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XC. XCI.

XCII.

XCIII.

XCIV.

XCV.

XCVI.

XCVII.

XCVIII..

XCIX.

C.

CI.

CII.

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CIV.

CV.

CVI.

CVII.

CVIII.

CIX.

CX.

CXI.

CXII.

CXIII.

CXIV.

Nell' anno 1557. Federigo Cesi.

1562. Giovanni X Morone.

1564. Cristoforo Madruzzi.
1570. Ottone Trusch.

1575. Giulio II della Rovere.
1578. Giannantonio II Serbelloni.
1585. Gianfrancesco I Gambara.
1587. Marc' Antonio I Colonna.
1597. Giulio-Antonio Santorio.
1602. Alessandro III Medici.
1605. Agostino Valier.
1606. Ascanio Colonna.
1608. Antonmaria Galli.
1614. Fr. Gregorio Petrochini.
1612. Benedetto Giustiniani.
1615. Franceseo-Maria dal Monte.
1621. Ottavio Bandini.

1624. Andrea III Peretti.

1626. Domenico Ginnasio.

1629. Marcello Lante.

1629. Pietro-Paolo Crescenti.
1644. Guido V Bentivoglio.
1644. Alfonso De-la-Queva.
1655. Bernardino Spada.
1661. Antonio III Barberini.

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CXXVII.

CXXVIII.

CXXIX.

CXXX.
CXXXI.
CXXXII
CXXXIII.
CXXXIV.

CXXXV.
CXXXVI.

CXXVI. Nell' anno 1759. Giambattista Altieri.

1740. Vincenzo I Petra.

1747. Antonio-Saverio Gentili.

1755. Giuseppe I Spinelli.

1759. Federigo-Marcello Lante della Rovere.
1765. Gianfrancesco II Stoppani.
1775. Gerolamo III Spinola.
1784. Marc' Antonio II Colonna.
1794. Leonardo Antonelli.
1800. Alessandro IV Mattei..
1809. Aurelio Rovarella.

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GABIO

Nobile città del Lazio fu un tempo GABIO; ma il furor delle guerre la

ridusse al niente con tanto impeto da somministrare argomento a lunghe dispute intorno al luogo di sua esistenza. Altri la vogliono dov'è il castello dei Colonnèsi; altri dicono aver essa alzato la fronte sulla terra, che ora dicesi di Gallicano; altri nella terra di Zagarolo. Certo è, che negli antichi tempi fu Gabio città assai forte, che seppe resistere lungo tempo alla potenza romana, a cui finalmente dovette andar sottoposta. Abbiamo da Cicerone, nella orazione a favore di Plancio, che questa città diventò municipio romano. Grutero nelle sue iscrizioni osserva, che i. Gabini professavano particolar culto a Venere, la quale dal nome della città era detta Venere gabinia: e vi aveva il suo tempio. Da lei trassero la loro denominazione alcuni poderi che le appartenevano, dei quali anche il bibliotecario Anastasio narrò, essere stato trasmesso il dominio dal papa Sisto III alla basilica di santa Maria Maggiore, acciocchè ne traessero il loro sostentamento i ministri: e parlandone li nomina: Praedia Gabiniana in dioecesi Praenestina.

Anche a Giunone Argiva sorse qui illustre tempio: ce ne assicura Virgilio ove dice (1):

Quique altum Praeneste viri, quique arva Gabinae

>> Junonis, gelidumque Anienem et roscida rivis

>> Hernica saxa colunt. »>

Taccio per brevità quanto dissero di Gabio gli antichi storici e i poeti: noterò soltanto, essere ella stata città si ragguardevole, che nei tempi

(1) Nel lib. vi dell'Eneide.

622

cristiani ebbe persino cattedra episcopale. Tanto in Gallicano quanto in Zagarolo; fosse l'una o fosse l'altra la vescovile città, nol decido; esistono antichi vestigii di cristiano culto, e tali da farci presumere, che la luce evangelica vi fosse recata dallo stesso principe degli apostoli. Tuttavolta i suoi primi vescovi ci sono ignoti, nè ci giunsero i nomi di quelli che precedettero la metà del quinto secolo. Devo anche notare, che da taluni fu confuso il vescovato di Gabio con quello di Gubbio, e da tali altri con quello di Gravina: ma il differente modo di sottoscrizioni, che si osserva nei varii concilii, abbastanza ci persuade essere stata questa una sede vescovile, distinta affatto da quelle.

I vescovi pertanto, che si conoscono furono i seguenti: ASTERIO, che fu al concilio romano del papa Ilario nel 465; ANDREA, che nel 487 sottoscrisse a quello di Felice III; MERCURIO, ch' è annoverato tra quelli che intervennero ai sinodi del papa Simmaco nel 501 e nel 504; MARTINO, che assisteva al concilio lateranese dell' anno 649; MARTINIANO, o Marciano, che sottoscrisse al romano del 721; NICETA, sul quale insorge un dubbio se fosse vescovo di Gabio o di Gubbio, perciocchè nel concilio romano del 745 si vede notato in alcuni manoscritti Gabiense in altri Gubinate: ma sembrami, che il dubbio sia tolto affatto allorchè si osservi che nel concilio, similmente romano, dell' anno 745 egli è sottoscritto Niceta Gabiis. Dopo di lui, sino all' 826 non trovasi verun nome, ed in questo anno si sa, che sottoscriveva al concilio di Roma un GREGORIO, cui l' Ughelli erroneamente fa appartenere alla chiesa della Sabina. Poscia, nell' 853, nell' 864 e nell' 868, nei tre differenti sinodi di questi anni trovasi il nome di PIETRO vescovo gavense; e finalmente nei concilii dell'876 e dell' 879 si legge il nome di LEONE. E qui ogni memoria della chiesa di Gabio si perde nella nebbia dei secoli.

SUBAUGUSTA

Gli stessi dubbii, che sorgono tra gli scrittori per fissare il luogo ove

esistesse la città di Gabio, ci si affacciano anche per determinare il sito ove fosse la vescovile città, non però come quella cospicua e ragguardevole, di SUBAUGUSTA : e chi la Colonna e chi Zagarolo le vogliono succeduti. Senza occuparmi di siffatte questioni, che mi lascierebbero poi alla fin fine nel buio in cui sono, dirò, che dalle sottoscrizioni di alcuni sinodi appare abbastanza chiaramente esservi stati dei vescovi di questo luogo e che dalle testimonianze degli antichi geografi e degl'itinerarii raccogliesi, avere esistito cotesta sede nei dintorni della città di Preneste. Quattro soli nomi di vescovi ci tramandò l' antichità, ed ogni altra notizia andò seppellita sotto le rovine della perduta città. Essi furono : CRESPIANO, intervenuto al concilio di Roma del 465; PIETRO, che sottoscrisse a quello del 487; MASSIMIANO, presente al primo sinodo del papa Simmaco nel 499; e GIOCONDO, che assistette a quello del 502, radunato dallo stesso pontefice.

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