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L

Gli scritti raccolti in questo volume non sono disposti cronologicamente, perchè mi è parso opportuno aggruppare prima quelli, che trattano di casi o incidenti della vita di Dante, e, dopo, quelli, che commentano singoli passi, episodi, canti del suo poema.

Il lettore benevolo, che incorrerà qua e là qualche ripetizione, non se ne vorrà spero maravigliare, considerando che, in tempi diversi, e per occasioni diverse, mi è capitato necessariamente di alludere agli stessi fatti, o di esprimere le stesse opinioni.

Napoli, luglio del 1921.

Francesco Torraca

La tenzone di Dante con Forese 1)

Sono passati circa quarant'anni da quando i sonetti, che Dante e Forese Donati si scambiarono, non ancora tutti noti, parvero a Giosue Carducci « un saggio assai rilevante di quella satira tra individuale e di famiglia e di parte, che rende così intiera la sembianza di quello scorcio di secolo ringhioso e gentile, che tanto bene si conveniva a quegli uomini di parte oggi banchettanti insieme e domani uscenti ad azzuffarsi in una cavalcata o prorompenti a bandirsi per barattieri dopo un colpo di stato: satira che anche il Cavalcanti amò fare, e nella quale fu eccellente Rustico di Filippo, e che poi vedesi sviluppata a tragica perfezione nella Commedia ». Il Carducci augurava che quei sonetti fossero « un po' considerati da chi delle cose fiorentine e delle famiglie fiorentine della fine del secolo decimoterzo sa e può ricercare ». Due volte si mise all' impresa Isidoro Del Lungo, il quale li rintracciò tutti, li ordinò e li corredò di ampio commento storico e filologico; ma non valse, e, con lodevole sincerità, se ne confessò, a dissipare tutta l'oscurità, che

1) Dagli Atti dell'Accademia Pontaniana, 1904.

li avvolge. Dopo di lui, che io sappia, due tedeschi, il Suchier e il Gaspary, si fermaron solo a discutere o illustrare alcuni passi o versi, e un italiano, il Chini, pur riprendendo in esame tutta la tenzone, mirò principalmente, con l'aiuto di documenti e fatti già in parte indicati dal Del Lungo, a trarre da essa qualche lume intorno alla persona, alle condizioni domestiche, ai casi del padre di Dante.

Si può dire che il testo e l'interpretazione de' sonetti sieno tuttora quelli, che il Del Lungo dette nel 1888, ossia che la tenzone resti tuttora un « enigma forte». Offro alla « Naiade che lo solverà », i dubbi, i suggerimenti, le ipotesi, le proposte, che m'è venuto fatto di metter insieme 1).

I.

DANTE A FORESE DE' DONATI

Chi udisse tossir la mal fatata

moglie di Bicci vocato Forese,
potrebbe dir che la fosse vernata

dove si fa 'l cristallo, in quel paese.

1) V. CARDUCCI, Delle rime di Dante, negli Studi Letterari; Livorno, Vigo, 1874 (la prima stampa è del 1865) — DEL LUNGO, Dino Compagni e la sua cronica; Firenze, succ. Le Monnier, 1879, II, app. XVI · SUCHIER, Ueber die Tenzone Dante's mit Forese Donati, nella miscellanea In memoria di N. Caix e U. A. Canello; Firenze, succ. Le Monnier, 1886 - GASPARY, Storia della Letteratura Italiana, trad. da N. Zingarelli; Torino, Loescher, 1887, app. DEL LUNGO, Dante ne' tempi di Dante; Bologna, N. Zanichelli, 1888 — CHINI, Un'ipotesi su Alighiero di Bellincione, nel Giornale dantesco, serie III, quad. IV-V, 1900 · Dante; Milano, F. Vallardi, 1904.

ZINGARELLI,

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