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Non voler correggere le mie parole di tuo capo o per animo di contradire; ma per divina autorità o per saldezza di umana ragione. Se da quelle raccoglierai qualcosa di vero, poni mente ch'esso vero per sè non è mio, ma nell' intelletto e nell' amore sia tuo e mio ad un tempo: se poi tu mi facessi convinto d'alcun che di falso, questo, in quanto errai, sarà mio; ma in quanto alla volontà di guardarsene, non sia tuo nè mio. »

AGOSTINO.

<< Ma chi pensasse il ponderoso téma E l'omero mortal, che se ne carca, Nol biasmerebbe se sott'esso trema. »

DANTE.

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B

ellissimo e principale di tutti i concetti di filosofia della storia, che la luce del Cristianesimo abbia fatto nascere nelle menti illuminate da lei, è certamente quello di una divina città, ordinatissima e concordissima comunanza, in cui le umane genti di tutti i tempi in sublime unità di operazioni e di affetti si congiungono a quelle prime creature, che son cima del mondo. 1 Posta l'unità di un

1 Parad., XXIX.

Dio provvidente e l'unità dell' umana specie, anzi di tutti gli spiriti creati nel Vero e nel Bene infinito, e' ne deriva spontanea l' idea consolatrice di una eccellente città, sciolta da ogni legame di spazio e di tempo e stretta nell' amorosa imitazione di unica Mente, che sia norma suprema di giustizia e insieme dolcezza di premio ineffabile. I Pagani, che l'unità di una Provvidenza non seppero porre neppure in cielo, ma le discordie della terra vi trassero con mirabile contradizione, e che l'umanità sparpagliarono in lor pensiero, secondo che l'odio divisore e disperditore insegnava, non ebbero nè anco una lontana immagine della sovrana città, di cui parlo. Primo ad annunziarla fu l' Apostolo delle genti nella sua Epistola agli Ebrei; ma quegli, che ne fece sublime fondamento alla nuova filosofia della storia, è Agostino in quel suo divino lavoro, che da lei piglia nome. Ivi l' Affricano acutissimo ne investiga il più riposto principio e lo splendido procedimento e l'altissimo fine. E' ficca lo sguardo aquilino dell' intelletto negli abissi dell' umana natura e de' caduti seguaci di Lucifero, poi lo solleva alle supreme altezze degli Angeli eletti e di

1

1 Le sentenze in bella copia recate da Giustino il filosofo nel suo De Monarchia non contrastano a ciò ch' io dico; perchè altro è la prepotenza di Giove e altro la sapiente onnipotenza dell'Iddio cristiano. Eppoi, dal concetto di un reggitore unico a quello di una perenne e congiuntissima famigliarità di tutti gli spiriti in Dio v'ha un gran tratto.

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