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AVVERTIMENTO

È

vano forse per la universalità dei nostri lettori il parlare dalla celebrata importanza di questa Relazione, scritta da un si grand uomo qual fu Daniele Barbaro, mandato ambasciatore a Edoardo VI in occasione della sua assuzione al trono d' Inghilter ra nel 1547. Il Foscarini nel 4.o della sua Letteratura veneta parla di questa relazione colle parole che qui ci piace ripetere: « Singolarissima è la relazione lasciataci dal famoso Daniel Barbaro « intorno all' Inghilterra, imperocchè nel discorrere le costuman«ze, le leggi e le nuove relazioni introdottesi dopo il rivolgimento « di quel regno, vi frammette il racconto di molte particolarità << conducenti alle origini stesse di cotanto successo. » Di ciò solo sono io meravigliato, che nessuno avesse ancora pensato a produrla in luce per le stampe,

Tornato dalla legazion mia d'Inghilterra, vengo

oggi, serenissimo principe, in obbedienza della legge nostra laudatissima, ad esporre alla serenità vostra tutto quello che, in dicotto mesi, ho potuto intendere e sapere del governo di quel regno che sia di considerazione degno, e questo con quella brevità che potrò maggiore; pregando la serenità vostra, che così come prudentemente ella få osservare questa instituzione, così benignamente voglia ascoltare chi l'osserva.

Certo è che chi governa stato alcuno deve aver l'occhio a tre cose principalmente, le quali conducono i popoli alla felicità, che ogni buon governo si deve proporre; delle quali se una ne manca, o non è bene ordinata, è necessario che il pubblico patisca grandissimo detrimento.

La prima è la religione, che ci fa star bene con Iddio datore di tutti i beni:

La seconda è la giustizia, che ritiene i popoli uniti e li conserva in obbedienza dei maggiori:

I Francesco Donato doge.

La terza è la milizia, che assicura dentro e fuori da ogni fraude e violenza di nemici.

Di queste tre io renderò conto alla serenità vostra, secondo che io l'ho trovate, e siccome sono state da prima ordinate nel regno d' Inghilterra ; e per più facile intendimento, io dirò sommariamente quanto paese ha da essere governato, e con che autorità lo governa il re d'Inghilterra.

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Dico adunque che tutto il paese è posto per grandissima parte in due isole occidentali dell' Europa, ed in alcune isolette vicine, e per alquanto in terra ferma nei confini della Francia e della Fiandra. Le due isole sono dette l'una Irlanda, l'altra Brettagna.

L'Irlanda è posta a ponente della Brettagna, e da quella separata dal mare Oceano, che in quello stretto si chiama il mare d'Irlanda. La lunghezza dell'isola è da mezzodì a tramontana per lo spazio di trecento miglia, e la larghezza di circa novanta. Di questa più di due terzi sono posseduti pacificamente dal re d'Inghilterra, e però ne' suoi titoli si chiama re d'Irlanda, siccome prima si dimandava signore. Il resto è sottoposto a diversi signori, che tra loro fanno guerra continuamente, sono genti poco civili, anzi selvagge come il paese.

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La Brettagna è isola fra le ponentine dell'Europa grandissima e ricchissima, lunga da ostro a tramontana ottocento mila, larga cento quaranta, quando il più ed il meno della sua larghezza fosse ridotto a misura éguale. Di questa anco i due terzi e più sono sottoposti al ré d'Inghilterra, cominciando dalla costa di mezzodi, che riguarda il mare di Brettagna, fino a quella parte di tramontana, dove comincia la Scozia; perchè nell' isola di Brettagna s' include l'Inghilterra e la Scozia.

Le isolette, che sono d'intorno all'Inghilterra, sono molte, tra le quali alcune sono comode e sicure, e di esse dirò a suo luogo particolarmente.

Dopo, nel fine della Piccardia, in Francia, ha il re d'Inghilterra alcune fortezze, delle quali la principale è Calais, sopra il mare che riguarda l'Inghilterra, che si chiama il mare di Fiandra.

Questo è quanto è sottoposto attualmente al re d' Inghilterra ; il quale ha molti titoli, che non gli servono ora in effetto, se non tanto quanto servono i loro a molti principi, che sono più presto carichi di titoli che di regni.

Acquista il re la ragione della corona, secondo le leggi d'Inghilterra, per eredità e successione concessa al primogenito dei maschi: se non ci sono maschi l'eredità si parte ugualmente fra le femmine. Ma perchè il regno non vuol compagni, però la ragion del regno 1erviene a una che sia la prima tra le figlie.

Appresso la successione ed eredità, bisogna il consentimento dei signori e dei popoli; il perchè, avanti che il re sia coronato, si dimanda al popolo tre volte solennemente se gli piace l'eletto in re; e poichè da ognuno si conferma l'elezione, il re confermato dà sacramento d'osservar le leggi, e così è coronato, consecrato, unto e salutato re. Ben è vero che il re, dopo la confermazione, può aver da fare a mantenersi contro alle sollevazioni dei graudi, che per alcuna offesa si reputino ingiuriati. Per il che appresso il re sogliono esser molti, che non si stimano meno nobili del re, e che hanno molto seguito di gente; ma per ordinario i popoli amano il loro re, e sopportano ogni cosa per conservarlo, e specialmente quando gli vengono osservate le promesse.

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Se il re entra a governo di età matura, la somma delle cose è sostenuta dalla persona reale, dai signori e baroni, e dai borghesi che entrano in parlamento. Se è di tenera età, come il presente ', se gli danno governatori, o protettori, benchè ormai questo nome di protettore sia generalmente odiato, e dismesso nello zio del presente, per le cose che ho scritto alla serenità vostra alli 6 di ottobre del 49; oltre di che è stata intenzione di Enrico VIII, padre di questo re, di lasciar la cura del figliuolo non ad un solo, ma a più con eguale autorità, sebbene ciò non sia stato osservato per la negligenza di molti, o per la molta diligenza di un solo , appresso il quale è stata, a mio tempo, la somma del tutto, dal che ne sono venuti infiniti disordini.

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Aveva considerato Enrico il pericolo grande che sovrastava al regno quando la nobilità seguitasse a mantenersi così potente siccome ell' era; e appresso, che il dar la cura del figliuolo, ch' era di età d' anni 10 quando egli venne a morte, ad un congiunto di sangue, non era troppo sicuro; però si volse prima ad abbassare la nobiltà con strani modi, lasciando i titoli e levando le giurisdizioni, dimodochè non è duca o signore in tutto il regno che a giustizia possa far morire uno, nè che abbia le sue entrate in terre nel luogo ov'egli è signore.

■ Odoardo VI aveva dieci anni quando gli mori il padre, Enrico VIII, nel 1547; conseguentemente ne aveva quattordici all'epoca della preseute Relazione.

Odoardo Seymour, conte di Hartford, zio materno del re Odoardo VI, fu eletto protettore d'Inghilterra alla morte di Enrico VIII nel 1547; poi deposto per abuso di potere, e rinchiuso nella Torre di Londra nel 1549; rilasciato l'anno appresso; ma nel 1551 nuovamente rinchiuso, e finalmente, il 22 giugno del 1552, decapitato.

Lord Dudley, duca di Nortumberland.

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