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CATERINA FRANCESCHI FERRUCCI
Accademica Corrispondente della Crusca

dell' Accademia delle Scienze di Torino e del R. Istituto Veneto.

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I PRIMI QUATTRO SECOLI

DELLA LETTERATURA ITALIANA

DAL SECOLO XIII AL XVI.

LEZIONE DECIMAQUINTA.

SOMMARIO.

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Quale sia il fine, a cui la Provvidenza indirizza la civiltà delle nazioni cristiane. Si mostra, siccome queste per vie diverse tendano ad esso. Perchè il secolo XV abbia grande importanza storica. Della trasformazione delle arti belle avvenuta in quello. Stato politico dell' Italia. - Dei principi e dei pontefici che vi regnaro- Cominciamento della grandezza dei Medici. Del SavonaDella venuta di Carlo VIII in Italia. - Delle cagioni, per cui durante molti anni decadde la nostra letteratura.

no.

rola.

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Chi segue col pensiero il corso tenuto dalle nazioni cristiane, vede esser quello da Dio condotto in maniera, che dopo lunghi e assai faticosi rivolgimenti debba riuscire ad un punto, in cui l'autorità e la giustizia essendovi strettamente congiunte insieme, l'unione civile e morale di tutti i popoli sottomessi alla legge dell' Evangelo vi abbia principio, e vi trovi stabile fondamento. Chè indarno il Redentore ci avrebbe dato la più bella e santa d'ogni dottrina che abbia mai avuto la fede dell' intelletto, se i suoi beneficii non dovessero consolare tutta la terra, o almeno quella FERRUCCI, Lezioni. - II.

parte di essa, ch'è rischiarata dal vero eterno. Già sono aperte le vie, per cui i nostri posteri perverranno a questa concordia da tutto il genere umano, comecchè di lei inconsapevole, per natural desiderio da tanti secoli sospirata: già i primi raggi della sua luce cominciano ad apparire in mezzo alle nubi, che le pongono innanzi errori invecchiati e passioni ardenti di non mai sazia cupidità: di già gli orecchi dell' uomo, che con la mente precorre agli anni ed ai casi della fortuna, son rallegrati dalle voci lontane degli avvenire, i quali daranno lode alla Provvidenza, perchè avrà stretto con saldo nodo d'amore gli animi ora divisi dalla discordia, e gli uni con gli altri per vane gare e per ambizioni misere inimicati. Ed in vero i meravigliosi trovati del nostro ingegno, pei quali lo spazio quasi sparisce, ed il pensiero in paesi tra sè disgiunti dalle inaccesse montagne e dal mare immenso in meno di un attimo si propaga, preparano il tempo, in cui le genti civili saranno tutte come una sola famiglia. Noi quello no, non vedremo con gli occhi nostri, benchè con la fede e con l'animo lo vediamo; ma la certezza ch'esso dee pur venire ci riconforta, e ci fa tollerare con longanimità le bassezze, le violenze, gl'inganni dell' età nostra, la quale invano contrasta al volere d' Iddio, che, lasciando libero all' uomo il governo di sè e delle sue passioni, regge il mondo morale col freno stesso, con cui mantiene gli astri e le varie forze della natura nel cammino che sin dal principio ha loro segnato.

E questo io dico, perchè leggendo la storia dobbiamo sempre distinguere in lei due parti: una delle

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