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la qual cosa allora li parenti corrono e lo pigliano per li piedi e tanto lo tirano che l'affogano; il qual

è

per farlo morir più presto, stimando così fatto officio opera molto pia e degna di molto merito; il che è ammesso dalla giustizia, perchè non stentino, che altrimenti facendo si sono trovati di quelli che pendenti hanno vissuto dalla mattina alla sera, e vanno a pericolo oltre della morte del corpo, di quella ancora dell'anima.

Usano ancora un' altra sorte di pietà agli infermi, e questa è, che essendo uno abbandonato dai medici, non avendoci rimedio alcuno al suo scampo, li più prossimi parenti pigliano un guanciale e lo pongono sopra il volto dell' infermo, e vi si pongono sopra a sedere, e di quel modo l'affogano, così il padre al figliuolo come il figliuolo al proprio padre; e ciò dicono di fare perchè essendo sicuri per le parole del medico che l'infermo non può altrimenti campare, credono di far cosa molto grata a Dio a levarli di stento. Questo simile effetto di pietà non nasce però in ogni sorte di persone, ma solo in certe genti basse, quali servano ancora alcuni costumi barbari, per la loro non molta conversazione.

Li cavalieri dell' ordine sono a beneplacito del re, e quando l'ordine si tiene a Windsor, luogo lontano da Londra intorno a dodici miglia, questi cavalieri giurano di non esser mai contro la corona, nè possono esser privati di quell' onore se non incorrono in delitto di lesa maestà. Per quell'ordine non hanno alcuna sorte d'entrata, talchè quei che l'hanno, hanno altresì bisogno d'altre rendite. L'ordine si chiama S. Giorgio, ed a questo vi si è aggiunto la Giarettiera, che è una cintola che si porta alla gamba sotto il ginocchio con queste parole: Honny soit qui mal y pense, che altro non vuol dire in

italiano, se non che sia disonorato chi pensa a male : la qual cintola si fa d'oro e molto ricca secondo la qualità di quel tale che la porta.

E qui non occorre dir altre cose e ragioni intorno ai ritratti d'Inghilterra, presupponendomi, come cosa trita, che si sappiano.

RELAZIONE

DI

FRANCIA

DEL CLARISSIMO

GIOVANNI SORANZO

TORNATO AMBASCIATORE

DA QUELLA CORTE

NEL 1558. 1

Magliabechiana MSS. Clas. 25. Cod. 50.

AVVERTIMENTO

Questa Relazione non fu conosciuta dal Tommaseo, ond' egli non potè arricchire la sua collezione di uno dei più singolari documenti di quel tempo intorno le cose di Francia.

Non so se i Francesi si dorranno dei giudizj che il Soranzo porta di loro; ma nol dovrebbero, perchè la verità vien sempre utile; e dove notino che da secoli gli uomini gravi concordano nel riconoscere fra le loro buone qualità anche le non buone di cui li accusa il Soranzo, dovrebbero, meglio avvisati, cercare a discol parsi coi fatti, e frattanto sa per buon grado agli ammonitori, specialmente quando sono franchi e leali come il Soranzo; il quale se dice i Francesi generalmente sospettosi, altieri ed impazienti e di poca riflessione, talchè fanno gran parte delle loro deliberazioni precipitose, onde molte volte avviene che non hanno così presto terminata un'impresa, che si avvedono dell' errore e se ne pentono, non manca d'osservar d'altra parte agli Italiani quanto nuoca loro la insofferenza della disciplina, e la incompatibilità che pur troppo sembra esser nella loro natura di procedere dccordo nell'ope

rare.

Serenissim

erenissimo principe illustrissimi ed eccellentissimi siguori, siccome fra tutti li regni che sono posseduti dalli principi cristiani quello di Francia, per comune opinione, è stimato il più nobile, e più potente di tutti gli altri, così se particolarmente si volesse riferire tutto quello che per sua piena cognizione si potrebbe dire, converrebbe fare uflizio assai più lungo che alla presente relazione non si conviene. Ma desiderando io in quest'ultimo uffizio che ho a fare per la legazione commessami dalla serenità vostra al re cristianissimo, di ommettere le cose superflue e restringermi in quelle parti sole, le quali possan essere utili per il governo di questa eccellentissima repubblica, riferirò le più notabili qualità di quel regno, quali siano le forze delle quali la corona di Francia si possa valere per fare eserciti e armata di mare, e le sue entrate e spese ordinarie, con li modi estraordinarj di ritrovar danari. Dirò nella seconda parte quelle qualità del re, che sono più degne di essere intese, e similmente della regina, delli signori,

Lorenzo Priuli, doge.

Vol. IV.

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