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OMINCIO subito col chiedervi perdono, col mettermi tutta come si suol dire nelle vostre braccia. E il perchè, eccolo qui, netto e spiccio.

Le illustri colleghe che mi hanno preceduta in questa.... chiamiamola cosi, gara conferitiva, vi hanno procurato molte dolci ore. Vi hanno fatto rivivere il fortunoso trecento, con la grandezza dei suoi ricordi, con la poesia delle sue costumanze; e una lunga schiera di poeti, di novellatori e di dame cortesi è sfilata leggiadramente sotto i vostri occhi pensosi: vi hanno scòrte tra il fervore dei tornei, quando i cavalieri - oh gran bontà dei cavalieri antiqui! non chiedevano alla loro dama che un garbato sorriso o una fascia di seta, da tenersi sul cuore: sempre in grazia di quelle gentili siete penetrate, dalla reggia di Teodolinda al grande salotto luminoso, ingombro di carte, di libri e di ricami, ove s'aggira quella squisita figura di donna e di regina che è Margherita di Savoia; siete state richiamate ai tempi gloriosi in cui le fragili donne, infiammate di sublime carità, correvano volenterose agli spaldi minacciati, pronte alla difesa, pronte all' offesa; e pronte anche ohime! a sacrificare sull' altare della dolcissima patria il sangue dei figliuoli - dei figliuoli, pei quali le madri temono troppo fredda. l'acqua del battesimo, troppo ruvido il soave pannolino che ne faper la prima volta le piccole membra delicate.

scia

Poi, a sollevarvi dalle sublimi ma dolorose visioni, una gentil fanciulla napolitana vi narrò di sante creature, che, pur sentendosi strette alla terra dai vincoli della famiglia, dell'amicizia e della carità cittadina, vissero pel cielo, in una dolcissima ma non sterile estasi. E la grande figura di Caterina da Siena campeggiò luminosa nel vostro pensiero, o signore, destandovi forse nel cuore commosso un indistinto, eppure intenso desiderio di rivivere quei tempi, quelle lotte, quelle glorie immortali.

Nè in queste geniali conversazioni, informate ad antica cortesia, vennero dimenticate le donne che coltivarono lettere, scienze ed arti in modo più o meno degno: e furono anzi studiate con singolare amore e con severa imparzialità.....

*

e fortunatamente finiscono

Oggi, ah! oggi cominciano per voi le dolenti note. Ed ecco perchè, signore belle e buone, vi ho chiesto perdono fino dal principio di questa chiacchierata, che non è, non vuol essere una dotta conferenza, ma il semplice e caldo sfogo d'un cuore con altri cuori, ma lo slancio spontaneo d' un' anima che si sente circondata - direi quasi carezzata da molte, da tante anime affettuose: dalle vostre, o signore.

Ma andiamo, che è tempo. E dove? Ahime! Non aule universitarie, non profumati salotti di belle studiose, non santuari di sacre vergini, non severità di musei ove s' accoglie il fiore dell'ingegno, aspettano la nostra visita. Noi la dobbiamo, se non v' incresce, a quelle pazze orde di fanciulli che ogni giorno, nelle ore pomeridiane, si rovesciano nella strada, empiendola di tumulto, di atti villani, di oscene apostrofi. E chi sono quei fanciulli? I nostri figliuoli.— Di dove escono ? - Da scuola. E che hanno mai fatto in iscuola? Hanno studiato. E che hanno studiato, e E che hanno studiato, e bene, ve lo proveranno gli esami di licenza elementare, le ammissioni al ginnasio, al liceo e, più tardi, alle università. Ma per uno strano fenomeno che darebbe da pensare al mio medico un illustre alienista - io precorro i tempi e vedo molti di quei fanciulli già mezzi uomini, coi baffetti nascenti, con le labbra atteggiate ad un sorrisetto fra l'ironico e il bambinesco, sorriso caratteristico, tout à fait fin du siècle.

Li vedo sbracciarsi, scalmanarsi nelle aule universitarie dove i

più violenti improvvisano fulminee proteste contro gli ordinamenti politici, mentre i più miti si contentano di approvarle; dove si demoliscono provetti insegnanti e se ne eleggono dei nuovi: dove si meditano e si mettono in esecuzione pronte e nobili violenze, come l'atterrar porte, l'oltraggiare professori e l'impugnar bandiere, avvezze a sventolare per ben altri ardimenti; dove, in somma, si vedono tante belle cose e qualche volta anche in via d'eccezione lo studente che studia.

E i fanciulli più poveri che cosa sono diventati? Oh! non me lo chiedete, signore! Le cronache giornalistiche, i piccanti fatti diversi, destinati a divertir l'ozio di tanta brava gente che sogna grandi riforme sociali tra una sorsatina di caffè e una boccata di fumo, informino. Io non rubo il mestiere a nessuno. Ma, risalendo dagli effetti alle cause, come spiegare questi fatti dolorosi? Su chi farne ricadere la tremenda responsabilità?

Spesso sulla stupida, ostinata, contrarietà tra i metodi educativi della famiglia e quelli della scuola: ma troppo spesso, ahimè, ricade su di voi, povere maestre elementari, che recate all'alto ufficio vostro un cervellino pieno zeppo di date, di nozioni scientifiche, di precetti retorici: e pur troppo pur troppo un cuore freddo, un' anima. sonnacchiosa ed inerte. Ma, d'altra parte, la colpa è tutta vostra, o non piuttosto dei vostri genitori che tanto per assicurarvi un pezzo di panevi hanno scaraventato alle scuole normali, cosi come altri metterebbe le figliuole a cucir di bianco o a far le occhiellaie?

-

E voi, care, ci avete mai pensato che la patente non fa la maestra, come la laurea non fa il dottore?

Tra una lezione e l'altra di pedagogia avete mai studiato voi stesse, la vostra vocazione e - perdonatemi il vostro temperamento? Vi siete sentite davvero accese d'un amore ardente, passionato, fatto tutto di sante abnegazioni e d'eroici sacrifizi, per le creature che la società vi avrebbe affidato? Ditemi, lo avete sentito? Avete avuto presso di voi, nell'ora fatale della decisione, un amico sincero, esperto, che vi abbia fatto intravedere tutte le asprezze, i triboli, i macigni, che avrebbero ingombrato il vostro cammino? Lo avete avuto vicino il medico discreto, ma schietto, che guardando alla vostra giovinezza, al lampo fascinatore dei vostri occhi belli, al fresco sorriso promettitore di arcane dolcezze, vi abbia susurrato all'orecchio: Ragazza mia, non andate a rinchiudervi in una scuoletta angusta, triste, in mezzo a un nuvolo di bambini ignoranti

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e spesso cattivi; ne soffrireste orribilmente: il vostro trono non deve essere una povera cattedruccia elementare, rósa dai pettegolezzi e da invidie abiette e puerili, ma il cuore ardente d'un giovane sposo innamorato, di cui sarete l'idolo, la dolcezza, l'orgoglio.

Tutte queste cose, ditemi, le avete intuite, sentite, ve le hanno dette? Ahi! Quanti lamentevoli no, mi giungono da ogni parte d'Italia! Quanti no tristi ed eloquenti, si sprigionano dall' aureo libro che uno dei più grandi educatori d'Italia il De Amicis ha mandato in questi giorni pel mondo!

Ma

perdonatemi l'insistente domandare non vi hanno neppure fatto sapere che oggi, grazie al cielo, l'operosità femminile può esercitarsi su campo più vasto e - lasciatemelo dire più confacente all' indole di molte di voi?

Vedete non si nasce pittrici di ventagli, cucitrici a macchina, sarte da uomo e da donna, aggiuntatore di stivaletti, trinaie, telegrafiste e fabbricanti di bambole; ma per far le maestre bisogna nascer maestre: e le bambine che strappano la coda ai passerotti, scodinzolano alla spera, e magari per far la scimmia alla mammasi tingono gli occhi col nero fumo, non possono diventar

maestre.

Riassumendo il fin qui detto: le giovani licenziate dalle scuole normali che s'incamminano alla meta del loro faticoso pellegrinaggio, sono degne di giungerla? Sanno che sia lo studio delle facoltà dell' anima? Sono ben preparate ad intraprendere l'educazione del sentimento nel cuore dei loro futuri alunni? E sopratutto hanno esse rinunziato a tutto ciò che non è la scuola? Cominciamo dal rispondere alla prima domanda: Non solo, oggi, i filosofi, gli scienziati, i romanzieri e i poeti (ohimè! sì, anche i poeti) s'arrabattano per assicurare il trionfo dell' uomo-bestia sull'uomo-anima: ma, ed ecco ciò che più mi sgomenta, anche le donne, le donne gentili, molte delle quali educatrici esimie, ostentano un superbo disprezzo per quanto si riferisce alle facoltà dell'animo e sono giunte a chiamar retorica il sentimento, beghineria la fede.

Il trionfo dell'intelligenza! Ecco il loro programmal È giusto? L'uomo ha della pianta e dell' animale insieme. Avvengono infatti nel nostro corpo, come nell'organismo di un albero, molte

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