Del mese di gennaio e non di maggio Fu, quand' i' presi Amor a signoria, E ch'i' mi misi al tutto in sua balia, E saramento gli feci ed omaggio; E per più sicurtà gli diedi in gaggio 5 Il cor, ch' e' non avesse gelosia Ched i' fedel e puro i' no gli sia, E sempre lui tener a signor maggio. Allor que' prese il cor e disse: Amico, I' son signor assa' forte a servire ; 10 Ma chi mi serve, per certo ti dico, Ch'a la mia grazia non può già fallire, E di buona speranza il mi notrico Insin ch'i' gli fornisca su' disire.'
Con grande umilitate e pazienza Promisi a Amor a sofferir sua pena, E ch'ogni membro, ch'i' avea, e vena Disposat'era a fargli sua voglienza. E solo a lui servir la mia credenza È ferma, nè di ciò mai non allena; Insin ched i' avrò spirito o lena I' non farò da ciò giamma' partenza. E quegli allor mi disse: Amico meo, I' ho da te miglior pegno che carte: 10 Fa che m'adori, chéd i' son tu' deo ; Ed ogn'altra credenza metti a parte,
Molto vilmente mi buttò di fora
Lo Schifo, crudo, fello e oltraggioso, Sì che del fior non credo esser gioioso, Se Pietate e Franchezza non l'accora. Ma prima, credo, converrà ch' io mora 5 Perché 'l mi' cor sta tanto doglioso Di quel villan, che stava là nascoso, Di cu' non mi prendea guardia a quel[l'ora. Or m' ha messo in pensiero e in dottanza Di ció ched i' credea aver per certano, 10 Si ch' or me ne par essere in bilanza. E tutto ciò m' ha fatto quello strano; Ma di lui mi richiamo a Pietanza Ché venga alui collo spunton in mano.
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