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protestasse, e ammonisse lo Re sotto pena di scomunicazione di ciò fare, e riconoscere da lui, e se ciò non facesse lo scomunicasse, e lasciasselo interdetto. E vegnendo il detto Legato nella città di Parigi, il Re non li lasciò piuvicare le sue lettere, e brivilegi, anzi glie le tolse la gente del Re, e accomiataronlo del Reame. E venute le dette lettere papali innanzi al Re e suoi Baroni al Tempio, il Conte d'Artese che ancor vivea, per dispetto le gittò nel fuoco, ed arsele; onde gran giudicio gliene avvenne; e lo Re ordinò di far guardare tutti i passi del suo Reame, che messo, o lettere di Papa non entrasse in Francia. Sentendo ciò Papa Bonifazio, scomunicò per sentenza il detto Filippo Re di Francia; e per giustificar se il detto Re, e per fare suo appello, fece in Parigi un gran Concilio di molti Cherici, e Prelati, e tutti i suoi Baroni, discusando se, ed oppognendo a Papa Bonifazio più accuse con più articoli di resia, e simonia, e ( omicidía e d'altri villani crimini; onde in ragione dovea esser del Papato disposto. Ma l'Abate di Cestella non volle consentire all' appello, e tornossi in Borgogna male del Re di Francia. E per così fatto modo si cominciò la discordia... la qual ebbe poi mala fine,,.

Intanto il Papa guardava di buon occhio i Fiaminghi ribelli a Filippo, e Alberto d' Austria rivale di Car

(1) Nella stampa di Firenze 1587. si legge, omicidía ( coll'accento su la penultima) d'altri &c. dove manca la copula da me supplita. E nel Vocabol. della Crusca si reca questo passo così: omicidia, e altri &c. dove si spiega omicidia (coll' accento su l'antepenultima) per omicidj.

lo di lui fratello, e Federigo d'Aragona nemico di Carlo consorto suo: per ira delle quali cose venne finalmente, che lo Re Filippo il fece prendere a tradimento in Alagna; della qual presura s'afflisse tanto, che tra poco. tempo morì. Cotali fatti rinchiusi sono in que' versi: Ma perchè l'occhio cupido e vagante

A me rivolse, quel feroce drudo

La flagellò dal capo infin le piante...

Morto Bonifazio, e finito in pochi mesi il pacifico pontificato di Benedetto XI., fu eletto (1) per maneggio de' parteggiani del Re di Francia, Clemente V. il quale fu coronato (2) in Lione, e sedette alcun tempo (3) nella sua cittade di Bordella, o Bourdeaux, co' suoi Cardinali, e con tutta la Corte. Indi a petizione del Re di Francia (4) nel 1307. venne con la Corte a Pittieri; dove il Re voleva dannata la memoria di Bonifazio: e'l Papa se ne schermi, non senza dispiacenza di lui, col dir che ciò si farebbe in Concilio generale (5) a Vien

(1) Gio. Vill. 1. 8. c. 80.

(2) Dalla storia di Lorenzo Bonincontri:,, Fuere in hujus Pontificis coronatione magno Gallorum plausu Philippus Franciæ Rex, et Carolus ejus frater jam ex Italia redux, Joannesque Britanniæ Dux, tantaque Procerum multitudo, ut quum Pontificis aula adstantium multitudine premeretur, magno fragore corruerit, Joannemque ducem ea ruina oppresserit. Philippus ipse Rex latere debilitatus, et Pontifex inter murorum ruinas semivivus evasit, iaspide nobilissimo ex tiara amisso 99.

(3) Gio. Vill. 1. 8. c. 81.

(4) Gio. Vill. 1. 8. c. 91.

(5) Nel basso Delfinato, in allora non soggetto alla potestà della Francia. La quale elezione venne dalla saviezza del Cardinale da Prato, il quale tra l'altro suggerì al Papa (Gio. Vill. 1. c. ) e 'l detto

na, nel quale si tratterebbero più grandi e utili cose in bene, e stato di santa Chiesa. Per questo forse, publicato di far Concilio, poco poi uscì del Reame di Francia e venne a Vignone in Proenza nelle terre del Re Uberto. A queste vicende allude il Poeta proseguendo sua visione, e dicendo:

Poi di sospetto pieno, e d' ira crudo

Disciolse'l mostro, e trassel per la selva: Distaccò cioè il carro, il governo Ecclesiastico divenuto deforme, dall' arbore, à cui era legato, e dall' alma Roma, la quale fu da Dio stabilita

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V' siede il successor del maggior Piero,

dov' era stato fino à Clemente, lo trasferì in Avignone. Ma dirassi: come centra quì il sospetto e l'ira del Giganté, cioè di Filippo, se tutto passò a queto, e di consenso del Papà, e di lui?

Conveniva che Dante la cantasse così, per tener connessa l' allegoria, e per significar che Filippo nell' ira perseverando e nell' odio contro di Bonifazio, e avendo sospetto di nuove molestie da Papa Italiano, si maneggiò per averlo di sua nazione, onde poterlo girare a suo modo, come in gran parte gli venne fatto. Si disgustò per altro quel Re anche del suo Clemente, perchè non volle condannar a Pittieri la memoria di Bonifazio, e maggiormente perchè non gli acconsentì a tirar in Francia

Concilio ordina, e componi alla città di Vienna.... sì sarai fuori della sua forza, e di suo Reame. Ivi si tenne il Concilio nel 1311. e dall' ira del Re Filippo Papa Bonifazio fu salvo.

anche la dignità dell' Imperio, siccome racconta Gio. Villani 1. 8. c. 101. in questa maniera.

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Nel detto anno 1308. essendo morto il Re Alberto d' Alamagna, come addietro dicemmo, per la cui morte vacava lo 'mperio, e gli Elettori d'Alamagna erano in gran discordia insieme di fare la lezione. Lo Re di Francia sentendo la detta vacazione, si puose in cuore che li verrebbe fornito suo intendimento con poca fatica, per la sesta (1) promessa che li avea fatto Papa Chimento segretamente quando gli promise di farlo far Papa, come addietro facemmo menzione; e raunò suo segreto consiglio con M. Carlo di Valos suo fratello, e quivi scoperse suo intendimento, e il lungo desiderio, ch' avea avuto di fare eleggere alla Chiesa a Re de' Romani, Messer Carlo di Valos, ed eziandio vivendo Alberto Re d' Alamagna con la sua forza, e podere, e spendío, e col podere del Papa, e della Chiesa. E altre volte per antico l' avea rimossa la lezione de' Greci ne' Franceschi, e de' Franceschi nelli Italiani, e degl' Italiani negli Alemanni: ora maggiormente ci dee venir fatdappoi che vaca lo 'mperio, e massimamente per la

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(1) Lo Guascone convoitoso della dignità Papale, veggendo con effetto come nel Re era al tutto il poterló far Papa, quasi stupefatto d'allegrezza li si gittò a' piedi, e disse: Signor mio, ora conosco che m'ami più che huomo che sia, e vuomi render bene per male, tu hai a comandare, et io ad ubbidire, e sempre sarò così disposto. Lo Re lo rilevò su, e baciollo in bocca, e poi li disse. Le sei speziali grazie ch'io voglio &c. Così Gio. Vill. 1. 8. c. 8o. Dove si noti questo primo bacio fisico del Gigante alla Donna, di Filippo a Clemente; quando i baci tra quel Re e Bonifazio non furono che metaforici.

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promessa e saramento fatto (1) per Papa Chimento, quando il fece far Papa. E scoperse tutto il segreto contratto con lui; e fece giurar credenza,, .

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A questa impresa fu il Re molto confortato per tutti li consiglieri, che in ciò s' adoperasse tutto il podere della corona, e di suo Reame, sì che venisse fatto, per l'onore di Messer Carlo che n' era degno, e sì perchè l'onore, e dignità dello 'mperio tornasse a' Franceschi sì come per antico lungo tempo fu ne' suoi antecessori Carlo Magno, e altri. Inteso per lo Re, e Messer Carlo il conforto, e buono consiglio e volere del suo Consiglio, sì furono molto allegri, e ordinarono che senza indugio lo Re, e Messer Carlo, con gran forza di Baroni, e di Cavalieri d'arme s' andasse a Corte a Vignone al Papa, anzi che li Alamanni facessino altra elezione, mostrando, e dando boce che la sua andata fosse per la richiesta fatta contro alla memoria di Papa Bonifazio; e che quando il Re fosse a Corte, richedesse la

(1) Gio. Vill. 1. 8. c. 80.,, Le sei speziali grazie (disse il Re Filippo) ch'io voglio da te son queste. La prima che mi riconcilii perfettamente con Santa Chiesa, e faccimi perdonare il misfatto, ch'io commisi per la presura di Papa Bonifazio. La seconda di ricomunicar me, e' miei seguaci. La terza che mi conceda tutte le decime per 5. anni del Reame ad ajuto alle spese fatte per la guerra di Fiandra. La quarta che tu disfarai, e annullerai la memoria di Papa Bonifazio. La quinta che tu renderai l'onore del Cardinalatico a M. Jacopo, e a M. Piero della Colonna, e rimetterali in stato, e che farai con loro insieme certi miei amici Cardinali. La sesta grazia e promessa mi riserbo a luogo e tempo, ch'è segreta e grande. L' Arcivescovo promise tutto per saramento in sul Corpus Domini, e oltre a ciò li diede per istadico il fratello, e due suoi nepoti; e lo Re promise, e giurò a lui di farlo elegger Papa,,.

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