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Il Pedrini ci fa sapere d'avere impiegato più anni nello studio dell'opera di Dante e di aver vegliato sopra i più rinomati Comentatori. Ei promette un'interpretazione facile e piana della divina Comedia che possa servire d'introduzione allo studio grave e serio della medesima, e che sia utile a quelle persone le quali vogliono semplicemente leggerla e intenderne il senso. (?) Le note saranno per lo più storiche, brevi anche queste, e chiare.

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COMENTI INEDITI

Francesco di Dante (?), citato dal Nidobeato, dal Landino e dall' Ubaldini. - Micchino da Mezzano, canonico ravennate, contemporaneo ed amico di Dante, citato da Coluccio Salutati. Zanobi da Stradu, morto nel 1329, ricordato dal Ceffoni. - Bosone da Gubbio, a cui viene attribuito il Comento il falso Boccaccio, conservato nella Magliabecchiana. - Accorso de' Bonfantini, francescano, inquisitore, citato dall'Ottimo.-Bonagrazia, detto poi Graziuolo, figlio di Bambagliolo, notaio, l'autore del Trattato delle virtù morali, in cento cobbole, a imitazione dei Documenti d'Amore del Barberino, comentò la divina Comedia prima del 1330. È citato dall'Ottimo, (Inf. C. vII; C. XIII.) col nome di Cancelliere di Bologna. Fra Guido da Pisa, carmelitano, e contemporaneo di Dante. Scrisse l'aureo libro la Fiorità d'Italia, in cui spiega molti luoghi della divina Comedia, e di più compose un comento col titolo: expositiones et glosae super Comaediam Dantis. Domenico Bandini, d' Arezzo, grammatico del secolo XIV, lasciavaci memoria del suo Comento nel suo Fons memorabilium e nella vita di Brunetto Latini. Cecco Meo Ugurgieri di Siena. Questo Comento volevasi conservato nel secolo decorso fra i manoIscritti di S. Michele di Murano in Venezia, ma che andasse poi smarrito. È ricordato dal Mittarelli. Il De Angelis ne fa invece autore un Giacomo Grifolo di Siena, mentre altri lo vogliono semplice copiatore, come meglio apparirebbe dalla fac. 384. Che Ciampolo di Meo degli Ugurgieri fosse

studiosissimo del divino poeta è indubbiamente manifesto dal suo volgarizzamento dell' Eneide di Virgilio. Il virgiliano agnosco veteris vestigia flammae è per lui tradotto: c nosco i segni dell'antica framma. Oltre a ciò, specialmente nel libro VI, e dovunque molte frasi e parole e perfino molti interi versi portano in fronte il suggello che vi impresse Dante. Ciampolo dovrebb'esser nato dal 1290 al 1300: II primo ricordo che si trova di lui nell'Archivio dei contratti di Siena è del 1324, e nel 1347, come si rileva dall'Archivio delle Riformagioni di Siena, egli, in compagnia di Nicolò di messere Stricca e di Niccolò di ser Niccola, fu degli uffiziali sopra lo Studio sanese. Filippo Villani comentò la prima Cantica, a cui prepose pure un' Introduzione. II codice si conserva nella Chigiana al n.o L. vii. 208. Sembra che il Villani non si ristrignesse all' interpretazione dell'Inferno, allegando nel comento del primo conto dell' Inferno una sua chiosa al C. xxx del Purgatorio. Matteo Ronto:

le sue postille son dette dal Batines importanti per l'intelligenza del testo e de' luoghi storici. Coluccio Salutati morì nel 1406: è citato dal Mehus. Jacopo Gradenigo, veneziano, alla fine del secolo XIV. Il suo Comento dicevasi esistente al cadere del secolo scorso, nella libreria del cardinale Garampi. - Riccardo, carmelitano, ed Andrea, napolitano, citati dal Nidobeato e dal Landino. - Benedetto, forse de Florentia, Agostiniano: il Comento fu compiuto in Pisa, e conservasi nella Biblioteca del marchese Giacomo Filippo Durazzo di Genova. - Frate Stefano, domenicano, in sul principio del quattrocento dettò molte e purgate chiose latine. Il codice si conserva nella Trivulziana al n.o IV, VII. – Bortolommeo di Piero di S. Gimignano, secondo il Follini, non sarebbe diverso da Bartolommeo di Pietro Traviani di Neruccis, che nel 1462, fu ambasciatore Siena, e tenuto per uomo assai ragguardevole: il suo breve comentario conservasi nella Magliabecchiana. Secondo il Muzzi, la forma del Comento è spesso elegante, la materia conserta di erudizione e di dottrina. - Giovanni Bertoldi, di Serravalle, arcivescovo di Fermo: il solo esemplare che si conosca di questo Comento conservasi nella Vaticana. Alessandro Astesi, da Pistoia: il Comento fu per lui compiuto il dì 16

Agosto 1445, e per lui dedicato alla S. di Pio II. Pare che chiosasse la divina Comedia dinanzi al Pontefice stesso: in lectione Dantis per ipsum habita coram Sanctitate sua. II codice è conservato dal Priore Scapucci di Pistoia. Paolo Nicoletti, di Udine, frate Agostiniano: il Comento latino che secondo il Negri ed il Crescimbeni, custodivasi nella Libreria Landi di Padova, venivagli attribuito dal Possevino, dal Negri e dal Sansovino: l'Alberici ed il Cicognara lo vogliono invece lavoro di Paolo Albertini, de' Serviti, veneziano. Nella sua iscrizione sepolcrale leggevasi: explicuit nobile Dantis opus. - Bartolommeo Ceffoni: le sue postille, compilate nel 1432, stanno nei margini del Codice della Riccardiana, al n.o 1306. Bartolommeo da Colle, detto Lippi, francescano: il comento fu compiuto nel 1480, e conservasi nella Vaticana. Al Ponta parve prezioso per la grande erudizione, per la precisa ed elegante spiegazione della lettera ne' suoi vocaboli, nella storia, nella mitologia, nelle scienze ed arti tutte, e da ultimo per la giudiciosa dichiarazione dell'allegoria. - Giovanni Enrico de' Tonsi, francescano e Sanmarinese: il Comento si conserva in San Marino. Giovanni Michele Alberto Carrara, bergamasco, nel 1460, presentava ad Antonio Marcello, nobile veneto, un bel Dante co'dotti suoi comenti. - Matteo Chiromonio: comentò Dante nel 1461, e se ne conserva il lavoro nel codice Barberino, n.o 340. Nicolò Clarecini, letterato e giureconsulto friulese: di costa alla divina Comedia per lui trascritta nel 1466, si leggono di molte sue erudite annotazioni: il codice è tuttavia custodito nella libreria Clarecini di Cividale. - Antonio Tucci Martelli: in un codice della Magliabecchiana, del 1462, si trovano parecchie chiose brevi, marginali, accompagnate da qualche figura astronomica. Furono esse riputate di grande rilievo: sovente l'Autore spiega Dante con Dante medesimo. Bartolommeo Baldinotti, pistoiese, professore di legge nell' università di Pisa, dettava nel 1478 un lungo comento, oggidì smarrito. Marsilio Ficino: le sue interpretazioni riguardano la più parte al sistema teologico e filosofico, a' costumi ed al tempo di Dante. Si conservano in un codice posseduto dal principe Caetani di Roma.

SECOLO XVI.

Agl'interpreti di Dante, i cui comenti generali o parziali rimangono tuttavia inediti, vanno annoverati: Girolamo Benivieni; Pellegrino Moretto; Donato Gianolli; Francesco Giambullari; Baccio Valori; Bartolommeo Barbadoni; Giov. Brevio; Giacomo Tiepolo; il card. Bembo; Benedetto dell'Uva; Benedetto Varchi; Lodovico Beccadelli; Gabriele Trifoni; Lodovico Castelvetro; Marcantonio Mureto; Sperone Speroni; Francesco Sanleonini; Giulio Ottonelli; Filippo Sassetti; Giovanni Berti; Jacopo Corbinelli; Celso Cittadini; Alessandro Sardi.

SECOLO XVII.

D. Carlo Barberini; Francesco Bracciolini; Federico Ubaldini; Uberto Benvoglienti; Pomponio Torelli; Benedetto Buommattei; Pietro Pietri, di Danzica; Carlo Strozzi; Alfonso di Giuliano Gioia; Antonmaria Salvini.

SECOLO XVIII.

Marcantonio Mozzi; Domenico M. Manni; Antonmaria Biscioni; Giovanni Gentili; Filippo Rosa Morando; Girolimo Tartarotti; Antonio Cocchi.

SECOLO XIX.

Giuseppe Pelli, Francesco Regis, Francesco Enrico Acerbi, Luigi Biondi, Leonardo Casella, Mauro Ferrante: (Il testo del Ferrante, condotto secondo la lettera principalmente di due codici Ravegnani, venne pubblicato a' 14 Settembre 1848, in Ravenna DXXVII anni da la morte di Dante per i fratelli Maricotti; ma le nuove Chiose promesseci dal Manifesto 16 Aprile 1846, non che dal frontespizio del Testo sono tuttavia un desiderio). - Gioberti Vicenzo. (Del Comento Giobertiano, posseduto dall'Ab. Giovanni Boglino, l'egregio

Chiala pubblicava un lodatissimo saggio nella Revista Contemporanea di Torino, Febbraio e Giugno 1857, Fasc. 40 e 44). Camillo Berini, romano. (Comento ricordato dal dott. Filippo Zamboni. Il Berini mancò di vita a' 16 Febbraio 1847, a soli venti anni ). (1)

(1) De' Francesi comentarono nelle loro traduzioni la Divina Comedia : Grangier Baldassare, 1591: Moutonnet de Clairfons, 1776: il conte de Rivarol, 1783: A. F. Artaud, 1811: Enrico Terasson, 1817: Brait de la Mathe, 1823: I. C. Tarver, 1826: Carlo Callemard de la Fayette, 1833: Pier Angelo Fiorentino, 1840: Briseux A. 1842: Aroux P. 1842: Rheal Sebastiano, 1843: Ozanam A. F., 1862 - De' Tedeschi: C. Streckfuss, 1824 : Lod. C. Kannegiesser, 1825: Rodolfo Abeken, 1826: L. Horwarter, 1830: L G. Blanc, 1832, 1861: Giovanni Nepomuceno, re di Sassonia (Filalete), 1833: Augusto Kopisch, 1837: C. Graui, 1843. - Degl'inglesi; Enrico Boyd, 1802: Natanielle Howard, 1807: A. Taeffe, 1822: Lord Vernon, 1842: T. Parsons. 1843: Leight Hunt, 1845; Giov. Carlyle, 1849: M. A. Broohsbanch, 1854: Tom. Weslei, 1859. - Degli Spagnuoli: Ferdinando de Villegas, 1535.

VOL. II

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