Sayfadaki görseller
PDF
ePub

te nel Testo, e d'una sporta di sue invenzioni, o d'altrui, ne abbia impastato il comentaccio grande e grosso, finora corso sotto'l nome di Pietro, figlio di Dante. Di caso simile ne ho dato l'esempio nelle antiche glose latine all' Egloghe di Giovanni del Virgilio, e del nostro Poeta, da me prodotte nell' Anedd. IV., le quali saranno ristampate in questa nuova Edizione: si credeva che un solo Anonimo le avesse scritte; e pur mi lusingo d'aver abbastanza chiarito che furon due, uno men antico e men erudito dell' altro. Di casi simili abbonda l'Anedd. V. intitolato De' Codici Fiorentini.

Pareva che 'l Sig. Novellista contentar si dovesse di questo ripiego da me trovato e proposto più per urbanità, che per altro: ma dall' aver io concesso, che Pietro possa esser autore d'una qualche sposizione della Commedia, prende il sopravvento su di me, è nel dar notizia dell' Aneddoto IV. così la discorre (1) a suo modo:

Nel Capitolo V. del Saggio medesimo riassume (l'autor dell' Aneddoto) la questione sull' autenticità del Comento di Dante, attribuito a Pietro suo figliuolo, e Giudice del Comun di Verona. Egli mostra di sostenere che quello, che esiste presentemente, sia apocrifo; ma nello stesso tempo concede, che il detto Pietro facesse realmente un Comento, e forse sia inserito in quello di già citato, infarcito poi di altre postille e note di Autor più moderno, e più ignorante del Dott. Pietro figliuol di Dante. Ma, con buona grazia, io non ho mai attribuito a que

(1) Novelle Letterarie di Firenze num. 51. 19. Dicembre 1788.

sto Dottore ignoranza nè assoluta nè relativa; che anzi dalla fama ch'egli ebbe d'uomo saggio e prudente ho arguito apocrifo quel Comentaccio creduto esser suo. Sia pur così, poco c'importa. A bell' agio. Poco adunque importa, che un Comentario, il quale sarebbe autorevole, se fosse sincero, sia infarcito egli, e confuso di lezioni e e di note non sue? E qual sarà colui, che, come la Psiche d'Apulejo, secerner possa così facilmente dalla massa confusa il formento, la spelta, il miglio, e dirmi; questa spiegazione è di messer Piero, questa di donna Berta, o di ser Martino? Il fatto sta che si può sempre dire, che abbiamo ancora il Comento di Pietro: ( tal quale l'ho di sopra descritto:) e che anco da questa sorgente ( impura però ) si posson trarre e lumi e cognizioni ( quanto si possa, l'effetto nol nasconde) ad illustrare (o ad offuscare) i pensieri d'un uomo il più grande del secolo XIII. (Voleva egli dire, o doveva, d'un Poeta il più grande ch'abbia avuto Fiorenza, la Toscana, e l'Italia ).

CAPO X X X.

Notizie di Pietro di Dante.

Or mi piace dir alcuna cosa del vero Pietro. Egli fu il primo de' figliuoli di Dante per età e per merito. Stu

diò in Firenze, in Siena, e in rato in giure Civile e Canonico.

Bologna, dove fu dotto-
Attese ancora, si dice,

alla Poesia; e rime di lui sono citate dagli Accademici della Crusca; il che, o non è detto con verità; o è un'altra conghiettura, ch'egli non sia l'autor del Comento, poi

chè in quello non si conosce il minimo segno, ch'egli si sia dilettato di scrivere in poesia Volgare; e leggendosi in esso molti squarci di poeti Latini, delle Rime d'allora appena appena v'è allegato in tutta quell'opera il primo verso d'una Canzone di Dante così,

Tre donne intorno al (1) core mi son venute.

Fatti i suoi studj, egli seguì, dice Mario Filelfo, ed accompagnò il padre suo con somma pietà: (e pur Dante in tutti i suoi viaggi e stanze si trova senza figliuoli ); eccetto che in Ravenna vuole il Boccaccio, che ci fosse Jacopo fratello di Pietro, quando, morto il Poeta, furono ritrovati gli ultimi Canti del Paradiso ch'eran perduti, della qual favoletta si dirà altrove.

Dopo la morte del padre piantò casa nella nostra città in contrada di S. Tommaso; dove fatto del Collegio (2) de' Giudici, e ammesso (3) al pubblico consiglio, per sua diligenza e perizia nelle leggi e ne' Canoni arricchì assai. Nelle nostre carte non si trova memoria di lui che tardi, (4) nel 1337. e (5) nel 1340. Di Giacoma sua

(1) Certe parole una volta scrivevansi intere, le quali in leggendo pronunziavansi tronche, come richiedeva la misura del verso; il che credo facessesi pur nelle prose.

(2) Fioriva quì, non ha molto, il Collegio, da cui la Città eleggeva que' che giudicavano le cause civili in Palazzo grande. Per questo nelle nostre memorie si chiama Pietro, Giudice del Comun di Verona: il qual officio era a que' tempi molto onorevole e molto lucroso.

(3) Per esser del Consiglio convien essere cittadino.

(4) In una parte del Consiglio di Verona, riportata dal March. Maffei, 1337. præsentibus viris Petro de Allegeriis Judice Communis Vero

пог ес.

(5) Nel Biancol. Tom. IV. delle Chiese di Ver. in Ecclesia S. Danielis de Verona præsentibus D. Petro Judice de Aligeriis de S. Thoma 1340.

moglie sappiamo, (1) ch'ella cessò di viver l'anno 1358. e di lui, che chiuse (2) i suoi giorni il dì 21. d'Aprile 1364.

Egli ebbe, per ciò che si sa dalle nostre memorie, due figli, Bernardo (3) che fu notajo, e cancelliere del nostro Capitolo; e Dante, (4) che fu giudice, e, per asserzion del Filelfo, (5) ottimo cittadino, ed atteso agľ interessi della famiglia. Un terzo figlio gli attribuisce l'istesso Filelfo, per nome Jacopo, ch'ei dice morto (6) assai giovane, e'l fa autore di ritmi su la Commedia dell'avo, per lume preso dai piccioletti comentarj del padre. Ebbe ancora tre figlie Alligeria, Gemma, (7) e Lucia, monache in S. Michele in Campagna, monastero un miglio verso levante lontano dalla nostra città.

(1) Biancol. Tom. V. Par. II. nel Necrologio del Monastero di S. Michele. IIII. Id. (Martii ) Obitus D. Jachobe matris sororum Allegerie, et Gemme, et Lucie Monache. Non si sa di che casato ella fosse.

(2) Ivi XI. Kal. ( Maii ) Obitus D. Petri Dantis Patris sororum Alegeric, Geme, et Lucie. M. CCC. LXIIII. (non 1361. come scrive l' Autore delle Mem. su la fede del March. Maffei ).

(3) In rotolo Capitolare 1403. Martii. D. Bernardus de Allegeriis Not. զ. D. Petri de Mercatonovo, et Ver. Cap. Scriba.

[ocr errors]

(4) In rotolo appresso di me 1384. Dantes quond. Petri de Clavica Judex.

(5) Nella vita di Dante: civis optimus, et vir deditus familiaribus negotiis. Presso del Sig. Pelli §. IV. pag. 34.

(6) Iacopo, non fu figlio del Poeta, ma nipote; e 'l Filelfo lo confonde con Dante suo zio; figlio forse di Bernardo, e che morì assai giovane, come dice il Filelfo.

(7) Questa Lucia fu in quel Monastero Badessa. Nel Necrologio di S. Michele XV. Kal. (Xbris ) Obitus D. Bernardi de Alligeriis fratris Domine Lucie Abatisse S. Michaelis.

CAPO X X X I.

Dell' Epitafio di Pietro in Treviso: si dimostra
non appartenere a Pietro figlio di Dante.

Vengo all' Epitafio di Pietro in Treviso. Questo è scolpito in carattere majuscolo Gotico nel chiostro degli Agostiniani in S. Margarita di Treviso sovra monumento magnifico, bello, ed ornato con l'arme del publico unitatamente all' arme degli Allighieri. L'aveva io stampato nell' Anedd. II. pag. 94. ed aveva notato, che al penultimo verso, in vece di Menteque era da legger Monteque, con che si accennasse il monte del Purgatorio. Della qual lezione mi son assicurato, allorchè 'l Sig. Co. Rambaldo Avogaro degli Azzoni Canonico di quella Città mi mandò netta e sincera quella iscrizione tal qual si legge nel marmo. Mancavi però in fine tre versi, ch'egli dice essere stati rasi collo scalpello duecento anni sono. Il perchè. ei nol sa, molto men lo so io. Intanto darò l'Epitafio di Pietro, favoritomi dal suddetto Sig. Can. Avogaro da lui rilevato colla maggior diligenza, e a me spedito in una sua degli 11. di Settembre del 1786. Egli è il seguente, in carattere Gotico, come si è detto, e co' punti ad ogni parola.

« ÖncekiDevam »