Sayfadaki görseller
PDF
ePub

SONETTO VI. (10)

Il confronto con l'altre donne mostra al Poeta l'eccellenza della beltà di Laura e ravviva nell'animo suo l'amore per lei. Egli benedice l'affetto da lui concepito per si nobile oggetto e gode che da Lei gli vengano quelle buone inspirazioni seguendo le quali egli è certo di ottenere il cielo.

Schema: A B B A, A B B A, C D D, D C C.

Quando fra l'altre donne ad ora ad ora
Amor vien nel bel viso di costei,
Quanto ciascuna è men bella di lei,
Tanto cresce il desío che m'innamora.
Io benedico il loco e 'l tempo e l'ora
Che si alto miraron gli occhi miei,
E dico: Anima, assai ringraziar dêi
Che fosti a tanto onor degnata allora.
Da lei ti vien l'amoroso pensiero,

Che, mentre il segui, al sommo Ben t'invía,
Poco prezzando quel ch'ogni uom desía;

[merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][ocr errors]

Da lei vien l'animosa leggiadría,

Che al Ciel ti scorge per destro sentiero:
Sì ch'io vo già della speranza altero.

12. Animosa leggiadria, bella e nobile franchezza, spiega il L. Parmi significhi il medesimo che l'amoroso pensiero del

v. 9, cioè nobile e calda inspi

razione al bene. 13. Ti scorge, ti guida Per destro sentiero, per diritta, facile via. 14. Così che io vo già superbo per la speranza che ho di giungere in Cielo.

Questo Sonetto è notevole per dolcezza armoniosa di verso e per semplicità di tessitura e d'andamento. Osserva che qui il poeta cede alquanto al misticismo che ad ora ad ora lo signoreggia, onde loda ed ama Laura come un'angelica creatura che lo ricongiunge a Dio.

SONETTO VII. (12)

Descrive il P. stupendamente il vecchierello che s'avvia al santo pellegrinaggio per vedere nella Veronica l'immagine di Cristo, e conclude poi con dire che nello stesso modo egli va cercando se mai scorga per avventura nel volto d' altre donne alcune tracce della sembianza di Laura.

Schema: A B B A, A B B A, C D E, C D E.

Movesi' vecchierel canuto e bianco
Del dolce loco ov'ha sua età fornita,
E dalla famigliuola sbigottita,
Che vede il caro padre venir manco:
Indi traendo poi l'antico fianco

Per l'estreme giornate di sua vita,
Quanto più può co 'l buon voler s'aita,
Rotto dagli anni, e dal cammino stanco.
E viene a Roma, seguendo il desío,

Per mirar la sembianza di Colui
Che ancor là su nel Ciel vedere spera.

[merged small][ocr errors][ocr errors][merged small][merged small][merged small]

Così, lasso talor vo cercand'io,
Donna, quant'è possibile, in altrui
La desiata vostra forma vera.

[ocr errors][merged small][merged small][merged small]

È notevole in questo Sonetto l'efficace rappresentazione del vecchierello che sostiene le fatiche del pellegrinaggio. Nota anche la spontaneità del verso e della frase, nonchè l'artifizio col quale il poeta dal concetto più universale del vecchio pellegrinante conduce il lettore inconsapevole al suo pensiero dominante, al suo tutto individuale sentimento dell'amore per Laura.

SONETTO VIII. (14)

Quando il Poeta può contemplare lo splendore del viso di Laura ne resta così smarrito ed estasiato che fugge per non venir meno. Ma, fuggendo, l'incalza il desiderio di rivederla, onde va silenzioso per non muovere il pianto in altrui con le addolorate parole, non volendo egli ch'altri sappia e partecipi il suo dolore.

Schema A B BA, A B B A, C DE, C D E.

Quand'io son tutto vòlto in quella parte
Ove il bel viso di Madonna luce,

E m'è rimasa nel pensier la luce

Che m'arde e strugge dentro a parte a parte; Io, che temo del cor che mi si parte, E veggio presso il fin della mia luce, Vommene in guisa d'orbo senza luce, Che non sa ove si vada, e pur si parte. Così davanti ai colpi della Morte

Fuggo; ma non sì ratto, che 'l desío
Meco non venga, come venir suole.
Tacito vo: chè le parole morte

Farían pianger la gente; ed i' desio
Che le lagrime mie si spargan sole.

1. Quando sono tutto inteso a mirar Laura. Tutto, con gli occhi, col pensiero e con l'animo, come in Lucrezio De Rer. nat., libro I, v. 36 Avidos inhians in te, Dea, visus 2. Luce, risplende, per la naturale corrispondenza tra l'idea di bellezza e quella di luce. 3. La luce, cioè lo splendore della bellezza di Laura. 5. Io che temo per il mio cuore che sento spezzarmisi. 6. E vedo prossimo il fine della mia vita. 7. Senza luce,

senza vita. 8. Cfr. Dante, Pur-
gatorio, II, v. 132:
Com' uom che va, nè sa dove riesca.
(C.)

9. Ai colpi della morte, perche
il mirare il bel viso lo strugge, gli
reca quasi morte. — 10-11. Non so
fuggire così rapidamente che il de-
siderio di rivederla non venga, come
suole, con me.-12. Parole morte,
parole tristissime, esprimenti dolor
mortale. 14. Non vuole il poeta
comunicare altrui i suoi dolori.

« ÖncekiDevam »