Ma tutta via ti guarda Chi si getta 'n tal' arte: Egli è disviamento E grande struggimento. Ma tanto dico bene • Se talor si convene Giuocar per far onore Ad amico o signore; Che tu giuochi al più grosso, Se tal' or largamente Dispendesse, o donasse Non sì, che folleasse Ben lo sì puote fare : Ma nol voglio approvare E tengo a grande scherna Chi dispende 'n taverna; E chi in ghiottornia Si gitta, e 'n beverìa: Et è peggio, ch' uom morto El suo distrugge a torto. Et ho visto persone, Che a comperar cappone, Perdice ' o grosso pesce, Poi udirai novelle A cui si pone cura, Di dire 'l male e 'l bene. E se non hai timore Vedrai lo Dio d' Amore ; Or convien ch' i mi guidi Ver là dove mi disse, Anzi, che si partisse Or va Mastro Brunetto XIII. Per un sentiero stretto, Cercando di vedere E toccare " e sapere Ciò, che gli è destinato. E non fu' guari andato Chi fui ne la diserta; Si, ch' io non trovai certa Nè strada, nè sentiero . Del che paese fiero Trovai 'n quella parte ! Che si sapessi l'arte, Quivi mi bisognava , Che quanto più mirava Più mi parea selvaggio Quivi non ha viaggio Quivi non ha persone, Quivi non ha magione ; Non bestia non uccello, Non fiume, non ruscello, Non formica, non mosca, Non cosa, ch' io conosca. Et io pensando forte Dottai ben de la morte. E non è maraviglia; Che ben trecento miglia Durava d'ogne lato Quel paese smagato. Ma si m' assicurai Del sicuro signale Che contra tutto male Per una valle scura; Ma recordar non oso Ciò ch' io trovai e vidi Se Dio mi porti, e guidi I' non sarei creduto Di ciò ch' i ho veduto: Ch' i vidi Imperatori, E Re e gran Signori, E Mastri di scienze, Che dettavan sentenze ; E vidi tante cose, Che già 'n rime nè 'n prosa Non le porria ritrare Ma sopra tutti stare Vidi un' Imperatrice Di cui la gente dice Che ha nome Virtute; Et è capo, e salute Di tutta costumanza, ว E de la buona usanza, E di buon reggimenti, Che vivono le genti. |