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Non son si neri qual stanno dipinte

(III, 5):

"Per lo gran caldo che e in Jenua lestate le donne per non anegrire fanno una certa putuglia (sic) e con quela se impastano i volti., (C. 102, v.).

Il principio non e dubbio che roma

(III, 7):

"L'autore seguita qui la istoria di Joanni villanj in lo fato de la edificatione de la cita de fiorençe e de la destrutione de fiesolj che cesare fusse il primo fundatore e che fiorino pretore con mettello fusse morto da fiesolanj etc. queste cosse non si 'legono altrove secondo il mio vedere cio e in altre hystorie "di fidi degnj autorj., (C. 105, r.).

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"

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Indi fu buovo che per drusiana

(III, 8):

Da questo buovo fu facto un libro il quale e chiamato "buovo dantona pieno dinsogni e di bubule chomo general

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mente i libri di romançi sono composti., (C. 107, r.).

Vero e che questa mutto (sic) nome e veço

(III, 9):

non si chiamo po areço per che ella fu arata a tempo di atila chome lautore scrive da Johanne villani al quale non si da fede in le cose antiche pero che le tolse da libri de ro

'mançi per la maior parte che sono insognj e non da autentichi scriptorj come tito livio o justino altrj piu et piu., (C. 107, v.).

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Parea in vista e in atto trasformarsi

(IV, 2):

Questo non scrive Justino ma si lege in altre hystorie per agrandire la fama di alexandro . ne ancora curtio la scrive . fra iacomo da fiesoli in quel libreto chel fe del giocho di schachi scrive questo de alexandro quando stravistito ando in I corte di re dario e in lo convito si puose la taça in seno e ripreso dise che cosi era uxança fare in corte di alexandro pero che non apregiava richeçe., (C. 132, r.).

Ma di quel che mi di niente ci odo

(IV, 22):

"Urbano vj fu frate negro di lordine di san benedecto e fu 'electo in avegione dopo la morte de benedeto xij nel 1342 adi vij di maio et mori nel 1352 del mese di septembre e fu contemporaneo dil marchexe obiço da este padre del marchexe "adorlandino nicolo e alberto marchexj da esti e da questo papa tolse lo dito marchexe obizo la investigione di Ferara e di argenta dopo la sconfita del burgo da piopa de loste de la chiesia la qual hoste vi fu mandata per papa benedeto suo predecessore e questo urbano hebe dal marchese obiço e per * investigione e per incensi circa XLta milia fiorinj i qualj tuti lascivamente disperse in dare a suoi amici e parenti disutilj e in mangiare e pappare, e havia trovato del suo predecessore * grande thesoro anchora e tuto disipo e consumo sença dare apoverj ne per altre limosine solo un denaro. or guarda que papi elegino i nostrj signorj cardenalj., (C. 162, v.).

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Tuta equitania si chiude e salista

(IV, 22):

Questa parte di questo capitolo signor mio marchexe non chioso pero che di queste historie francesie sono ignorante

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quasi e pochi librj francesi o veduti non che leti e per lo

simile in la 2. canticha supra ove fa menzione di uterpan

dragon lasciai a chiosare. e anchora pero che vuj signore

"site copioso e doto de ledite historie porite intendere e chiosare a vostro modo,. (C. 163, v.).

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Tanto mi deletava il ragionare

(IV, 26):

'Questa parte di questo capitolo lascio io achiosare a quelli chano leto le istorie di tristano e lanciloto e di li altrj cavaleri "erranti e che si dileta legere insogni e non hystorie vere., (C. 168, r.).

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Tredeci grose stelle gli son porte

(V, 1):

"Nota che michel scoto ondio o tolta la descritione di signj e di limagine qui posto non sa corda cum questo autore . e "forsi ben che costui mete solamente le più famose stelle e pero ne lascia molte in naschuna ymagine., (C. 173, r.).

A proposito degli scimi che divisero i Maomettani, alla morte del profeta Maometto, il Cappello rammenta Roma ed Avignone,.... le quale sono sedie di nostri summi pontifici

quando contendono del papato anzi diquello che e apappare che l'uno e a Roma et laltro et a Vignone e pappansi le nostre fatiche., (C. 191, v.).

APPENDICE III.

Saggio bibliografico.'

CASINI T., Liriche ed. e ined. di F. degli Uberti, per cura di R. Renier; in Giornale stor. della Letteratura, 1883; I, 466, sgg. (Recensione della stampa curata dal Renier).

FORNACIARI R., Fazio degli Uberti; in Letture di famiglia, XXXV, n. 1-6, 1883. (Lunga disamina estetica delle liriche di Fazio. Del Dittamondo è dato il sunto).

MAZZONI G., Un testo critico; in Domenica letteraria, II, n. 20, 1883. (Recensione della stampa curata dal Renier). MORPURGO S., Liriche ed. ed ined. di F. degli Uberti; in Giornale di filologia romanza, IV, fasc. 3-4, giugno 1883. (Ampia recensione della stampa curata dal Renier).

NOVATI F., Fazio degli Uberti; in Fanfulla della Domenica, anno V, n. 31, 1883.

1 Un'esatta bibliografia ubertiana fu già compilata dal Renier, sì che noi non riteniamo necessario di riportar qui le opere da lui già citate con scrupolosa esattezza e diligenza lodevolissima. Prenderemo quindi le mosse, in questa appendice bibliografica, dal tempo in cui fu pubblicata dal dotto Critico l'edizione delle rime di Fazio, cioè dall'anno 1883; e registreremo quanto, a nostra conoscenza, uscì d'allora in poi alla luce, che potesse interessare direttamente gli studiosi dell' Uberti.

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F. Z.[AMBRINI], Liriche ed. ed ined. di F. degli Uberti, per cura di R. Renier; in Propugnatore, vol. XVI, disp. 2-3, pp. 476, sgg., 1883. (Notizia della stampa del Renier).

SCIPIONI G. S., Di un' edizione critica; in Preludio, VI, n. 14, 1883. (Si tratta della stampa del Renier).

DE NINO A., Briciole letterarie, Lanciano, Carabba, 1884. (Vi è un lungo articolo sopra l'Uberti, zeppo d'errori).

GRAF A., Appunti per la storia del Ciclo Brettone in Italia; in Giornale stor. della Letteratura, vol. VI, pp. 263, sgg., 1885. (Si riporta l'accenno a N. Pesce, contenuto nel Dittamondo). ROMAGNOLI G., Frate Tommaso Sardi e il suo poema inedito dell'anima peregrina; estr. dal Propugnatore, vol. XVIII, 1885. (Il poema del Sardi, cominciato nel 1393, è di scrupolosa imitazione dantesca. Il R. nel suo studio, ne rileva le corrispondenze con i Trionfi, l' Amorosa Visione, il Dittamondo e il Quadriregio).

D'ANCONA A., Varietà storiche e letterarie, serie seconda, Milano, Treves, 1885. (V'è contenuto uno studio su La poesia politica italiana ai tempi di Ludovico il Bavaro, in cui si parla anche del carattere politico della poesia di F. degli Uberti). MAZZATINTI G., Inventario dei manoscritti italiani delle Biblioteche

di Francia (Indici e cataloghi, V), 1886-1888; vol. I, pp. 10, 109; II, 161, III, 85. (Si descrivono codici contenenti opere di F. d. Uberti).

ZAZZERI R., Sui codici e libri a stampa della Biblioteca Malatestiana di Cesena, ricerche ed osservazioni; Cesena, tip. Vignuzzi, 1887, pp. 472, sgg. (Si illustra un cod. del Dittamondo, con citazioni di molte varianti rispetto all' ediz. Silvestri). CORNACCHIA M., Di un ignoto poema d'imitazione dantesca; in Propugnatore, nuova serie, I, 2, 1888 (A pp. 204, sgg., si accenna alle teorie politiche di F. d. Uberti).

L. FRATI, Di un poema poco noto di G. F. Achillini; in Giornale Stor. della Letteratura, XI, 383, sgg., 1888. (Si esamina questo poema didascalico in forma di visione, che rappresenta una delle più notevoli imitazioni del Dittamondo).

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