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Serenissim

issimo principe', illustrissimo ed eccellentissimo senato; dovendo per l'obbligo della legazione mia, secondo l'antico e laudatissimo istituto di questa serenissima repubblica, riferire delle cose dell'isola e regno d' Inghilterra, stimate in questi tempi di tanto maggior importanza, quanto che occorre di dar conto delle qualità di un regno, per uso e per natura, differentissimo dagli altri, insieme con quelle di due principi, lo stato delli quali importa grandemente che sia descritto e conosciuto, e per esser nuovi nel regno, e le molte considerazioni che cascano sopra di essi, e sopra di altri principi; conosco che per soddisfare a un così fatto uffizio debitamente, come si converria alla presenza di tanti e così gravi senatori, saria necessaria persona d'altro giudizio e d'altra esperienza e fortezza di

per

corpo della mia. Ma la necessità dell'obbligo nel quale mi ritrovo, impostomi dal giudizio di questo eccellentissimo senato, allora quando gli piacque onorarmi di questo grado, al quale obbligo non potrei senza ignominia ed offesa dell' onor mio mancare in alcun

Lorenzo Priuli doge.

modo; la necessità, dico, di quest'obbligo, insieme con la molta benignità delle signorie vostre eccellentissime dovrà escusare così l'insufficienza, come la debol natura mia, accresciuta ultimamente con la discesa di un catarro, il quale, o sia causato dalle molte incomodità patite nel viaggio, o dalla sofferta mutazione dell' aere, mi travaglia di sorte, da che sono ritornato, che non mi dando speranza di liberarmi così tosto, mi ha fatto risolvere più presto pagare in quel debol modo ch'io potrò il debito a chi son tenuto, che d'intertener più in lungo, in cosa tanto necessaria, l'espedizione di un tanto e tal senato; sperando che così in questa, come nell'altre azioni mie, debba esser ricevuta gratamente l'intenzione e buona volontà mia, e compensata con essa l'imperfezione dell'opera. Mi sforzerò dunque, col restringermi alle cose più necessarie, di levare così alle signorie vostre eccellentissime, parte del tedio e del fastidio, come d'allegerire a me la fatica.

PARTE PRIMA

L'isola d'Inghilterra, serenissimo principe (per correre alcuni universali della qualità di quella, non inutili da essere rammentati anco a chi li avesse per innanzi conosciuti) è descritta dagli antichi per la prima e la maggiore di quante altre ne avessero cognizione. È posta, come ognuno sa, nel mare Oceano alla parte occidentale della provincia d'Europa, opposita da levante ai lidi della Germania inferiore. Da ponente ha l'isola e regno d'Irlanda; da tramontana, nell'Oceano, le isole Orcadi; da mezzodi ha i porti e le città di Normandia e Brettagna, chiamata dai latini Armorica.

Questa grande isola fu nominata variamente; prima Albion, dopo Britannia, ed ultimamente Anglia con diversa etimologia e parere di alcuni scrittori, che ora non è luogo nè tempo di riferire. Corre da mezzodì in tramontana, con estendersi di lunghezza per ottocento iniglia, e nella maggior larghezza per trecento venti. Rivolge di circuito, compresa la Scozia, mille settecento venti miglia, che sono dugento ottanta manco di quelle che computa Cesare: ha comodità da ogni parte di porti, e così di fiumi, è sopra tutto d'aere temperatissima: non è in tutto piana, ma distinta in colli così piacevoli, che se si guarda lontano, a fatica si riconoscono dal piano fertile; e rispetto agli abitatori cha ha, è abbondante di tutte le cose necessarie; che sebbene in alcune, che servono più a comodità e delizie, che a necessità, è provvista da forestieri, però in luogo di queste dà molto più delle sue.

Le cose che dà sono, siccome è noto a ciascuno, lane, pannine di ogni sorte, di grande importanza e per la quantità e per la qualità, stagni, piombi, corami, carboni, carni, ed alcune volte frumenti e tutte sorte di biade, oltre la birra. Tra quelle che riceve, principalmente sono le spezierie, zuccheri, e tutte sorte di frutti, che vengono di Spagna e di Francia, vini, olj, e quelli che chiamano obloni, il fiore cioè dell'oppio e dei bruscandoli ', necessarj nel far la birra. Riceve altresì panni d'oro e di seta, la maggior parte della teleria, e tutte sorte di mercerie, oltre i guadi, e altre cose per tinture. Per questi ed altri così importanti traffichi, e per la comodità del sito, non solo

Luppoli.

è frequentata da tutte le nazioni dell'Europa fino dalla Polonia, ma ultimamente anco dalla Moscovia, e Russia, e dall' Indie Occidentali, dal paese cioè del Brasile, e dalla costa della Guinea; onde è stimata sopra tutte le altre isole del mondo comoda e doviziosa.

È divisa in due parti che abbracciano due, regni, Inghilterra e Scozia, separati dalla montagna Scheviota, e dal fiume Twed, restando la parte settentrionale agli Scozzesi per la lunghezza di trecentoventi miglia, e la meridionale agl' Inglesi per quattrocento ottanta. Quella che possedono gl' Inglesi è divisa in tre, e secondo alcuni in quattro principali provincie, ripartite in venticinque città di vescovato, e due di arcivescovato, i nomi delle quali, e così delle provincie, e proprietà, e confini, per fuggir l'ostentazione di memoria, e molto più per attendere alla brevità, rimetterò agli storici e geografi, dai quali sono diffusamente scritte, con dir solamente che siccome le provincie sono tra loro differenti di costumi, così sono di lingua; perchè diversamente parlano i Walliesi dai Cornowalliesi, e diversamente gli uni e gli altri dagl'Inglesi. Si aggiungono a queste due altre sorte di lingue, che nella parte ultima parlano gli abitatori; l' una conforme con l'Irlandese, l'altra totalmente diversa, cosa rara ed ammirabile di vedere, in una sola isola tanta diversità di lingue.

Faria medesimamente uffizio d'istorico e geografo chi volesse dar conto delli luoghi marittimi e mediterranei dell'isola, più notabili; onde basterà solamente. che io dica una parola della città di Londra, metropoli del regno, e veramente tenuta con ragione tra le principali d'Europa, sia per la comodità ed abbondanza di tutto quello che può servire all'uso umano, sia per la

frequenza degli abitanti, stimata ordinariamente, compresi i borghi, di cento ottantamila anime,, bella per le strade ed edifici, e per il ponte principalmente che con diciannove archi, tutti di pietra solida, attraversa la riviera, e per la chiesa cattedrale di San Polo, ma più bella per il sito, essendo posta felicemente alle ripe del fiume Tamigi, dal quale, oltre la bellezza, riceve gran comodità per il gran concorso de' navilj di portata fino a trecento e quattrocento delle nostre botti, che da più parti vi concorrono, ajutati dal gran flusso e riflusso che ricevono dal mare, ancorchè la città sia più di ottanta miglia lontana da quello. E non solo è ricchissima per li traffichi, e per il gran.commercio che ha con gli altri paesi, ma per i molti privilegi che godono gli abitatori medesimi, tutti senza eccezione uomini popolari, mercanti, ed artisti. Avegnachè da un numero dei suoi propri abitatori, di venticinque in circa, chiamati da loro Aldermani, eletti delli più ricchi e danarosi che vi siano, quasi in forma di repubblica, con ultima potestà, ella è governata, senza che il re nè i ministri regj s' impaccino in cosa alcuna. Ho detto uomini popolari, perchè i nobili, secondo l'uso di Francia e di Germania, vivono tutti nel paese lontani dalla città.

Si stima, per dir cosa alcuna delle ricchezze loro, che nelle due compegnie di avventurieri e stapolieri (si chiamano avventurieri quelli, che per speciale privilegio possono soli mandar robe da Fiandra in Inghil terra, e di là in Fiandra; stapolieri quelli ai quali solamente è concessa l'estrazione delle lane) vi siano molti ricchi di cinquanta e sessanta mila lire di sterlini, tutto o la maggior parte danaro contante, che per il corso presente della moneta importa meglio di du

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