SONETTO II. Assalito e piagato di soppiatto da Amore non ebbe nè tempo. nè forza da sottrarsi al suo giogo ritraendosi sul colle della virtù. Schema: A BBA, ABB A, C DE, C D E. Per fare una leggiadra sua vendetta, Com'uom che a nocer luogo e tempo aspetta. Ritrarmi accortamente dallo strazio, Del qual oggi vorrebbe, e non può, aitarme. In questo sonetto appare per la prima volta l'Amore rappresentato al modo del Cupido degli antichi, invece che una personificazione cavalleresca com'è nei poeti provenzaleggianti od un'astrazione platonica come nei rimatori del dolce stil nuovo. SONETTO III. Detto com'egli fu preso da Amore nel di anniversario della Passione, se ne scusa allegando non aver egli pensato a tenersi sulle difese in quel giorno ch'era occupato da tutt' altro pensiero. Perciò accusa Amore che assali lui inerme non osando toccar Laura ch'era pronta alla difesa. Schema: A B BA, A B B A, C D E, D C E. Era 'l giorno che al Sol si scoloraro Questo mediocre sonetto s'aggira tutto sul concettuzzo del trovarsi il poeta disar. malo contro i colpi d'Amore, perchè tempo non gli parea di far riparo, ecc.; il che è anche in contraddizione con ciò ch'è detto nel Sonetto precedente. SONETTO IV. (5) Dice il Poeta che chiamando ne' sospiri la sua Lauretta, la prima sillaba è voce di lode, la seconda indica la real nobiltà e gentilezza di lei, la terza impone silenzio perch'esso poeta si confessa impari all'alta impresa di cantar sue lodi. Schema: A B BA, A B B A, C D C, C D C. Quand'io movo i sospiri a chiamar voi, La voce stessa, pur ch'altri vi chiami, Questo Sonetto è uno dei peggiori del P. e fu qui allegato appunto a mostrare come il poeta, vissuto in Provenza nel periodo di maggior decadimento dell'arte trovadorica, n'avesse contratto anch'egli in qualche parte il pravo gusto dei bisticci e dei giochetti di parole. BALLATA I. Dice il P. che Laura finchè non conobbe il suo amore per lui, soleva mostrarglisi benigna ed amica; ma dopo che ebbe conosciuta la sua passione si tenne sempre verso di lui riservata ed austera. Schema: A B BA, C DE DCEEFFA. Lassare il velo o per sole o per ombra, Donna, non vi vid'io, Poi che in me conosceste il gran desío Ch'ogni altra voglia d'entro al cor mi sgombra. E l'amoroso sguardo in sè raccolto. Che per mia morte, ed al caldo ed al gelo, SONETTO V. (9) Pensa il Poeta al tempo che Laura divenuta vecchia potrà senza taccia ascoltare la storia de' suoi martiri e dargli conforto de' suoi pietosi sospiri. Schema: A B BA, A B B A, C D C, D C D. Se la mia vita dall'aspro tormento Si può tanto schermire e dagli affanni, E lassar le ghirlande e i verdi panni, Non fia che almen non giunga al mio dolore Nota gli eufemismi dei v. 4-7 ad esprimere le sembianze di Laura mutate per virtù del tempo. |