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uoli, che fecero lo numero in questo di centosette uomini d'arme; e l'una discensione fu della donna, che si chiamò Madonna Bianca, e quelli, che di lei scesero furono detti Cancellieri Bianchi; di che per opposito gli altri si dissero Cancellieri Neri; e fu divisione da loro, per lo partire, come detto è per le due donne; ma pure erano discesi Grandi, ed insieme infino a questo dì si conteneano con gli detti

nomi.

Addivenne, come il nimico della umana generazione vuole, che giucando l'uno coll' altro, uno figliuolo di Mess. Guiglielmo Cancellieri Neri, il quale avea nome Lore, fedì... figliuolo di Mess. Bertacca Cancellieri Bianchi. Tornato Mess. Guiglielmo a casa, non facendo di questo stima grande, altro che di riprendere il figliuolo, disse: Va'a Mess. Bertacca, e chiedigli perdono, e vuoglia pregare il figliuo lo, che ancora perdoni egli a te; e mandò seco (1) un vicino, dicendo, che se simile a lui fusse intervenuto, si sarebbe contro al perdonare fatto. Il figliuolo ubbidì al padre, e giunse a casa di Mess. Bertacca, lo quale era addolorato del figliuolo ferito. Udito costui, disse: Tu fosti poco savio a venire, e tuo padre a mandartici. Di che essendo nella sua casa in terreno (2) a lato ad una sua stalla, ov'era una

(1) Nota quì per abuso seco in vece di con lui, e poco dopo a lui in vece di a se.

(2) Nella Stampa allato; ch'è un residuo dell' uso, o abuso antico di scrivere, e fors' anche di pronunziare, allui, allei, alloro, dallato, in nabisso, in nesso, in nasso, e simili, in vece di a lui, a lei, a loro, da lato, in abisso, in esso, in asso. In un luogo solo della Commedia par che debba ritenersi quest' uso in forza della pronunzia, ed è Inf. XVIII. 1.

Luogo è 'n ninferno detto Malebolge.

mangiatoja, lo fece prendere, e fecegli tagliare la mano, e dissegli: Porta la mano al tuo padre, che qua t'ha mandato. Il giovane così concio si partì, e tornossi al suo padre. Quando il padre il vide, allora, come ragionevolmente essere dovea di simile cosa, entrò nell' arme egli, ed i suoi; di che molte zuffe ne seguirono, e d'una parte, e d'altra (1) morì, e la città di Pistoja se ne divise. Il Comune di Firenze fece i capi de Bianchi, e Neri venire in Firenze, e chi più era da far fatti si gli confinarono in Firenze, acciocchè non mettessero la città, che già tutta era divisa, in ruina.

» Erano i Cancellieri, come è detto, di grande ricchezza, e stato, e non di sì poco, che in Firenze non avessero di grandi parentadi, e con migliori cittadini di Firenze, e l'amicizie come i parentadi. Di che venuti in Firenze l'una parte, cioè quelli Bianchi, si ridussero in casa i loro parenti, ed in vicinanza; e ciò fu a casa i Cerchi, che stavano nel Garbo. Quelli della parte Nera si ripararono a casa i Frescobaldi in lo Fondaccio appiè del ponte a S. Trinita: e fu questa la seconda mala gramigna, che si allevò nella città di Firenze; imperocchè, come s'erano divisi in Pistoja i Pistolesi ad atare l'uno, e chi l'altro, quello e peggio si fece in Firenze, per tanto che poche schiatte di Guelfi, o popolani ebbe in Firenze, che non pigliassero chi l'una, e chi l'altra. E ciò fu, che cominciò questa maladizione in Pistoja, ed in Firenze negli anni del Signore MCCC ».

(1) Forse de' leggersi morti, cioè uccisioni, ne seguirono.

CAPO V.

Origine dei Bianchi, e Neri in Firenze.

(1) » Erano in Firenze, come è detto, li Pistolesi Bianchi in casa i Cerchi, di che essendo in casa Mess. Vieri de Cerchi, la mattina di S. Giorgio, a' 23 del mese d'Aprile, ed essendo una moglie di Mess. Filippo de' Bianchi, ed essendo una moglie di Bernardo Donati, mettendole a tavola insieme, disse Vieri alla donna sua: Non far così, che non sono d'uno animo, (2) tramezza chi che sia. Disse la moglie di Bernardo: Messere voi fate gran villania a far me o i miei di parte, o nemici di persona, ed ho voglia di andarne fuori; di che la moglie di Mess. Vieri disse: E tu te ne va; e se non fusse Mess. Vieri, ella si partia, che la prese; ma nondimeno, come femmina, che poco usò cortesia, disse: Ora m' avete fatta la seconda vergogna, ch'è gran villania a cercare le donne. Mess. Vieri, contuttochè fosse savio Cavaliere, disse: Bene sono il diavole (così il testo) le femmine; ed andò più oltre, e lasciolla.

» Come che il fatto s' andasse, Mess. Vieri s' aizzava per addietro co' Donati, perocchè, come è cattiva usanza, in

(1) Rubrica 217. e Gio. Villani 1. 8. c. 38.

( 2 ) Di quì arguisco le parti Bianca e Nera in Firenze nel Marzo antecedente al suddetto Aprile, in cui finge il Poeta d'aver tenuto sermone con Ciacco. Anzi che a questa divisione, come a più pericolosa dell' altre, egli ebbe principalmente la mira, allora quando egli inchiese: A che verranno li cittadin della città partita? E ben risponde a tuono colui: Verranno al sangue, e la parte selvaggia ec. tutto a proposito de' Bianchi e Neri, ch' eran per venire a manifesta rottura.

gli antichi proverbi si dice, che i vicini si vogliano a rado buoni anni. Tornò a casa la donna, e disse più là, che non era stata la faccenda; di che nacque, che Bernardo era superbo per la famiglia, e sdegnoso per gli ufici che non avea, contra' Cerchi, che erano di maggiore stato d' uomini di Firenze, d'uficio, e di parentado, e di danari; erano superbi assai, di che v' avea che dire; di che nacque, che dolendosi Bernardo di Mess. Vieri, quegli avendolo a sdegno dovette dire: La cosa, che disse la moglie, fu forse appensata: Che fastidio è questo? volgendosi verso un suo nipote. Quegli rispose a Bernardo: Di che se' tu malmenato? e se non fusse Mess. Vieri, Bernardo era morto; e pur così ebbe delle buone di nuovo. Tornato a casa assalì uno de Cerchi col coltello, e ferillo alquanto, che'l trovò da casa sua, perocch'erano sì vicini, che l'uno sempre era a casa l'altro. Di che per questa cagione s'ingrossarono gli animi l'uno contro l'altro, e seguinne briga, che l'uno si guardava dall' altro. Ed in effetto essendo il dì di calen di Maggio nel MCCC. facendosi feste, come si fanno a Firenze di donne, e d'uomini con più balli sulla piazza della Chiesa di S. Trinita, v' arrivò a cavallo una brigata di giovani de' Cerchi armati, che si guardavano da' Donati, ed erano iti per Firenze vedendo le feste. Stando a vedere così a cavallo, sopravvenne quella brigata de' Donati, e non veggendo i Cerchi, che vennero loro di dietro, i Donati (1) aveano a ricevere

(1) Queste parole aveano a ricevere sono slogate. Io leggerei: e non veggendo i Cerchi aveano a ricevere, che vennero loro di dietro, i Donati si pinsero » ec. Cioè, non avveggendosi i Cerchi (che) aveano a ricevere (i Donati), poichè vennero ec,

si pinsero loro addosso co'cavalli per vedere, e non per ingiuria, perocchè non sapeano, che ivi fossero i Cerchi. Veggendosi i Cerchi spignere... si rivolsero, e feciono romore; dal romore all'arme; qui si fu ferito di qua e di là; ma pure a uno de' Cerchi, che si chiamava Ricovero, venne un colpo sulla pianella, e discese giù, e portonne il naso in parte: e fu tale la zuffa, che ogni uomo prese quasi l'arme, e di costoro ciascuno si tornò in casa.

» Erano in la veduta stata del ballo a compagnia dell' una parte, e dell' altra de' cittadini di molte case, le quali, chi a offesa, e chi a difesa, avea tenuto che chi vi fu offeso si tenne offeso da chi vi puose favore; e così (1) e converso. Le case, che poi s'accostarono colle due famiglie furono queste, perchè furono i Cerchi parenti de' Bianchi, e de' loro fanti, cioè de' Cancellieri Bianchi, ebbero, e si dissero Parte Bianca. E così i Donati si dissero Parte Nera. Quelli, che tennero co' Cerchi, e parte Bianca sono questi. Mozzi parte di famiglie, ciò furono Nerli, Manuelli, Frescobaldi, e Bardi, e Rossi, il Baschiera della Tosa con tutto il suo lato, gli Abati (2) tutti, gli Adimari, salvo

(1) Latinismo, come ab eterno. Il Boccaccio nel Com. Cap. 6. pag. 6... » dicono vedersi... grandissime pietre, nelle rotture loro essere corrispondenti, cioè quelle d' Apennino, a quelle, che sono in Peloro, ed e converso ». Di qui s' emenderà la Canz. Le dolci rime d'amor. st. 6. v. 4. dove si legge malamente così: Ma ciò non è converso; che all' c non ci vuole accento; e vuol dire: Ma la proposizione non si converte, perchè non è la stella, dovunque è il cielo. Così in fatti dice il poeta, spiegando nel Conv. Tr. IV. c. 19. questo luogo: e non è questo vero e converso, cioè rivolto.

(2) Anche Gio. Villani dice: » tutti li Abati che allora erano possente casa, e parte di loro erano Guelfi, e parte Ghibellini ». Tranne però quel Ser Neri Abati, ch'è mentovato nella fine del Cap. VII.

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