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VINNOPO

IL PROPUGNATORE

STUDII FILOLOGICI, STORICI E BIBLIOGRAFICI

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PRESSO GAETANO ROMAGNOLI

Libraio-Editore della R. Commissione pe'testi di Lingua

1872

AIMBOLIAO

Proprietà Letteraria.

Bologna

Tipi Fava e Garagnani.

SU GLI

CALIFORNIA

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Se oggi fosse al mondo Vittorio Alfieri, non so qual giudizio recherebbe della lingua dell' ottocento: questo io so, che in nessun secolo la nostra bellissima lingua fu peggiormente corrotta. Ma so pure che (per valermi delle autorevoli parole di Vincenzo Gioberti) è cosa indegna e ridicola che di tutte le lingue antiche e moderne la meno insegnata e saputa in Italia sia appunto l'italiana. (2) Da ciò, la ragione dei moltiplici lavori che a questi ultimi anni si sono publicati per assennarci di tante voci e forme

(1) Torino, Ermanno Loescher, 1872: 2a edizione.
(2) Primat. II, 290. (Brusselle, 1843).

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erronge nnde. l'un di più che l'altro si va snaturando il materno idioma con gravissimo scapito del pensiero italiano. I quali lavori, benchè quivi non sempre siasi tenuto giusto modo, non mancano di assai buone parti; come a punto non ne manca la preannunziata operetta, venuta a luce nel 1866 e ora, per nuove cure dell'autore, migliorata di molto. Laonde mi è avviso che anche questa debba tornare utile, massime a' giovanetti i quali (e lo abbiano bene a mente), se per tempo non si avvezzano a cansare gli errori di lingua, si rendano pur certi che, fatti adulti, non potran cansarli mai più; come vediamo avvenire a molti, del resto per iscienza spettabilissimi. Ma tra perchè non tutte le cose notate dal De Nino saprei cecamente approvarle, e perchè di parecchie si potrebbe dare più estesa dichiarazione, vi farò alcune osservazioncelle, lasciandone il giudizio a' VERI (1) maestri di coteste materie.

Il De Nino, cui non ispiacque di accettar quelle che gli feci alla prima edizione, mi dà ora speranza vorrà aggradire anche le presenti che io mando fuori, non per impancarmi a giudice, si pel desiderio che ho di prestare un qualche servigio agli studiosi della lingua.

Forse in alcun luogo di queste poche pagine altri arriccerà il naso per certi tratti non molto riverenti verso coloro che oggi malmenano le cose della lingua e della publica istruzione. Lo arricci pure! Ma chi sa da una dolorosa esperienza che l'eccesso dell' ingerimento governativo nelle scuole ha prodotto i maggiori mali che tutti lamentiamo, son certissimo che non potrà dinegarmi il

suo assenso.

Forli, 7 luglio 1872.

(1) L'infinito numero di coloro che oggi, grazie all'altezza dei tempi!, si spacciano per maestri e legislatori di lingua, mi ha fatto scrivere questa parola con caratteri majuscoli, perchè ci si ponga meglio attenzione.

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» o non trovarsi ecc. all' altezza dei tempi, sono frasi » che di quando in quando s'odono dalla bocca di chi non solo non conosce la lingua, ma neanche i tempi » in cui vive: sono insomma frasi che appartengono alla lingua convenzionale dei politicastri d'oggi. »Ne avea toccato il Fanfani nelle sue Voci e Maniere del parlar fivrentino, conchiudendo: È ella buona questa locuzione? Io non lo so: Ma anche questo non lo so del valoroso filologo non le è favorevole punto; come non le potranno esser favorevoli quanti intendono che si fatti modi enfatici e esaggerati mal si accordano alla temperata natura della nostra lingua.

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» Articolista.

Per scrittore di articoli è co>> niato presso a poco come appendicista. Oggi è d'uso comune non pure fra i giornalisti, ma e anche fra le » persone colte. Degli scrittori viventi l'usa Terenzio Ma» miani così: « Erano poeti improvvisatori, articolisti da > gazzette, ecc. » (Poesie, a pag. 384, Le Monnier). » = Il Parenti, con l'usato suo senno, ne parlò nella XV delle Esercitazioni filologiche. Le cui parole mi piace di qui riferire: A cose nuove nomi nuovi. Dacchè lo scrivere articoli (ho quasi detto l'articolismo) è divenuto un mestiere, per tanti esercenti, comodissimo e lucrosissimo, deve rimanere innominato il felice e borioso trafficatore di questa merce? Lasciatecelo adunque dire, almeno in sentimento dispregiativo, anche per giusto cruccio contro alla maniera sciammanata e petulante, onde costoro trattano letteratura e morale. Anzi, se a me fosse lecito coniar vocaboli (vedi, vedi, lettor benevolo, differenza che corre dalla modestia di chi VERAMENTE sa, alla presunzione di

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