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cuore mi esalto, come avessi dinanzi tutta intera quella giovane generazione di Cristo, onde il Poeta è interprete; la quale, forte di una coscienza immutabile, apprezza e scerne con sicuro giudizio, e, come gitta da sè lo scoglio di ogni turpitudine, così lieta d' ogni bel costume si veste, e, rinnovando per virtù d'amore il vecchio Adamo, si leva a Dio.

III.

L'UMANA FAMIGLIA DOPO CRISTO

1. Rispondenza del Purgatorio dantesco alla compagnia civile delle genti rinnovellate.

<< E canterò di quel secondo regno,

Ove l'umano spirito si purga,
E di salire al ciel diventa degno. »

Purg., I.

Dacchè in sull' entrata dell' Abisso l'aria senza tempo tinta e il tumulto delle voci e de' suoni fieri e discordi ne fece palese la condizione del regno, ond' è imperatore Lucifero; ben si conviene che all' appressar del monte felice il vivo azzurro dell'aer puro e la stella d' Espero, simbolo di lieto amore, ne facciano accorti di quel nuovo regno, che piglia ordine bello di vita dal governo di Cristo. 1

1 Le anime buone si raccolgono, per ordinato affetto, che le muove e regge; ma gli spiriti mali si calano, quasi corpo inanimato nel fondo cieco delle acque. Vedi Purg., II, 104-105.

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e

Là scendesi quasi a tentone nell'ombra e nel vano; qui si sale all' aperto su monte luminoso; e con profondo accorgimento: chè la gente dipartita da Dio, pienezza d'essere di luce, va brancolando nella tenebrosa vanità delle cose mondane; mentre la nuova cittadinanza di Cristo, essendo una cosa con Dio, va dritta nella luce e ascende alla salda ròcca della Gerusalemme celeste. Non più il lume fioco ed incerto della Luna, ma quello forte e pieno del Sole, simulacro di Dio, che si rivela all' umanità. A questo lume fecondatore la terra nostra rinverde e s'apre in lieta copia di fiori e di frutti (i fiori e i frutti santi, onde nel Paradiso); 2 e le segrete viscere di lei, sentendo anch' esse l' onnipotente virtù, che penetra per l'universo, mandano fuori ricca vena di purissime acque. In tanta letizia di terra e di cielo tu quasi pregusti le dolcezze dell'eterna dimora; e come, annunziatrice degli albóri, L'aura di maggio muovesi ed olezza, il vento soave delle angeliche penne t'annunzia Iddio, imperatore di questo lieto regno. Già vedemmo Lucifero al fondo del pozzo scuro, in mezzo alla ghiaccia, riguardare da ogni parte la tomba divoratrice, accogliendo nel suo sentimento di re tutte le pene de' suoi soggetti: or qui vediamo al sommo del monte,

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1 Anco in San Paolo il monte di Sion, ov'è la città del Dio vivo, simboleggia la Chiesa di Cristo e fors' anco la nuova società civile cristiana. Vedi i miei Accenni di filosofia della storia, parte 1, cap. 3. 2 Canto XXII, v. 48.

che più si leva dall'onda, tra rigogliosa primavera, che l'alta terra senza seme gitta, mostrarsi Iddio redentore sotto forma di Grifone, raggiante negli occhi di Beatrice. Ma non è qui sua dimora: egli passa trionfando, e lo seguono in cielo tutti coloro che, lottando col male, ebbero vittoria allegra della fortuna e di sè.

2. Soprannaturalità del Cristianesimo.

<< Se il mondo si rivolse al cristianesmo,

Diss' io, senza miracoli, quest' uno

E tal, che gli altri non sono il centesmo. »

Parad., XXIV.

Testimonio di altezza d'ingegno non è solo la novità de' concetti, ma anco la riconoscenza lieta di concetto alto e vero, che, per antico accennato, fu poi negletto. Di siffatta riconoscenza piacquesi soprammodo il grande Alighieri, a cui l'antico senno, perennemente ripensato, fu quasi voce viva, che autorità di affetto avvalora: e bella prova ne sono i versi qui sopra, che rendono schietto un luogo della Città di Dio; ove Agostino, toccato di quelle opere, a cui natura Non scaldò ferro mai, nè battè ancude, grida contro coloro, che in materia di miracoli malignamente si mettono al niego: « Quest' uno grande miracolo basta a noi, che già tutto il mondo ha creduto esse verità senza veruno

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miracolo. » E davvero la stessa genesi dell'universo non ha meraviglia, che agguagli quella grandissima della creduta Parola: divina luce, a' cui raggi, discioltosi l'uom vecchio, nacque una creatura nuova, che vive nel tempo e pur si pasce dell' eterno; è affannata dal turbine della vita presente, e pur si sta gloriosamente accolta nella quiete dell' invisibile verità; è congiunta al corpo, ma bellamente si spazia nell'ampia libertà dello spirito. Or questo miracolo, che ogn' altro avanza, porge al filosofo della storia bello e capitale argomento. Perocchè, dimostrato che la Parola del Cristo non fu naturale accrescimento di civiltà, ma soprannaturale virtù che ricrea, si fa necessaria la discrezione dell' umana storia in due tempi, secondo che la mente sociale avvallò nell'ombra della materia, o si levò nei rinnovati splendori dello spirito; e così vengon tolte di mezzo le due sentenze estreme dell' avanzare continuo e del continuo indietreggiare dell' umana famiglia; alle quali anco pensatori di gran nerbo furono tratti dal guardare una parte sola della vita degli uomini sulla terra, l' ieri o l'oggi; mentre avrebber dovuto rallargare lor vista, considerando e l'ieri e l' oggi nel divino aspetto del Verbo, che li congiunge e discerne. 2

1 Città di Dio, XXII, 5.

2 << Gesù Cristo ieri e oggi: egli anco ne' secoli. » San Paolo, Epistola agli Ebrei, XIII, 8.

3. Conversione meravigliosa dell' umanità
a Dio per virtù del Cristo.

« Da questa parte cadde giù dal cielo;
E la terra, che pria di qua si sporse,
Per paura di lui fe' del mar velo,
E venne all' emisperio nostro; e, forse
Per fuggir lui, lasciò qui il luogo voto
Quella, ch'appar di qua e su ricorse. >>
Inf., XXXIV.

Se nel monte, << ove l'umano spirito si purga, è figurata l' umana città rinnovata. per virtù di sacrificio e di amore, il fuggire da Lucifero e ricorrer su della terra a formare quel monte dee figurare il volgersi delle genti all' altezza del Cristo, lasciando il cieco abisso di Lucifero: e bene quel su ricorse dice la prontezza dell'animo, che, portato dall' ardente spirito di Dio, rivola al cielo. Qui la dantesca fantasía, immaginando, ritrae della grandezza di que' terribili commovimenti della materia, che precorsero alla formazione dell' uomo 1, e che a quando a quando, ma con men di vigore, tornano a ricordarci la caducità delle cose e l'infinita Potestà, che le regge. E chi, leggendo di Lucifero, traboccato dal cielo, che fuga la terra e la fa ricorrere in su a formare un monte, non ripensa i commovimenti terrestri ne' di della creazione;

1 << Manifestum est, quod virtus elevans est illis stellis, quae sunt in regione coeli sive elevet per modum attractionis,

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ut magnes attrahit ferrum, sive per modum pulsionis, generando vapores pellentes, ut in particularibus montuositatibus. AQUA ET TERRA, § 21. Cf. Ferrazzi, Manuale, II, 250.

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