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PARTE PRIMA

DALLE RIME

IN VITA DI MADONNA LAURA

SONETTO I.

Voltosi ai lettori, domanda perdono dei lamenti amorosi onde ha empiti i suoi versi e si confessa persuaso della vanità del suo amore e di ogni piacente cosa terrena. Schema: A B B A, A BBA, C D E, C D E.

Voi, che ascoltate in rime sparse il suono
Di quei sospiri ond'io nudriva il core
In su 'l mio primo giovenile errore,

Quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono;
Del vario stile in ch'io piango e ragiono
Fra le vane speranze e il van dolore,
Ove sia chi per prova intenda amore,
Spero trovar pietà, non che perdono.
Ma ben veggi' or sì come al popol tutto
Favola fui gran tempo; onde sovente
Di me medesmo meco mi vergogno:
E del mio vaneggiar vergogna è il frutto,
E pentirmi, e 'l conoscer chiaramente
Che quanto piace al mondo è breve sogno.

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1. Voi, vocat. per richiamare l'attenzione dei lettori. Così nella Canzone Italia mia, v. 17: Voi, cui fortuna ha posto in mano il freno. - Rime sparse, Brevi componimenti spicciolati. 2. Onde, dei quali nudriva il core, mi pascevo (dei sospiri).-3. In sull'età giovanile soggetta agli errori specialmente amorosi; nella Canzone della Gloria, v. 17: Pien di vaghezza giovanile ardendo. - 4. Perchè s'è in parte mutato, liberatosi dagli errori e calmata l'ardenza

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Questo sonetto che s'impronta d'un certo soffio d' ascetismo, appartiene senza dubbio alla vecchiezza del poeta e serve come di preludio alla raccolta de' suoi versi amorosi, ch'egli condanna, ma che non gli basta l'animo di rinnegare, perchè contengono la dolce storia degli affetti più cari al suo cuore.

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Esa cuo una leggiadra sua vendetta..
A pante in un di ben mille
VX 4.4monte Amor l'arco riprese.

non che a nocer luogo e tempo aspetta.

vitude al cor ristretta,
negli occhi sue difese;

mortal là giù discese,

Varsi ogni saetta.

primiero assalto,

gor ne spazio,

Ague prender l'arme;

ase ed alto

Suce dallo strazio,

Non può, aitarme.

ce, forza di resistenza. raccolta. - 7. Lag- 12. Poggio, della

sato al modo del va nei poeti nice stal nuovo.

SONETTO III.

Detto com'egli fu preso da Amore nel dì anniversario della Passione, se ne scusa allegando non aver egli pensato a tenersi sulle difese in quel giorno ch'era occupato da tutt' altro pensiero. Perciò accusa Amore che assali lui inerme non osando toccar Laura ch'era pronta alla difesa.

Schema: A B BA, A BBA, C D E, D C E.

Era 'l giorno che al Sol si scoloraro
Per la pietà del suo Fattore i rai,
Quand'io fui preso, e non me ne guardai,
Chè i be' vostr'occhi, Donna, mi legaro.
Tempo non mi parea di far riparo

Contr' a' colpi d'Amor; però n'andai
Secur, senza sospetto: onde i miei guai
Nel comune dolor s'incominciaro.
Trovommi Amor del tutto disarmato,
Ed aperta la via per gli occhi al core,
Che di lagrime son fatti uscio e varco.
Però, al mio parer, non gli fu onore
Ferir me di saetta in quello stato,
E a voi armata non mostrar pur l'arco.

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Questo mediocre sonetto s'aggira tutto sul concettuzzo del trovarsi il poeta disarmalo contro i colpi d Amore, perchè tempo non gli parea di far riparo, ecc.; il che è anche in contraddizione con ciò ch'è detto nel Sonetto precedente.

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