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ad fare collatione, poy li disse che non haueua facto bene andare cosi senza saluoconducto, non per luy che esso non se ne curaua: ma per rispecto di lorenzo, boso, micheleto et gli altri suoi: feceli dare dinari da uiuere et fecielo acompagnare doue il uolse andare: poy gli fece fare una tregua che durò molti et molti anni: et che puoteno ritornare a granarolo a la terra: uolsegli in tutto fare la pace et perdonare: ma non li potè mai conuertire nè reducere lorenzo, boso, micheleto, ne ueruno degli altri per li soi fratelli erano stati morti como e dicto in drieto. Si che stando sforza a codognola et trouato i suoi in tal nemicitia et guerra andando luy uno giorno fuori di codognola a solazo como quello che haueua uno animo senza timore: ne dubitando di quelli soi inimici, dicto martino et paxolini lassaltarono et ferironlo molto grauamente per forma che non essendo stato secorso l'harebbero anchora luy morto: scampo et guarite.'.

2.

La Vita di Sforza per il Sig. Marco Attendoli da Cotignola.
[Vaticana, Urbinate n. 871. Cod. cartaceo.]

Sforza nell'anno mille e trecento ottantotto, la invernata essendo andato à cotignola per uisitare il Padre et li Parenti et amici come è usanza, trovò il Padre et la Casata de li Attendoli sotto l'Arme per una certa inimicitia, la quale uenne per una femina con un Parentado de Pasolini da Garnarolo, che è lungi da Cotignola un miglio, et per sapere il principio di tale inimicitia Bartholo fratello di Sforza hauendo promesso una giouane di Cotignola chiamata Giouanna, un figliuolo di Martino de' Pasolini da Garnarolo disse che uoleua la detta giouane et ch'era sua; sentendo questo il Padre di Sforza rifiutò la giouane et disse al padre della detta giouane; datela a chi ui pare, che non uoglio metter guerra fra noi, et niun'altro. Intendendo questo li Pasolini pensarono che per dispetto o mancamento della giouane gli Attendoli l'auessero rifiutata. Martino de' Pasolini et il figliuolo, con molti altri Parenti suoi andarono ad assalire gli Attendoli li quali erano sproueduti et non se guardauano credendosi che col rifiutare la giouane hauer fatto piacere alli Pasolini, et non dispiacere, et ammazzarono Mattheo et Tenduzzo fratelli di Buoxo Attendolo et cosi la guerra et la inimicitia s'incominciò,

1 Di questa vita esiste un codice a Milano nella biblioteca Trivulzio, pubblicato dal conte Giulio Porro Lambertenghi nella Miscellanea di Storia Italiana, Tomo VII. Torino, Stamperia Reale, pag. 117-119. Un altro si trova a Roma nella biblioteca Vaticana (Urbinate n. 509) De Sfortiae Attenduli origine et genere. Codex papyr, antiquus. Tra questi codici corre qualche lieve differenza. Abbiamo riprodotto alla lettera il codice parigino, il quale artisticamente è certo il più importante, e che il Marsand suppone posseduto dal duca Lodovico Sforza detto il Moro.

per la qual gara molti huomini uennero morti dall'una parte et dall'altra in poco tempo, et fu molto asprissima guerra.

1389. Sforza essendo andato à uisitare il Padre come di sopra è detto, et andando un giorno a sollazzo, non se ricordaua della inimicitia quasi più, perchè erano stati molti di che l'una parte et l'altra non s'era mossa per farsi nocumento, fu assalito da Martino de' Pasolini, i quali ferirono Sforza malamente, et se non fusse stato soccorso, l'haueriano morto. Gli Attendoli, per dispiaceri che haueuano li Pasolini fatto à Sforza li crescè il rancore uerso li Pasolini, et faceuanli maggior guerra che prima, però fu di bisogno che li Pasolini si facessero mutar nome del Parentado per aspra guerra che li faceuano gli Attendoli, et uennero a tanto che non haueuano da mangiare, perchè non poteuano andare fuora, si che ne bisognaua a molti partire, et andare fuor del Paese, et ancora non se teneuano esser sicuri, che se mutauano i nomi loro e del Parentado.

De li a un certo tempo essendo Sforza a Pisa, (forse nell' ottobre del 1405) questo Martino de' Pasolini se deliberò di andare a trouare Sforza et mettersi nelle sue mani, che ben sapeva che Sforza era molto pietoso, et cosi senza saluocondutto, se n'andò à Pisa et con la correggia al collo buttosse ingenocchione innanzi à Sforza dicendo io son quel misero scelerato che son stato causa et principio di quanto male è occorso tra il uostro Parentado et il mio, et niun' altro ne hà colpa, et pure portano la pena insieme con me, onde pregoui che per l'Amor di Dio ui siano riccomandati et se ui piace fatemi occidere ch'io lo merito.

Sforza mosso a pietà, et che non haueua in sè niente di crudele, nè l'hebbe mai, udito che hebbe il detto Martino, il fece leuar suso et menar in casa à far colatione, et poi li disse: Martino, tu non hai fatto bene a uenire senza saluocondutto, et tu ti sei messo a gran pericolo, et questo diceua non perchè se ne curasse ma per rispetto di Micheletto et di Buoxo e Lorenzo et de li altri suoi. Sforza per pietà e mesericordia gli haueria perdonato, et fatto la pace, ma non puote conuertire Lorenzo ne Buoxo ne Micheletto; lo fece accompa gnare, et feceli una tregua a disdire, et Sforza scrisse al Padre et à suoi Parenti, come haueua assicurati li Pasolini, et fattoli una tregua, et che per suo amore non li facessino più guerra et nocumento.

Sforza essendo guarito et fatta l'inuernata con il Padre presto se delibero di tornare all'arte militare, et perchè uedeua la guerra fra gli Attendoli et Pasolini, incominciò à lusingare et à dire à Lorenzo figliuolo di Thomaso Attendoli da Cotignola: Lorenzo tu sei giouane, et hai buona apparenza, io temo grandemente che in questa nostra inimicitia tu non sia morto; se tù farai per mio consiglio uenirai con meco al soldo, et leuarati da queste suspicioni. Sforza seppe tanto ben predicare, et lusingare, che Lorenzo fu contento di andare con

Sforza. Il Padre di Lorenzo gli comprò tre caualli, et Sforza et Lorenzo se partirono et s'acconciorono con lo Marchese Alberto da Este, Marchese di Ferrara con lance quindeci, et stettero con il detto Marchese circa mesi 18.

3. Memorie domestiche sulle lotte avvenute in Cotignola fra gli Attendolo Sforza e i Pasolini.

[Ravenna, Arch. Pasolini, Prot. I.]

Molto magnifico signor Parente.

Grande obbligo s'à davere a quel gentilomo che vol scrivere le istorie de la provincia in generale, noi poi in particulare, poi che cosi prontamente faria memoria de la nostra famiglia quando hauesse cosa degna di storia: o, trouato qua Simonetta il quale parla di Sforza assai ma de Pasolini non mai, però non lo mando. Haueuo un libro latino il quale si domanda la Sforciade, e non mi ricordo a chi io l'abia prestato, penseroui e tornandomi a mente procurarò hauerlo e lo mandarò, fatto da un Atendolo o de gli Atendoli ch'era prima il cognome de li Sforzi; che se dice cosa a fauore de Pasolini se li po credere, ma per dirui credo che non sia a proposito dire il principio nostro in la cosa de li Sforzi, per che intesi già o ch'io lo letto in sun strazzafoglio, che un Martino Pasolino si uantò di hauere dormito la notte innanzi che andasse a marito (con) una donna sposata a uno de'Sforzi, chiamati a quel tempo Atendoli, li quali per suo onore derno molte ferite a detto Martino: il quale guarito che fu, ammazzò tutti gli Atendoli eccetto quello che fu poi così gran capitano: li Pasolini poi li mandorno de nostri li più uechij a Fiorenza doue si trouaua con l'esercito, con le coregie al collo a domandarli perdono il quale ottenne; ma nel partirsi li disse che si guardassero da due soi nipoti ch'era un Micheletto e l'altro non mi si ricorda il nome. Referta la cosa da li nostri, consultorno che si douea fare; quelli che si trouoro hauere meglio il modo e quelli che più haueuano offesi gli Atendoli, si partirno, e chi andò a Ravenna, chi a Bologna, chi a Faenza, chi a Pisa e chi a Cesena. Gli altri si mutorno quasi tutti cognomi, e di Pasolini si chiamarono Santoni, Drai, come meglio si potrà sapere da qualche uechio di quel paese: messer Frosino non mi ha risposto sino ad ora cosa alcuna circa a quello ch'io li scrissi in nostra causa; credo sia stato per rispetto alla causa del Viano successa in questo tempo: raccomandatemi a tutti li uostri e a voi che il Sig. Idio, ui dia ogni vostro contento. Di Cesena il dì 15 di Ottobre 1575.

Di V. S. M.ca

Al molto magnifico messer Nicolò

Pasolino, Parente honorando.

Rauenna.

Parente JASONE PASOLINO.

4. Estratto di un Processo fatto a Cotignola negli anni 1581-1588 per provare che gli Attendoli di Capua discendevano da quelli di Cotignola.

I

[Cotignola, Arch. notarile, Busta 14.]

Die 24 mensis Septembris 1581.

JOANNES QUONDAM FRANCISCI DE MESSIROLIS DE DREIS DE PASOLINIS DE GRANAROLO TESTIS INDUCTUS.... ETC.... DIXIT UT INFRA:

Che la verità fu et è che esso testimonio più e più volte et in diversi tempi a buon proposito ha sentito dire a suo padre e ad altri vecchj del territorio di Granarolo, che tra la parentella degli Attendoli da Cotignola e quella delli Pasolini da Granarolo detti da Mozzapė, anticamente furono inimicitie capitali, et d'una parentella et dell'altra vennero morti et feriti assai signori, et in ispezie un Martino Pasolini, et un fratello del signor Giorgio Attendoli da Cotignola Capitano dei Venetiani, il quale era stretto parente del Duca di Milano, et che il detto fratello del signor Giorgio Attendoli fu morto dalli Pasolini presso Granarolo in una terra che si chiamano le Lame di ser Marco Pasolini, che veneva da Faenza; et così più e più volte intese questo fatto da suo padre et da altri vecchi del detto territorio di Granarolo, et che nel tempo che mietevano li frumenti detti de' Pasolini, per causa di dette inimicitie portavano li piastrini indosso, et le picche legate alle gambe per potersi difendere dalle sorprese delli Attendoli, per causa di dette inimicitie erano tra loro.... Che delle cose per esso testimonio deposte, sa esserne stato ed esserne pubblica voce e fama presso li vecchi del territorio suddetto di Granarolo, et ha sentito dire a suo padre et a Marco de' Drei, et a Balante de' Drei, tutti de' Pasolini, i quali erano d'età quando morsero di ottanta et novanta anni per cadauno.

Il testimonio ha 70 anni et ultra, possiede per un valore di 600 lire. Si è confessato e comunicato in quell'anno nella chiesa di Granarolo coll'usata forma.

Die 24 Septembris 1587.

ANTONIUS QUONDAM JOANNIS BAPTISTAE ADPELLATUS IL NEGRO DE DREIS DE PASOLINIS.... TESTIS INDUCTUS.... DIXIT UT INFRA:

Che la verità fu et è che esso testimonio più e più volte ha sentito dire a suo padre mentre vivea et a duoi suoi barba che si chia

1 Dalle deposizioni dei testimoni risulta che spirata la tregua, malgrado il perdono accordato dal gran capitano, tra i Pasolini e gli Attendolo-Sforza rimasti a Cotignola si riaccese la guerra, e continuò più cent'anni, sino al finire del secolo XV cioè per tutto il tempo del governo di Caterina Sforza.

mavano uno Francesco e l'altro Gerino, che tra la parentella delli Attendoli da Cotignola et quella delli Pasolini ovvero de' Drei da Mozzapé territorio di Granarolo, anticamente furono inimicitie capitali, et che per causa di tali inimicitie da una parte et l'altra venero morti degli huomini, et in ispezie un Martino Pasolini et un fratello del signor Giorgio Attendoli da Cotignola Capitano de' Venetiani, il nome di questo esso testimonio disse non saperlo, nemmeno haverlo inteso dire, ma sibbene che era fratello dell'anzidetto signor Giorgio; tutti gli dicevano era parente del Duca di Milano, et che per causa delle inimicitie detti de' Pasolini mentre andavano a mieter li loro frumenti nel tempo delli raccolti, portavano li loro piastrini indosso et le loro picche cinte alle gambe et ligate avendo tema delli detti Attendoli da Cotignola, et che delle cose per esso testimonio deposte, ne è pubblica voce et fama nel territorio et Castello di Granarolo, appo li vecchi di detto luogo, et che esso testimonio più et più volte a buon proposito ha udito dire al sudetto suo padre et agli altri sunnominati, che erano d'età d'anni 70 et più quando morsero. Post ista a se subjunxit: Che il fratello del predetto signor Giorgio Attendoli quando fu morto veneva da Faenza a cavallo, et fu ritrovato nelle terre di Marco dei Drei dette le Lame, morto, et che la detta questione poi durò da molti anni tra li sudetti duoi parentadi degli Attendoli et Pasolini.

Il testimone ha 54 anni; possiede in circa per 4000 scudi; si è confessato e comunicato in quell'anno nella chiesa di Granarolo.

Coram nobis etc.

1.o Per giurar et far fede intende come la verità fu ed è che tra la parentela degli Attendoli da Cotignola et quella delli Pasolini da Granarolo, altrimenti detti da Mozzapė, anticamente furono inimicitie capitali.

2. Che dell'una e dell'altra parentela vennero morti huomini et feriti.

3. Che tra gli altri venne morto un fratello del signor Giorgio Attendoli da Cotignola.

4. Che il detto signor Giorgio et frate Tomaso Attendoli erano fratelli, et in vita loro per tali si havevano et chiamavano et riputavano si tra loro stessi, come dagli altri che li conoscevano et di loro havevano pratica.

5. Che il detto frate Tomaso era frate Terzarolo di san Francesco, et morse in Cotignola nel suo letto d'infermità, et non di ferite o per altro accidente.

6. Che mai non si è saputo che detto signor Giorgio havesse altri fratelli che il predetto frate Tomaso, et l'altro che fu morto dalli Pasolini.

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