condannati della darsena: quindi recossi alla chiesa di s. Giovanni Battista commenda dell'ordine gerosolimitano. Nel di seguente assistette alla messa in s. Nicolò de'religiosi della dottrina cristiana; visitò la chiesa de' confratelli del Gonfalone; e finalmente nella mattina del giorno 4, dopo avere sparso molte beneficenze ed avere concesso la libertà a trentacinque forzati, parti alla volta di Roma (1).

Anche il papa Clemente XIII, nella primavera del 1762, visitò solennemente la città, e in essa le varie chiese di Civitavecchia. Tra le varie

(1) Nei num. 4647 e 4650 dei diarii di Roma dell'anno 1747 è narrato minutamente il viaggio, la dimora e la partenza di Benedetto XIV in siffatta occasione.

be neficenze ch' egli le imparti, non devo tacere l'erezione da lui ordinata di un ospitale per le donne, e di un conservatorio per le orfane ed oneste zitelle: in capo a tre anni lo vide condotto a termine; la spesa ne montò a diecimila scudi. Più splendido il successore Clemente XIV rizzò il grandioso tempio, che ora è la cattedrale, sotto l'invocazione di s. Francesco d' Assisi, perciocchè lo donava ai suoi frati conventuali. Pio VI fu egualmente benefico verso questa città, le sue chiese e i pii luoghi; sotto il suo pontificato entrarono ad impadronirsene gl'inglesi addi 26 settembre del 1799. Ricomposte le cose, vi fece dimora per alcuni giorni, nell' aprile del 1804, anche il pontefice Pio VII, che diede luogo ad ecclesiastiche ed a civili allegrezze e feste. La universale soppressione degli ordini religiosi colpi, senza riserva alcuna, tutte le famiglie dei regolari che avevano casa in questa città; nè vi tornarono che nel posteriore ripristinamento. Lo stesso pontefice ne sollevò la città e la provincia al grado di delegazione apostolica: tuttavolta sino alla morte di lui la chiesa di Civitavecchia continuò ad essere sottoposta alla giurisdizione del vescovo di Viterbo e Toscanella, senzachè ne portasse neppure il titolo; ridotta alla condizione di vescovato soppresso.

PORTO, SANTA RUFINA

E CIVITAVECCHIA

L'esaltamento di Leone XII al trono pontificale segnò l'epoca di un

esaltamento onorevolissimo per la chiesa di Civitavecchia. Egli infatti dopo la morte del cardinale Gabriele Severoli, vescovo di Viterbo e Toscanella, nel 1826 ne tolse la città e diocesi alla unione di quelle due chiese, ne eresse in cattedrale il bel tempio di s. Francesco d'Assisi, che sino dal 1805 era stato eretto in collegiata dal pontefice Pio VII con un breve del 6 agosto di quell'anno; e l'aggregò canonicamente alle due unite chiese di Porto e santa Rufina, in modo che al titolo di queste venisse soggiunto anche quello di essa. Così diventò Civitavecchia una delle chiese suburbane, governata sempre, in unione alle due precedenti, da un cardinale vescovo, che per la sua dignità e pel suo grado dev'essere sempre il sotto-decano del sacro collegio. La bolla di siffatta erezione esiste nella cancelleria di Civitavecchia; incomincia: De dominici gregis salute, ed ha la data del 20 dicembre del 1825. Era allora nella dignità di sottodecano del sacro collegio il memorando cardinale BARTOLOMEO Pacca, il quale da questo tempo cominciò a dirsi non più cardinale vescovo di Porto e santa Rufina soltanto, ma bensi di Porto, santa Rufina e Civitavecchia. Institui conseguentemente il pontefice in questa nuova cattedrale anche un nuovo capitolo: esso è formato di un prevosto, di otto canonici compreso il teologo e il penitenziere, di alcuni beneficiati e di cherici inservienti alla sacra uffiziatura. Vi è di recente anche un canonico onorario. La cattedrale è parrocchia ed il prevosto n'è il parroco: ha la città tre altre parrocchie, e sono: s. Antonio, chiesa di minori conventuali; s. Maria de'do menicani, ch'è veramente la prima chiesa, detta perciò chiesa matrice; la terza parrocchia, ch'è bensì in città, ma che non ha nulla da fare coi cittadini è s. Barbara dei cappuccini, alla cui cura sono affidati i galeotti

della fortezza: il presidente (chè così si chiama il frate che fa da capo) ha quattro cappellani cappuccini. In Civitavecchia sono inoltre anche tre fiorenti confraternite del Nome di Dio con suo Oratorio; del Gonfalone, che vuolsi istituita da s. Bonaventura quando passò per andare al concilio di Lione; e della morte. V'è inoltre la bella chiesa de' frati ospitalieri, il cui contiguo ospitale è civile e militare. Fuor delle mura è una chiesa di cappuccini col loro convento: il titolare n'è s. Felice. Da questo medesimo tempo della sua cospicua elevazione incominciò la chiesa di Civitavecchia ad avere presente un vescovo in partibus, che vi adempie le funzioni episcopali in qualità di suffraganeo, essendone il suo proprio pastore per lo più assente, secondo il sistema de'cardinali vescovi suburbicarii. Traslocato il cardinale Pacca da queste alle chiese di Ostia e Velletri il di 5 luglio 1830, gli fu dato successore immediatamente il cardinale vescovo di Galeffi PIERFRANCESCo, nato in Cesena. Egli si recò a Civitavecchia nel maggio dell'anno 1855, allorchè il regnante pontefice Gregorio XVI venne a visitarne la città. Magnifiche furono le feste celebrate in così lieta circostanza: le più furono secolaresche e civili; nulla avevano di straordinario l' ecclesiastiche. Fu generoso di beneficenze il pontefice, particolarmente per la pubblica istruzione, per lo più ampio dilatamento della città, per la maggiore sicurezza del porto. A farne perpetua la memoria, fu coniata nel susseguente anno 1856 una medaglia con sopra il motto: CENTVMcell. vrbe amPLIFICATA, e sotto: PORTV REDDITO TVTIORE.

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Morto il Galeffi a'18 del giugno 1857, gli venne dietro in questa dignità, dopo tre mesi e mezzo di vacanza, il cardinale EMMANUELE De Gregorio, napoletano, uomo che altamente sentiva il peso della sua dignità, e ne conosceva i doveri. Egli infatti, appena prese il possesso del nuovo vescovato, si prese cura sollecita del gregge a lui affidato attese col proprio denaro all'erezione del seminario, di cui appena erano state poste dai suoi predecessori le prime pietre: provvide al bisogno di più comode abitazioni pei canonici: ingrandi ed elegantemente adornò il palazzo episcopale. Fu aperto da lui medesimo il seminario con solenne pompa ecclesiastica nel giorno 10 dicembre del susseguente anno 1858: subito dopo intraprese anche la visita pastorale della sua diocesi.

La sua morte, avvenuta in Roma il di 7 novembre del 1859, colmò d'inesprimibile amarezza la sua vedova chiesa. Anche del pubblico vantaggio dei cittadini di Civitavecchia e del prosperamento di essa

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erasi reso in più guise benemerito e degno dell' universale stima e affezione.

Vescovo cardinale di Porto, santa Rufina e Civitavecchia fu eletto, nel concistoro del dì 22 novembre 1859, GIANFRANCESCO Falzacappa, nato in Corneto, traslocato a queste dalla chiesa di Albano, il quale morì in Roma il 18 novembre dell'anno 1840. A lui venne sostituito, nel concistoro del di 14 dicembre dell'anno stesso, il già cardinale vescovo di Palestrina CARLO-MARIA Pedicini; cui morto nel 1843 a' 19 di novembre fu provveduta la triplice sede colla elezione del cardinale VINCENZO Macchi, traslocatovi, a' 22 gennaio 1844, dalla chiesa di Palestrina. Egli è nato in Capo di monte nella diocesi di Montefiascone, ed è l'attuale possessore di queste chiese, sotto decano del sacro collegio.

CASTELLI E TERRE

APPARTENENTI ALLA GIURISDIZIONE.

DEL CARD. VESC. DI QUESTE CHIESE.

Nessuna delle sei chiese suburbicarie è così ricca di castelli e di terre, come lo è questa di Porto. Di esse, almeno le più cospicue, mi è forza di ricordare, acciocchè più chiara idea possa aversi e più estesa della cospicuità di questa sede. È inutile che io le distribuisca sotto le particolari diocesi di cui un tempo formavano parte: sono ora sotto un solo pastore; che il suffraganeo non è, chè in sussidio del solo che le possede; e perciò come una sola diocesi le considero.

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MACCARESE pare che fosse anticamente il luogo, che dicevasi Selva Candida, ove sostennero il martirio le sante Rufina e Seconda. Per comodo dei coloni di questi dintorni è qui la chiesa intitolata a s. Giorgio. PALO si crede con molto fondamento, che fosse qui Alsio, non ignobile colonia dei Romani, distrutta da Bruto e Collatino per vendicare l'oltraggio fatto da Tarquinio alla pudicizia della famosa Lucrezia. Di questa rocca scriveva Rutilio :

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« Alsium praelegitur tellus; Pyrgiquae recedunt;
Nunc villae grandis, oppida parva prius.

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