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LE EROINE E LE PATRIOTTE

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ONFERENZIERA improvvisata dalla cortesia indulgente del Conte De Gubernatis, vi dirò subito che trovo abbia il conferenziere sullo scrittore due vantaggi: quello del Verba volant, di cui mi piace prevedere i benefici frutti, e l'altro di poter trattare d'un soggetto con apprezzamenti affatto personali.

E subito, se mi permettete un apprezzamento sui temi delle conferenze e sul tema mio, seguitemi col pensiero. Mi piace imaginare questa sala convertita in pinacoteca. È una pinacoteca che contiene i ritratti delle più illustri donne italiane. Li a destra vedete, è scritto Poetesse d'Italia, e li Scienziate, e li Artiste, e li Donne benefiche, e li Patriotte, e li Educatrici. La sala è vuota quando da quell' uscio s'avanza, piena di venerazione, una signora tedesca. Fissa in un pensiero corre alla parete destinata alle patriotte. Guarda, riguarda, smania. Chi cerca mai? Ha letto nel libro dell' autrice delle Memorie d' un' idealista (1) quel tratto patriottico di Laura Solera Mantegazza e vuol trovarla tra le figure di donne più care alla patria. Ma Laura Solera Mantegazza dedicò tutta la fortuna di famiglia agli asili bambinieri di Milano e dall'altra parete ove le donne benefiche son poste, sorride alla touriste che del resto è già via brontolando, mentre dolcemente si avanza cogli occhi pieni d'amore

(1) Stimmungsbilder aus dem Vermächtniss einer alten Frau.

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un' italiana ventenne a cui tornano dolci al cuore i ricordi della scuola. E, riandando quei semplicissimi versi,

Allor che l'alma mia

È vinta dal dolor

Perchè men trista sia

Volo in mezzo ai miei versi ed ai miei fior (1)

cerca fra le poetesse l'autrice di essi, ma non la trova, perchè il ritratto di quella donna eccelsa venne collocato tra quelli di coloro che meglio si dedicarono alla educazione della gioventù.

Ma io non voglio continuar sulle imagini, perchè per amor di patria m'importa assicurarvi che, se volessi trattar largamente il mio tema, dovrei ripresentare a voi e poetesse e scienziate e artiste e donne benefiche, tutto quel mondo femminile insomma di cui le egregie signore che m' hanno preceduta v'intrattennero. Nota caratteristica della donna di genio in Italia fu l'amor di patria, sicchè patriotte furon tutte se poetarono o dipinsero, se notomizzarono o educarono. Oh si, io vorrei che almeno alle cose eccelse accordassimo il privilegio di non esser classificate. E forse penso così, perchè questa classificazione mi toglie oggi di potervi delineare le dolci figure della Guacci, di Laura Beatrice Oliva Mancini, della Milli e della Fusinato donna a me si cara che credo ne parlerei, se potessi, tutta la vita. Sentitela l'intimità soave del suo patriottismo in quel colloquio col bimbo che dovrà nascere:

Angelo ignoto ancora e già si amato

Che nel mio seno palpitante io sento,
Dimmi, provi tu pur tutto il tormento
Onde mi strazia della patria il fato?
Oh quante volte il pianto ho soffocato
Per te, amor mio che conturbar pavento,
Ma poi quel pianto, come foco lento,

Nel profondo del cor m' è ripiombato (2).

Giuseppina Guacci, affranta dai dolori della patria, non potette sopravvivere al fatale 15 Maggio 48 e mori prima di veder compiuta la redenzione d'Italia. Ma furon più felici di lei Laura Beatrice Oliva e Giannina Milli che dorme ancora l'ultimo sonno alla luce limpidissima dei tuoi colli, o Firenze!

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E mi sento nell'orecchio l'armonia della leopardiana canzone dell' esule napoletana ai morti della patria, ammirando le bellezze di questa città ch'ella adorava.

Già sovra il mar fremente a mille a mille

Le vostre ombre s'addensano, e silente
E prostrata l'adoro! Una raggiante
Sanguigna striscia le circonda! Oh salve
Salve, o sacra coorte,

Ch' eterna vivi in braccio anche di morte.
Salve o beata schiera,

Cui certo accolse qual null' altra agguaglia,
Lucentissima sfera!

Per voi non vesta la feral gramaglia

Nè madre, nè consorte,

Ma sovra il suol del vostro sangue molle

Più il fior sorrida, e più l'aura gentile
Porti i profumo al ritornar d'Aprile (1).

E la Milli, che è ancor tanto viva in mezzo a voi, o gentili signore di questa poetica terra che fece esclamare al poeta della libertà: Deh che non è tutta Toscana il mondo, la Milli non la vedete ancora come a me sembra vederla, bianco vestita e raggiante cantar come profetizzando,

Roma novella, l'italo

Sire e il Sovran Pastore
In ben distinto imperio
Concordi accoglierà (2).

Ebbene, no, io interpreterò il mio tema nel senso più stretto e non vi parlerò delle poetesse patriottiche, che pur ebbero nella redenzione della patria nobilissima parte. Ma prima d'intrattenervi delle eroine e delle patriotte italiane vi dirò che mi par difficile la distinzione fra eroine e patriotte. Il patriotto non è sempre un eroe, ma la patriotta è un'eroina sempre, perchè non è della natura femminile brandir l'arma, nè sacrificare alla patria gli affetti di famiglia. Ma l'eroismo è pubblico e privato: sono dunque specialmente patriotte le donne che compirono atti d'eroismo pubblico ed ebbero testimone il mondo, ed eroine quelle che solo alle pareti domestiche affidarono il secreto della loro virtù.

(1) LAURA BEATRICE OLIVA MANCINI. Ai morti della patria. Omaggio dell'Accademia Pontaniana, 20 Gennaio 1861.

(2) GIANNINA MILLI. L'aspetto di Roma futura.

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