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UANDO la signora Felicita Pozzoli di Milano, la signora Carlotta Ferrari da Lodi e Angelo De

Gubernatis concepirono il pensiero gentilissimo di festeggiare in Firenze il Centenario di Beatrice, ventisei anni dopo quello che per l'Altissimo Poeta, il quale tanto la esalto, tutt'i Comuni d'Italia celebrarono pure in questa sua Città, il proposito delle gentildonne da una parte, del professore De Gubernatis dall' altra, si fondò sulla Verità e sulla Storia.

Che cosa mai ha fatto Beatrice? Che sarebb' ella se Dante non l'avesse nominata ed esaltata? O forse non dovremo noi questa Beatrice dell'Alighieri, reputarla piuttostochè una donna reale, un simbolo, un'allegoria immaginaria. del Filosofo e Teologo che idoleggiava nella fantasia, per magistero dell' Arte, i concetti astratti della sua mente? Nè questo dicevano solamente coloro che, prima di studiare, amano di sentenziare, preferiscono al fare il deridere chi fa,

parendo loro così di levarglisi più alto, e prediligono la garrula maldicenza e il motteggio rozzo, echeggiante in danno degli operosi, alla letizia di meritamente lodarli; no, quelle obiezioni derivavano ancora da valentuomini, di molta ed eletta erudizione. Pure, se avvi cosa indubitabile al mondo, è questa, che Beatrice Portinari nacque non solo e visse qui maritata ne' Bardi, non forse conceduta a Dante, perchè sgradito a' genitori; ma sì, ch'ella proprio è il soggetto della Vita Nuova e del Sacro Poema.

Chi, leggendo così alla buona quanto l'Alighieri scriveva in prosa e in verso di Beatrice, oppure la Canzone di Cino da Pistoia che della morte di lei giovinetta consola il desolato Poeta, potrebbe mai dubitare, che il soave amore così dolcemente descritto nella Vita Nuova, ricordato anche nel Convito, e così sublimato nella Divina Commedia, risolvasi tutto in una allegoria gelida? Tantopiù che allora, unendosi sempre un significato allegorico anche al Protagonista, cioè Dante, a Virgilio, e agli abitatori dei tre Regni, bisognerebbe porre da un canto la litterale storia, come il Poeta chiama il significato letterale nel primo del Convito (Convivio se vogliam dire all'antica) e starsene contenti alle fredde ombre allegoriche, alle belle mensogne, pur così dette dal Poeta in quel testo: talchè l'intero Poema sarebbe un costrutto di favole, senza reale sostanza come il Gerione dell'Inferno, e la Donna Laida in un sogno del Purgatorio. Ahimè che gelo! E ciò mi pare argomento essenziale. Quand' anche non avessimo scoperto nel Codice Ashburnam, ora nella Laurenziana di Firenze, le parole di Pietro figliuolo di Dante, quaedam domina Beatrix insignis valde moribus et pulchritudine, nata de Domo Portinari, e come Dante, padre del Commentatore, la togliesse nella Divina Commedia per tipo e allegoria della Teologia; nè Dante, inoltre, avesse

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