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I fratelli Crostarosa proprietari del periodico GLI STUDI IN ITALIA avendo compiute le formalità prescritte dalla legge sulla stampa, dichiarano di riserbarsi il diritto d'autore per tutti gli articoli pubblicati.

IL SETTIMO ANNO

Quando ci mettiamo in cammino sappiamo il luogo onde siamo partiti e quello ove ci proponiamo di arrivare, e quanto più ci allontaniamo dal primo, tanto più al secondo ci avviciniamo, e ci conforta il pensiero della meta e del riposo.

Ogni determinato lavoro della mano o dell'ingegno ha il suo principio e il suo fine; e così all' artista è dato di contemplare finito il quadro o la statua, all' architetto la casa, all'operaio la sua opera, allo scrittore il suo scritto. Ma chi s' accinge ad una pubblicazione periodica prende alle mani un lavoro indeterminato sa il punto onde ha prese le mosse, sa la via che deve percorrere, ma il termine del suo viaggio non sa. E quest'altra differenza v'è pure tra un viaggiatore ed uno scrittore periodico, che mentre il primo gode della strada fatta perchè s'avvicina il termine del suo cammino, l'altro ne gode perchè il termine s'è allontanato. E, di grazia, che vuol dire aver percorsi sei anni di vita abbastanza florida pe'nostri Studi se non aver allontanato la loro fine? S'è vero che debemur morti nos nostraque, è pur vero che tanto maggiore è la probabilità di lunga vita quanto più vigorosamente si è superata la prima età. Noi pure adunque godiamo del tempo passato perchè ci promette che per molti anni, così piacendo

al cielo, nè il favore dei lettori nè le forze ci faranno difetto. L'uno e le altre ci sono necessarie; chè non val perfezione di macchina se non v'è chi la muova, nè giovavano i tesori profusi nei rimedî dell' antica farmacopea quando il vigore vitale abbandonava il corpo.

E se meno modestamente penseremo che il lavoro nostro abbia potuto essere di qualche utile ai nostri lettori, non non per questo vorranno essi diminuirci la loro protezione. Pensino, se così lor piace, che nel decorso anno gli studî storici, archeologici e filosofici furono da noi spinti con alacrità superiore a quella degli anni precedenti.

I quadri sul regno di s Pio V sono terminati ad illustrazione di un'epoca gloriosa.

Il Chronicon sublacense è giunto oltre alla metà della vasta sua mole rischiarando età buie e additando alla memoria dei posteri tanti uomini e tanti avvenimenti dimenticati.

L'autobiografia di Monaldo Leopardi ha servito alla storia non meno che alla letteratura, poichè buona luce ha sparsa sulle vicende di Giacomo, tanto infelice uomo quanto grande poeta. E la letteratura ha pure avuto una tragedia inedita del Leopardi stesso, e i brani della geografia di Strabone scoperti dal Cozza. Le biografie di Salvatore Betti e del p. Luigi Bruzza contribuirono a designare due grandi uomini all'ammirazione di quelli pure che le loro opere non conobbero da vicino. L'arte s'ebbe la dissertazione intorno ai due quadri di Raffaello che comunemente si credevano perduti, e la critica dell'esposizione di Roma. L'archeologia occupò buon tratto i lettori, specialmente intrattenendoli sui recenti scavi del Foro romano e fornendo loro una guida a visitarne i monumenti. Così alla filologia s'appartengono le osservazioni sopra i dialetti siciliano e toscano; mentre la filosofia ebbe copioso svolgimento negli esami della psi

cologia positiva dell'Ardigò, della psicometria, e nei trattati sul sistema delle conoscenze umane e sulla ideologia della scuola tomistica. Alle scienze naturali furono consecrati gli articoli del p. Denza, del p. Ferrari, dello Statuti, del Tuccimei ed i postumi dell' Armellini.

Le questioni didattiche furono esse pure toccate quando fu duopo, e si parlò della campagna romana, soggetto di grande importanza, specialmente per i lettori di Roma.

Se mandiamo poi lo sguardo innanzi a noi, troviamo preparate molte belle cose delle quali basti accennare ai lettori. Nuovi documenti storici e importantissimi verremo pubblicando in quest'anno. Purtroppo la storia che dovrebbe essere maestra della vita e annunziatrice di verità diventa talora a' dì nostri strumento di menzogna e di corruzione; di corruzione perchè si mettono in mostra le peggiori laidezze e a bella posta si colorano e s'ingrandiscono, onde far ben dorata la tazza in cui s'appresta il veleno; di menzogna, perchè se non vi fu forse altra età nella quale più che nella nostra si ricercasse avidamente nelle biblioteche e negli archivî, non vi fu neppure altra età nella quale con intendimenti tanto maligni si falsassero i fatti, i caratteri, gli effetti, le cause, le intenzioni, tutto insomma, a vergogna del tempo nostro e confusione dei posteri. Le stesse storie della nostra Italia ce ne fanno fede; opere voluminose che si spargono tra giovani, che escono a dispense onde alla piccola spesa niuno si ricusi, che sono corredate di figure colle quali meglio attrarre l'animo degl'inesperti e fissarne le idee, da ogni pagina, da ogni incisione rivelano il veleno dello scrittore, il quale non altro scopo si propose che gettar fango sul candido manto della verità. Questi brutti romanzi di parte, queste odiose persecuzioni alle memorie sante degli estinti, queste apoteosi de'vizî più ributtanti ci muovono giustamente a sdegno, e il giusto sdegno da un lato e il desi

derio di recar vantaggio dall'altro ci persuadono a seguire con lena la via che abbiamo intrapresa, e pubblicare documenti inediti ed autentici, e mettere i fatti nella loro vera luce, gli uomini nei loro veri caratteri, con esposizione franca, semplice, imparziale.

Il Chronicon sarà terminato, speriamo dentro quest'anno. L'archeologia avrà i suoi articoli, e le fortunate scoperte del Foro romano interterranno piacevolmente i dotti lettori ed i dottamente curiosi di antichità. Non mancheremo di occuparci delle questioni didattiche quando se ne offrirà il destro. I lavori filosofici verranno continuati. Alla storia naturale si lascerà largo campo onde e le lezioni dell' Armellini possano terminarsi e dar luogo ad altri articoli di recenti scoperte e d'importanti applicazioni. Al movimento scientifico si terrà dietro con tutta cura, onde nulla si lasci passare de' migliori acquisti che giorno per giorno si vanno facendo ne'diversi rami dello scibile, senza che venga o annunziato nelle nostre note bibliografiche, o esposto nei sommari de'periodici, o riprodotto nelle relazioni delle Accademie o trattato diffusamente nei nostri articoli.

Vogliano i lettori continuarci il loro favore, che alimenta le nostre forze ed i nostri buoni proponimenti, e il periodico GLI STUDî rinnovellato di novella fronda cercherà di tornar loro sempre più utile e sempre più accetto.

Roma, 15 gennaio 1884.

LA DIREZIONE.

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