Sayfadaki görseller
PDF
ePub

bile in mezzo a mucchi di arena e a frantumi di tufo (1), è bagnato da due piccoli fiumi che nel mare si scaricano a levante della città, l'uno è il torrente dei Ficarazzi, e l'altro è il fiume Oreto (2), illustrato dal sangue di Asdrubale, ed insuperbito della gran vittoria di lunga hattaglia del console Metello, di cui egli ne fu spettator glorioso (3), e rinomato per la vittoria che dodici secoli di poi Maniace emulo di Belisario riportò nelle sue vicinanze contro i Saracini. Esso nasce dal monte Mielgandone poco di là da Monreale, e ingrossato da vari rivoli, che per quelle praterie serpeggiano dopo un placido corso di dieci miglia lambe l'esterior parte meridionale della città, e va a metter foce nel mare (4).

Poco o nulla offre Palermo veramente di vetusto, nè molte antichità vi s'incontrano di epoca più lontana che quella dei Saracini e dei Normanni; giacchè la moderna magnificenza ha seppellite nella sua grandezza le antichità più cospicue (5).

NOME-Si sa da Diodoro siculo, che ebbe Palermo un porto bellissimo (6), e così spazioso, da più non dubitarsi aver da quello preso nome la città, appellandosi Panormos cioè tutto porto, dalle due greche voci a ed oppos (7); reca nondimeno somma meraviglia, come abbia un greco nome questa città, la quale nè Greci aver fabbricato, nè aver ollenulo se non tardi si legge (8). Pure sembra, che invano abbiano spese su questo punto le loro ricerche i nostri archeologi e gli stranieri. Intanto oggi non è a Palermo rimaso che un residuo di porto, il quale innoltrasi mezzo miglio fra terra, e si appella il porto vecchio o la cala, luogo mal sicuro, perchè esposto all' impeto di greco e di levante: ha tuttavia un ottimo molo, e di più la rada che serve pei grandi vascelli.

(1) Scinà La Topografia di Palermo e dei suoi contorni, pag. 102.

(2) Questo fiume si chiamò Abbas sino ai tempi degli Svevi, e nel regesto dell'imperator Federico (pag. 369) se ne fa menzione; come pure nel suo diploma del 1211 presso Pirri (tom. 1, pag. 145) Aved Habbes, ove aved è certamente uaed che in arabico significa fiume.

(3) Francesco Baronio Palermo glorioso, cap. 3, pag. 27.

(4) Troverà il botanico in questo fiume, e lungo le sue sponde la scrophularia aquatica, il potamogeton natans, la zannichellia palustris, l'alyssum marittimum, e molte altre piante. (5) Biscari Viaggio per tutte le antichità della Sicilia, cap. 19, sec. ediz. pag. 220. (6) Diodor. Sicul. Fragm. lib. 22, vol. 1x, ediz. Bipon.

(7) Saepe veteres, etiam Plinius, Panhormus cum adspiratione scripserunt, ut spiritus in oppos ex primeretur. Cellar. Geographia antiqua, tom. 1, lib. 2, cap. 12, 11. LIY.

(8) Bochart Geograph. Sacr. lib. 1, cap. 27.

TEMPERATURA-Riguardo alla temperatura di Palermo si può stabilire, che la media annua è 64°, 4 Fahr., che i mesi più caldi, giusta il termometro medio, sono luglio ed agosto dopo il solstizio di state, e i più freddi gennaro e febbraro dopo il solstizio d'inverno; e finalmente che il calor medio del mese più freddo è 52°, OF, e del mese più caldo 76°, 6F; talchè la loro differenza risulta 24°, 6F. Che

La temperatura media della primavera è tra 65°, e 65°, 7 Fahr. La temperatura media dell'estate è tra 74°, 1 e 75°, 8F. La temperatura media dell'autunno è tra 60°, 8 e 61°, 7F. La temperatura media dell'inverno è tra 53°, 0 e 54o, 5F. (1). CLIMA-L'aria di Palermo, benchè alquanto vaporosa soprattutto per l'abbondanza delle sue acque, le quali da ogni parte sgorgano, e qua e là condotte in vari fonti scorrendo abbondantemente la inaffiano (2), pure è salubre, e il sole ci concede i giorni più lunghi di 14or 46', e i più corti di 9or 27': e s'egli è vero che i migliori climi del mondo ritrovansi tra i gradi 35° e 40° di latitudine (3) bisogna dire che il cielo di Palermo uno si è dei più felici di Europa.

Domina in primavera e nell' estate il maestro, come in autunno e nell'inverno il ponente, il ponente-libeccio, e il libeccio; ma essendo a greco rivolta la città è desso quindi il vento, che più vi spira, particolarmente in primavera e nella state: pure lo scirocco

Che gravoso e spiacente e seno e gote

Coi densi fiati ad or ad or percote (4)

il quale più in primavera, ed in autunno, che nell'estate sopravviene qualche volta, tormenta gli abitanti. Nell' inverno poi è molesto il maestro; ma la primavera è molto fresca, e l'autunno ridente.

SUOLO-Il suolo della città nostra, che al mare è dovuto, altro non è che un composto di tufo, di argilla, e di arena; un ammasso di spoglie di vermi marini, e di pezzi che appartengono alle circostanti monta

(1) Quanto abbiamo detto della temperatura di Palermo risulta dalle osservazioni, che leggonsi nella Topografia di Palermo e de' suoi contorni abbozzata da Domenico Scinà Pal. 1818. (2) 11 Geografo nubiese presso Gregorio Rerum arabicarum quae ad Siciliam spectant ampla collectio, pag. 115.

(3) Annals of agriculture and other useful arts, v. xxxix, pag. 483.

(4) Tasso canto xi, st. LVI.

gne, e son le conchiglie di cui più abbonda, pettini, veneri, ostri che, came, cardii, pinne, spondili, telline, turbini, neriti.

Non è quindi la fertilità dei campi palermitani l'opera della sola natura; giacchè son essi pressochè sterili: ed è la copia delle acque, il letame e la cultura, che ubertosi li rende e molti generi commer. ciabili ne fa ritrarre.

[ocr errors]

PRODUZIONI E COMMERCIO Riducesi il commercio di Palermo ad olii, agrume, lino, sommacco, vini, acido di limone, salume, cenere di soda, manna, legumi, grani, orzi, carrubbe, seta, amido, mandorle, scorze e fiori di arancio, pelli di animali domestici, sapone, zolfo tartaro di botte, scagliuola, sugo di liquirizia, polvere da fuoco, cotone, stracci, passolina, olio di lino ec., e ricevesi dalle straniere nazioni le produzioni loro delle quali scarseggia o è senza, e gli oggetti delle fabbriche loro.

la

TITOLI-SUO più riguardevole titolo è quello di urbs concessole dai Romani: fu essa pure chiamata conca di oro e città felice per sua dovizia; e per la sua fedeltà città fedelissima viene nominata.

STORIA-Perdesi nella oscurità dei secoli la fondazione di questa città, e s'ignora chi avessela edificata. Ci assicura Tucidide (1) essere stata abitata dai Fenicii, i quali in essa, in Solunto e in Mozia si rifuggirono, allorchè ebbero dai Greci turbata la pace, che godeano. Fu dessa spesso in alleanza, e quindi in soggezione di Cartagine, sotto il cui dominio, come attesta Polibio, fu Palermo la città più importante del dominio cartaginese (2); ma vinti da Pirro i Cartaginesi, soggiacque ai Romani, essendo consoli L. Cornelio Asina, ed A. Attilio (3): e sebbene ritornò sotto la punica schiavitù, fu non ostante ripigliata nello stesso anno dagli stessi due consoli suddetti. Venuto Asdrubale per riacquistarla fu sconfitto alle sponde del fiume Oreto, nel consolato di L. Cecilio Metello e di G. Furio Pacillo (4), nel quale tempo è volgare credenza che abbia conceduto la romana repubblica alla città di Palermo la carica di pretore, e il titolo di urbs. Venne

(1) De bello Peloponn. lib. v1.

(2) Hist. lib.1, § xxxvII. Classe navium trecentarum Panormum in Siciliam appellant, eam. que urbem caeterarum caput in ditione Carthaginensium obsidere aggrediuntur.

(3) L'anno terzo della olimpiade 131, cioè 254 anni avanti G. C.

(4) Nell'anno xvi della prima guerra punica.

MORTILLARO, vol II.

2

quindi Amilcare Barca, e dopo tre anni la battaglia data da Lutazio presso Egusa (1) fece con un trattato di pace (2) finire la prima guerra punica (3).

La conquista che i Romani fecero dell'isola di Sardegna (4) irritò nuovamente contro essi i Cartaginesi, e l'anno secondo della olimpiade 140 vennero di nuovo a conturbare la Sicilia; finchè Marcello riportò su di loro il trionfo: ma poco o nulla per Palermo si sa nell'epoca della terza guerra punica, che terminò colla distruzione di Cartagine operata da Scipione Emiliano.

Rimasi nel pacifico possesso della Sicilia i Romani seguirono le terribili guerre servili che straziarono per lunga pezza tutta l'isola: indi passata la romana repubblica in monarchia, restò Palermo soggetta agl'imperatori romani. Ma diviso l'impero per la morte di Teodosio fra i suoi figli Arcadio, ed Onorio in orientale ed occidentale, agl'imperatori greci venne assoggettata Palermo e la Sicilia intera; e in quel tempo ebbe con tutte le altre italiane regioni comune la sorte, gravissimi danni soffrendo per le irruzioni dei barbari, e soprattutto dei Goti, i quali se ne impossessarono, regnando Giustiniano. Quelli espulsi a viva forza dopo molti anni da Belisario, fu nuovamente ridotta Palermo all'obbedienza dei Greci nel 535 di G. C., sino a che nell'anno 827, essendo imperatore Michele il Balbo, la soggiogarono i Saracini d'Africa, dal cui giogo la liberarono nel 1071 (5) i Normanni, che venuti erano a conquistar la Sicilia sin dal 1061: ed essi furono gl' istitutori della monarchia siciliana. Nel 1130, il secondo Ruggieri, quel Ruggieri che conquistò il principato di Capua e il Ducato di Napoli, ricevè in Palermo la corona (6), e stabili le grandi cariche della monarchia.

Tennero dietro ai Normanni gli Svevi, che regnarono per cagion di matrimonio, gli Angioini, gli Aragonesi, i Castigliani, e gli Austriaci. Venuti meno gli Austriaci, sali per diritta successione la famiglia

(1) Oggi Favignana isola vicino Trapani distante dal Lilibco non più che dodici miglia. (2) Polibio, loc. cit., lib. 1, § LXIII.

(3) Accadde ciò l'anno quarto dell'olimpiade 134.

(4) Tit. Liv. Dec. 11, lib. x, cap. xx11.

(5) Malaterra Hist. Sic. lib. 1, cap. XLV.

(6) Ruggieri si coronò due volte, la prima nel 1129, la seconda dopo la concessione e la conferma del papa nel 1130.

dei Borboni sul trono di Spagna e su quello di Sicilia, quantunque interrotto ne avessero il governo i principi di Savoja e gli Austriaci di Germania: finchè ripigliata venne la signoria dell'isola dai Borboni, della quale stirpe era Carlo III. Successe a lui nel governo di Napoli e della Sicilia il fu suo figlio Ferdinando, indi il primogenito di costui Francesco padre dell'augusto regnante Ferdinando II.

LINGUAGGIO-Il linguaggio palermitano è quasi del tutto l'italiano primitivo (1), che, come ci assicurano Dante (2), Petrarca (3), Bembo (4) e mille altri, qui nacque, nella reggia dell'im perator Federico.

STEMMA E lo stemma della città di Palermo una coronata aquila d'oro concessale da Guglielmo I nel 1155 (5) che in campo rosso spiega le sue ale, e tiene coi piedi una cartella, su cui leggonsi le lettere S. P. Q. P. cioè Senatus Populus Que Panormitanus.

POPOLAZIONE-Numerosa è la popolazione di Palermo che monta addi d'oggi a circa 200,000 abitanti, compresi i suoi borghi, e le numerose famiglie di questa città fan testimonianza della fecondità dei Siciliani (6). Sede ell' è dei sovrani o dei governanti che li rappresentano; grande è il numero delle famiglie nobili che con isplendidezza vi soggiornano: quivi si hanno i tribunali supremi e le primarie autorità; e il suo Arcivescovo, cui suffraganei sono i vescovi di Gergenti e di Mazara, ha il primato su i vescovi dell'isola tutta. Risiede in questa metropoli il Giudice della regia monarchia ed apostolica legazia, magistrato singolare, che gode la Sicilia, i cui monarchi sono legati apostolici a latere nati, per concessione che a Ruggieri, e in sua persona ai sovrani successori ne fece nel 1099 papa Urbano II, confermata poscia da Benedetto XIII. Ed hanno i nostri sovrani, sin dall'epoca normanna, un cappellano maggiore, o vescovo della corte, la cui diocesi formano i luoghi regî e militari.

MEDAGLIE In quanto ad antiche medaglie, non v'ha città siciliana, eccetto Siracusa, che tante e si svariate ne mostri quante Paler

(1) V. il mio Nuovo Dizionario siciliano-italiano in-4 vol. 2 nella prefazione.

(2) Volgar. eloq. lib. 1, cap. xi.

(3) Trionf. Am. cap. iv, e Ep. fam. praef. fol. 3.

(4) Prose lib. 1, fol. 40.

(5) V. Baronio Palermo glorioso, pag. 90.

(6) M. le Comte de Zinzindorf Mémoire sur le Royaume de Sicile, chap. iv, § 3.

« ÖncekiDevam »