INDICE ALFABETICO

delle rime di F. PETRARCA

Sonetti.

Alma felice, che sovente torni

Benedetto sia il giorno e il mese e l'anno
Che fai? che pensi? che pur dietro guardi ?
Chi vuol veder quantunque può Natura
Come talora al caldo tempo suole
Come va il mondo! or mi diletta e piace
Dell'empia Babilonia, ond'è fuggita
Discolorato hai, Morte, il più bel volto
Due rose fresche e colte in paradiso .
E' mi par d'ora in ora udire il messo
Era il giorno che al Sol si scoloraro.
Erano i capei d'oro all'aura sparsi
Giunto Alessandro alla famosa tomba
Gli angeli eletti e l'anime beate

In qual parte del ciel, in quale idea
Io son si stanco sotto il fascio antico
lo vidi in terra angelici costumi

Io vo piangendo i miei passati tempi
Ite, rime dolenti, al duro sasso
La bella donna che cotanto amavi
La gola e il sonno e l'oziose piume
L'ardente nodo ov'io fui d'ora in ora
Lasso, Amor mi trasporta ov'io non voglio.
La vita fugge e non s'arresta un'ora.
Levommi il mio pensier in parte ov'era.
Mente mia, che presaga de' tuoi danni
Movesi il vecchierel canuto e bianco.
Nell'età sua più bella e più fiorita
Nè mai pietosa madre al caro figlio.
O cameretta, che già fosti un porto
Ov'è la fronte che con picciol cenno
Pace non trovo e non ho da far guerra
Padre del Ciel, dopo i perduti giorni

Per far una leggiadra sua vendetta
Per mirar Policle to a prova fiso
Poi che la vista angelica serena
Qual paura ho quando mi torna a mente
Quand'io movo i sospiri a chiamar voi
Quand'io son tutto volto in quella parte
Quand'io v'odo parlar si dolcemente.
Quando fra l'altre donne ad ora ad ora.
Quando giunse a Simon l'alto concetto
Quanta invidia io ti porto, avara terra
Quante fiate al mio dolce ricetto.
Quanto più m'avvicino al giorno estremo
Quel rosignuol che si soave piagne

Quel Sol che mi mostrava il cammin destro
Rapido fiume che d'alpestra vena.
Rotta è l'alta Colonna e il verde Lauro

S'amor non è, che dunque è quel ch'io sento?
Se col cieco desir, che il cor distrugge
Se lamentar augelli o verdi frondi
Se la mia vita dall'aspro tormento

Sennuccio, io vo' che sappi in qual maniera
Sento l'aura mia antica, e i dolci colli
S'io avessi pensato che si care

S'io credessi per morte essere scarco
Solo e pensoso i più deserti campi
Spirto felice, che si dolcemente

Stiamo, Amore, a veder la gloria nostra
Tennemi Amor anni ventuno ardendo
Tornami a mente, anzi v'è dentro, quella
Tra quantunque leggiadre donne e belle
Vago augelletto, che cantando vai
Vergognando talor che ancor si taccia
Voglia mi sprona, Amor mi guida e scorge
Voi che ascoltate in rime sparse il suono
Volo con l'ali de' pensieri al cielo
Zefiro torna, e il bel tempo rimena

Canzoni.

Gentil mia Donna, i' veggio

Che debb'io far, che mi consigli, Amore?
Chiare, fresche e dolci acque

Italia mia, benchè il parlar sia indarno
O aspettata in ciel, beata e bella . .

Perchè la vita è breve

Poi che per mio destino.

Se il pensier che mi strugge
Si è debile il filo a cui s'attene

Spirto gentil, che quelle membra reggi
Una donna più bella assai che il sole
Vergine bella, che di Sol vestita .

Ballate.

Lassare il velo o per sole o per ombra .

INDICE GENERALE

AVVERTENZA

NOTIZIE della vita e delle opere di F. Petrarca

PARTE I.

Voi che ascoltate in rime sparse il suono
Per fare una leggiadra sua vendetta

Era il giorno che al Sol si scoloraro.
Quand'io movo i sospiri a chiamar voi

Lassare il velo o per sole o per ombra (Ballala)
Se la mia vita dall'aspro tormento
Quando fra l'altre donne ad ora ad ora
Movesi il vecchierel canuto e bianco.
Quand'io son tutto volto in quella parte
Vergognando talor che ancor si taccia
Quanto più m'avvicino al giorno estremo
Solo e pensoso i più deserti campi
S'io credessi per morte essere scarco.
Si è debile il filo a cui s'attene (Canzone I)
Se col cieco desir il cor distrugge
Benedetto sia il giorno e il mese e l'anno
Padre del Ciel, dopo i perduti giorni
Perchè la vita è breve (Canzone II)

Gentil mia Donna, io veggio (Canzone III)
Poi che per mio destino (Canzone IV)
Per mirar Policleto a prova fiso
Quando giunse a Simon l'alto concetto
lo son si stanco sotto il fascio antico
Erano i capei d'oro all'aura sparsi
Sennuccio, io vo' che sappi in qual maniera
Dell'empia Babilonia ond'è fuggita

Se il pensier che mi strugge (Canzone V)
Chiare, fresche e dolci acque (Canzone VI)
Se amor non è, che dunque è quel ch'io sento
Pace non trovo, e non ho da får guerra
Come talora al caldo tempo suole
Quand'io v'odo parlar si dolcemente
Io vidi in terra angelici costumi

In qual parte del ciel, in quale idea
Giunto Alessandro alla famosa tomba
Stiamo, Amore, a veder la gloria nostra
Rapido fiume, che d'alpestre vena

Voglia mi sprona, Amor mi guida e scorge
Tra quantunque leggiadre donne e belle
O cameretta, che già fosti un porto
Lasso! Amor mi trasporta ov'io non voglio
Due rose fresche e colte in paradiso.
Chi vuol veder quantunque può natura.
Qual paura ho quando mi torna a mente

PARTE II.

Che debbo io far? che mi consigli, Amore? (Canz. I)
Rotta è l'alta Colonna e il verde Lauro
L'ardente nodo ov'io fui d'ora in ora
La vita fugge e non s'arresta un'ora.

Che fai? che pensi? che pur dietro guardi?
Poi che la vista angelica serena
Nell'età sua più bella e più fiorita
Se lamentar augelli, o verdi fronde
Quante fiate al mio dolce ricetto
Alma felice che sovente torni
Discolorato hai, morte, il più bel volto
Nè mai pietosa madre al caro figlio
Come va il mondo! or mi diletta e piace
Se io avessi pensato che si care

Ov'è la fronte che con picciol cenno
Quanta invidia io ti porto, avara terra
Levommi il mio pensier in parte ov'era..
Quel Sol che mi mostrava il cammin destro
Zefiro torna e il bel tempo rimena
Quel rosignuol che si soave piagne
Mente mia, che presaga de' tuoi danni
Sento l'aura mia antica, e i dolci colli
Ite, rime dolenti al duro sasso

Tornami a mente, anzi v è dentro quella
Gli angeli eletti e l'anime beate
E' mi par d'ora in ora udire il messo
Volo con l'ali de' pensieri al cielo
Tennemi Amor anni ventuno ardendo
lo vo piangendo i miei passati tempi
Spirto felice, che si dolcemente