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PREAMBOLO

A QUESTA SECONDA EDIZIONE

Mantenitori delle nostre promesse abbiamo non solo recato a compimento il Nuovo Dizionario Siciliano-Italiano, ma fornitolo ancora di appendici, avvedutici di alcune omessioni, inevitabili per altro in lavori di simil natura. Ch'esso non sia riuscito spiacevole, anche ai meno vogliosi di applaudire, potrebbe servir di prova non dubbia l'essersi spacciate le duemila copie della edizione primiera. Eccoci ora pronti ad una seconda ricca ancora più di non poche indispensabili aggiunte raccolte in cinque anni, da che i due volumi furon compiuti, e le quali entreranno adesso nel loro posto alfabetico nell'unico volume, che sta per venir fuori, ridotto alla minore imperfezione possibile, per quanto sta in noi, nella formale così, come nella materiale sua riproduzione.

Ristampando tanto lo avvertimento premesso al volume primo, quanto la introduzione al secondo, in cui si tratta alla distesa di quanto occorse all'uopo, e la ragione volle, che non si tacesse allora, riesce quindi assai breve il discorso presente.

Avvertiti solo vogliamo i nostri leggitori di cosa, se non necessaria del tutto, utile almeno a chi fosse vago di conoscere a quante montarono le aggiunte al volume secondo, le parole cioè, le spiegazioni, le definizioni, o i proverbii, e modi di dire omessi, o mal registrati dal Pasqualino, poichè di quelle del primo si diede conto nel secondo. Sappiasi, che dalla N alla Z furon diecimila seicento novantatre le aggiunte, duemila settecento sessanta le

modificazioni, nel testo, e nelle appendici mille novantanove le modificazioni, e le aggiunte prese insieme. Unite queste alle comprese nel volume primo danno il totale di ventinovemila seicento novanta, numero, crediamo, bastevole per non chiamarsi l'opera nostra una mera ristampa di Pasqualino.

Sdebitatici del sopradetto, non ci rimane, se non far sapere, che si apporranno solamente gli asterischi alle nuovissime aggiunte, che or vanno nel corpo alla loro sede, tralasciandosi quelli della prima edizione, de' quali sopra si è detto.

Sia questa intrapresa un nuovo testimonio della buona voglia, che ci stimola, di concorrere alla retta intelligenza del vernacolo linguaggio del nostro paese tra quanti sono in Italia non ultimo.

AVVERTIMENTO

PREMESSO AL 1° VOLUME DELLA PRIMA EDIZIONE

Non una ristampa, non una riproduzione comunque modificata o accresciuta, non una semplice correzione de' lessici siciliani esistenti, ma una nuova, direm così, fusione, o creazione di un DIZIONARIO SICILIANO-ITALIANO, quanto men difettosa per noi si possa, è quella, che dopo avversitadi non poche, finalmente comincia a veder ora la luce. Il gradimento di tutti non è da sperare; moltissimi anzi ne rideranno. Ma i saggi, e gli uomini di lettere, cui è dato valutare la incalcolabile, ingrata, e lunga fatica, che tai lavori costano, non ci negheranno nè approvazione, nè incoraggiamento.

Noi confessiamo volentieri esserci giovati del Dizionario siciliano del Pasqualino, che è il più recente ed il meno povero. Ma quanto ci sia riuscito pesante lo sceverare le moltissime voci e frasi o troppo antiquate, o che non furono mai in uso, almeno nella capitale, le ripetizioni delle cose dette una volta, il rettificare pria le spiegazioni inesatte e i sinonimi dati per italiani, che non son tali, il rimettere al proprio luogo alfabetico le parole mal registrate, il dare la giusta lezione ad alcuni proverbii errati, lo spogliarlo poi tutto de' latinismi, grecismi, arabismi cc. ec., e delle insulse e strabiliate etimologie, ove non sieno anche sognate, e delle citazioni di autori, che non erano in grado di conoscere e giudicare della favella nostra vernacola, può di leggieri persuadersene chiunque avrà la fredda pazienza di confrontare le pagine di Pasqualino con le nostre, e ciò in riguardo a quello che in Pasqualino trova, e che noi non abbiamo rigettato.

Aggiungasi a questo lo aver noi registrato di peso un numero significante di parole nostre vive, in uso, e di buon conio, che Pasqualino o non seppe, o non volle; ma certamente doveva ammettere nel suo lessico, ed avverbii, e verbi, e nomi di ogni maniera, che montano nella sola lettera A a più di settecento; e che per distinguersi agevolmente abbiamo segnate a posta con uno asterisco; e con duc abbiamo que' luoghi segnati, che non mancano del tutto in quello, ma sono sconciamente sbagliati, storpiati, o monchi, o per lo manco fuori del proprio luogo; e allora si farà ragione a noi, che il DIZIONARIO che vien fuori non è ristampa, non correzione, non copia di alcuno dei conosciuti finora.

A onore del siculo idioma, per quanto è stato in noi, ci siamo adoperati efficacemente a frugare ne' lessici italiani la letterale corrispondenza di quelle voci, sentimenti, o proverbii del linguaggio nostro, che con quello perfettamente convengono,

e ci è venuto fatto incontrarne non pochi, con nostra sorpresa, identici del tutto e nella frase, e nel senso: ci gode l'animo pertanto nello inserirli scrupolosamente, onde sgannare gli schizzinosi nostri scrittori, o parlatori, singolarmente forensi, che van lambiccandosi il cervello a trovare espressioni, che per sembrar loro buone, basta esser diverse dalla comune favella, poco curando, se riescano di minor forza, e più prolisse.

Si è ancora creduto bene accentare ogni vocabolo siciliano nella sua sede alfabetica, e quindi solo da ora sarà dato ai non Siciliani di ben pronunziare le voci, che ne' nostri poeti loro riescono sovente d'ignota pronunzia, inflessione, e giacitura.

Vi sono intanto delle espressioni e modi di dire, e non son pochi, a cui per la loro originalità nessuna frase letterale della Penisola corrisponde, ed è forza quindi interpretarsi con un giro di parole, che snerva alquanto la robustezza natia, ma non potendo fare altrimenti, è uopo convenirvi.

Circa alla correzione tipografica si è usata ogni diligenza, onde gl' investigatori sottili, ma giusti, non trovino molto a rimanere scontenti.

La nitidezza della impressione e la buona qualità della carta è affare di colpo d'occhio, e uno anche analfabeta potrebbe rettamente giudicarne.

Un' appendice infine delle voci siciliane per isvista omesse nel corso dell' opera, con le variazioni ne' nomi d' uomo o di donna, e delle terre e luoghi degni di essere rammentati, o altra volta esistenti nella nostra Isola, seguirà il DIZIONARIO, e ne formerà il compimento.

Se questo poi riuscir debba di utilità generale, e non solamente municipale, contenendo de' lumi intorno a cose esclusive di Sicilia, e che in Italia tutta mancano non vogliamo noi dirlo, ma il giudizio ne attendiamo precisamente da coloro, i quali nello scriver familiare inciampicano ad ogni piè sospinto, non avendo pronto un manuale delle corrispondenze esatte tra la lingua nostra domestica, e quella del bel paese, ove il sì suona, tuttochè di quello facessimo parte.

Da ultimo ci par bene avvertire i nostri leggitori, che de' termini proprii di scienze, arti, mestieri, o altro che sia, ne troveranno un sufficiente numero, assai maggiore di quanti nella lingua nostra sono in luce, ma non si avvisino di trovarli tutti, mentre altrettanti potrebbero essere i Dizionarii quante le scienze, le arti, i mestieri sono; ma la parte geografica della nostra Isola, in indice separato e colla corrispondenza latina ove si trova, e coi nomi proprii di uomini, de' vezzeggiativi, e diminutivi dei quali oltremodo ridondiamo, c'ingegneremo di darla compiuta. Le parole tutte, che putono di oscenità, villania, o sconcezza qualunque, sono state omesse di proposito, poichè non istà bene bruttare di quelle le nostre pagine ad istruire dirette, non a corrompere chi di morale e di civiltà si tiene onorato. E chi assolutamente vuole apprenderle, lungi da questo libro troverà bene il dove, e da chi a posta sua.

Facciano ora i nostri censori non più, nè meglio; ma solo altrettanto, ed avranno appagato il massimo dei nostri desiderii, quello cioè di portare a più esatta intelligenza la patria lingua, supplendo cortesemente a ciò, che per noi si sarà mancato. Basti per ora questo avvertimento, che abbiamo giudicato indispensabile. Una prefazione verrà pubblicata dopo il primo de' nostri due volumi.

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