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«

Egli, primo, non altrimenti la poesia volgare tra noi Italiani esaltò e recò in pregio, che la sua Omero fra' Greci e Virgilio tra' Latini. »

G. BOCCACCIO.

<< Poichè i fati ci niegano per ora le grandi cose, prepariamoci a quello che dovremo essere un giorno, studiando quello che fummo nei nostri gloriosi maggiori, e massime in un Poeta che amò tanto la patria, che la fece si grande!

»

F. DE SANCTIS.

<< Dalle pagine nelle quali Dante vive immortale, esce qualche cosa che di per sè tende all'alto. . . In quella immensa rappresentazione di ciò che « si squaderna per l'universo sovrastanno luminose le qualità compiute della natura italica, dell' umana: il pensiero e il sentimento, il concetto e l'ispirazione, l'azione e l'idealità.»

I. DEL LUNGO.

CAPITOLO I.

LA DIVINA COMMEDIA

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Prima idea della Divina Poema. Le discese mito

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Dante, il suo secolo e l'opera sua. Commedia. Titolo e forma del logiche all' Averno. Omero e Vergilio. Le descrizioni dei regni eterni nel Medio Evo: morali, politiche, satiriche. Se e quanto Dante vi abbia attinto. Ispirazione del Poema. Epoca in cui fu composto. Epica, lirica, drammatica e didascalica nella Divina Commedia. Suddivisione di essa. Metro. Architettura e proporzione. Concetto morale dell'Opera. Senso letterale. Senso allegorico-morale. Senso allegorico-politico. Il Veltro. Forma de' tre regni. La mitologia nella Divina Commedia.

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Vergilio e Beatrice. L'umano nel Divino Poema. Lingua e stile. Studio dell'anima. Studio della natura. - Pittura, scultura, armonia,

satira e comico nella Divina Commedia. Difetti.

ER l'Italia l'epoca dei Comuni fu un'età nuova, grande per azioni vigorose, per epiche vittorie e tragiche cadute; e se le lotte fra Guelfi e Ghibellini

segnano nella nostra storia una pagina sanguinosa, l'ammirabile Lega Lombarda, Pontida e la giornata di Legnano, sono uno dei più splendidi fra i ricordi italiani. Ma il frutto che si ottenne non fu proporzionato al sacrificio, e in causa delle lotte interne i Comuni lentamente decaddero. Dominò la violenza, e la lotta fra Papato ed Impero si manifestò sotto mille forme diverse: lotta fra la casa di Svevia e quella d'Angiò, fra città e città, fra cittadini e cittadini, e fece scorrere continui rivi di sangue, sì che giustamente lo sdegno di Dante prorompeva contro le terre d'Italia, piene di tiranni dove:

l'un l'altro si rode

Di que' che un muro ed una fossa serra. 1)

1) Purg. VI. 83-84

Com' egli accennava al dissidio fra Montecchi e Cappelletti a Verona, fra Monaldi e Filippeschi in Orvieto, avrebbe potuto accennare a discordie quasi in ogni città italiana: Buondelmonti contro Uberti in Firenze, Panciatichi contro Cancellieri in Pistoia, Lambertazzi contro Geremei in Bologna, Colonna contro Orsini in Roma, Visconti contro Torriani in Milano. Di giorno in giorno cresceva l'odio e cresceva il sangue: cittadini esiliati, case in preda alle fiamme, confische, congiure, oppressioni; di violenza in violenza, come i Comuni avevano abbattuti i feudi, così dovettero essi medesimi cedere alle Signorie.

Ma, se di nuovo si spensero le virtú modeste e vigorose del buon tempo antico, ch'eran sembrate rifiorire nel popolo, fra la ricchezza di cui godeva il paese prospero di commerci e d' industrie, sorse l'arte moderna. La pittura ebbe i suoi padri in Giotto e Cimabue, l'architettura creò miracoli non mai pareggiati: il Duomo d' Orvieto (1290), la facciata di quel di Siena (1284), il Palazzo Vecchio, S. Maria del Fiore e S. Croce a Firenze; fiorirono le Università; nelle dottrine teologiche e filosofiche, dopo il grande Tommaso d' Aquino il dottore Angelico acquistavano fama grande Duncano Scoto il dottor Sottile S. Bonaventura il dottor Serafico Egidio Colonna il dottor Fondatissimo - ecc. La lingua volgare trionfò del latino, il Malaspini e i Villani iniziarono la storia, Dino Compagni (o chiunque sia l'autore della Cronica a lui attribuita le diede dignità e profondità, e la Scuola del Dolce Stil Nuovo segnò il primo rigoglio di poesia italiana.

In Firenze l'arte ebbe culla. « Ben due secoli combattè quel popolo per la esistenza e per lo stato, prima che gli nascesse l'uomo, che doveva essere la sua voce e insegna nei tempi, che doveva far salire alle più alte cime del pensiero la lingua italiana, e d'italiana gloria improntare il mondo più saldo e duraturo, il mondo degli spiriti. Papato ed Impero, e la discordia e la potenza loro, trascorrevano quando Dante nacque; Dante che non passa. » 1)

La giovanezza di Dante crebbe tranquilla tra la fede sincera e l'amore che, ispirato a tutti gli entusiasmi spirituali, gli dettò le poesie giovanili d'inimitabile dolcezza. Ma, come a un'alba serena succede talvolta un meriggio tempestoso, così da questa calma intellettuale e spirituale, egli passò ai turbamenti di una vita d'azione nella virilità: salì al priorato, ebbe parte alla cacciata de' capi Bianchi e Neri, vide il malcontento di questi eccitare il Papato

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