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HARVARD COLLEGE LIBRARY
NASH FUND

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QUATTRO ANNI DI PRESIDENZA"")

Il quadriennio è maturato per la Presidenza, la quale vi domanda, o illustri colleghi, una breve amica attenzione all'oggetto di darvi conto dell'indirizzo preso e del cammino percorso in questo non breve periodo, nel quale, onorata dalla vostra fiducia e giovata dal vostro aiuto, essa potè trovarsi in grado di mantenere l'Ateneo nell'alta riputazione che i grandi servigi gli conquistarono, sia nell'opinione pubblica, che nella storia degli studi e in quella della civiltà e della libertà.

Il presidente scaduto principierà, o signori, dal ringraziarvi dell'averlo onorato or fanno quattro anni di un così ampio e cortese suffragio, e ancora più dello averlo sostenuto poi sempre e grandemente illuminato ed aiutato col nominargli a vicepresidenti, segretarii e membri del Consiglio Accademico gli uomini più autorevoli che in questo paese onorino le professioni e le cattedre. Egli è certo che con si forte e cordiale (e la concordia affettuosa fu completissima sempre) si spiegano facilmente i non pochi e non poco importanti passi innanzi che voi tutti, o colleghi illustri, perfettamente conoscete, sia rispetto ai ristauri, adattamenti ed abbellimenti di questo cospicuo edifizio, come al grande aumento della biblioteca, alla istituzione del gabinetto di lettura, che oggi il paese

(1) Pubblichiamo il discorso che l'illustre presidente dell'Ateneo Paulo Fambri pronunciò la sera del 26 febbraio prima della rinnovazione dell'ufficio di Presidenza.

sembra finalmente in qualche modo apprezzare; all'incremento ed al profitto dei corsi di storia patria; ai molti lavori letti nelle sedute accademiche o stampati negli atti, al carattere veramente pratico assunto in molte occasioni da simile letture e dalle ampie discussioni che ne seguirono con grande vantaggio della scienza e con molta luce gettata sugli interessi della città e della regione; all'ampliata diffusione e collaborazione di quella importante rivista che oramai divennero gli atti del nostro Ateneo; e finalmente al grande e prezioso contributo alla coltura cittadina ed al lustro dell'Ateneo venuto dalle conferenze, le quali in triplice guisa giovarono. Esse infatti in primo luogo diffusero il gusto e il profitto di quel volgarizzamento della scienza che è il solo modo per sopprimere il volgo. Almeno così la pensarono il Cagnoli in Italia, l'Humboldt in Germania, il Clyfford e il Tyndall in Inghilterra, l'Arago e il Bernard in Francia. In secondo, per esse venne lustro all'Ateneo, il quale senti risuonare nelle proprie sale la voce dei maggiori uomini dei quali l'Italia si onora. Da ultimo queste conferenze in seguito all' importanza loro divennero un non trascurabile cespite per la finanza dell'Ateneo, procurandole altresì il mezzo di venire in aiuto alle sventure di artisti e letterati o delle loro povere famiglie.

Oltre alle letture ed alle conferenze, l'Ateneo avrebbe anche pensato a creare dei corsi speciali. Infatti sarebbero ora. progetti di sperabile attuazione un corso di statica grafica per gli ingegneri, dato dal Bordiga uno d'igiene, dal Musatti, uno di diritto pubblico dal Kiriaki, altri di lingue dal Canini e dal Triantafillis.

Abbiamo pur troppo perduto in questo periodo soci di gran valore, sia tra gli effettivi che tra i corrispondenti. L'Ateneo compiè verso la maggior parte di questi l'alto debito suo di commemorarli e lo fece in modo da onorare gli uomini e servire alla scienza che li rese meritamente famosi.

Il Pascolato, a cagion d' esempio, commemorò in modo splendido il Tecchio, e non meno altamente il Manzato il Carrara; dei due Gabelli e del Fortis parlò l'attuale oratore.

In questo periodo altri reputatissimi uomini colmarono i vuoti ed il nostro Ateneo può lusingarsi di non essere disceso da quell'altezza di carattere e di studi, cui lo portarono i famosi saggi dei quali noi manteniamo almeno riverenti e non inerti successori.

Chi ha l'onore di dirigervi adesso la parola, sente anzitutto il dovere di dichiararvi che non solo delle condizioni progredite nelle quali ha la soddisfazione di rassegnarvi il suo ufficio e consegnarvi la sua gestione egli fu grandemente giovato dagli egregi colleghi che gli avete dato, ma altresì che di quanto fu potuto compiere ora i germi e la virtualità erano stati da gran tempo deposti da predecessori del molto valore e del raro buon volere del Busoni e del Giuriati, egregi uomini che in gran parte pensarono ed avviarono quanto fu potuto in quest' ultimo quadriennio portare cosi felicemente innanzi.

Poche parole vi dirò della nostra finanza; ne avete sentita poche sere fa la relazione tutt'altro che sconsolante a chi pensi ai tanti lavori compiuti, agli acquisti fatti, all'aumento di patrimonio, all'importanza e alla popolarità cui è salita l'istituzione.

Un parallelo fra il quadro del nostro avere nel 1886, che potete trovare pubblicato nel fascicolo del bimestre febbraio-marzo di quell'anno, e quello dell' ultimo bilancio che avete approvato nella recente seduta del mese scorso, vi farà molto chiaramente vedere di quanto ci siamo sostanzialmente avvantaggiati.

Noi abbiamo complessivamente in questo quadriennio speso più che 65,000 lire, delle quali per il solo Gabinetto di lettura e la Biblioteca di Consultazione lire 33,500. Per infissi, suppellettili, decorazione L. 14,169:51, per giornali e riviste L. 8635, per libri 5278.

Alla partita delle cinquemila e più lire di libri e quasi novemila di giornali e riviste, voi dovete aggiungere, o signori, il cospicuo dono della contessa Giustinian, quello dell'avv. Ravà, quello del signor Zon e la confermata bellissima

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