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CAPITOLO I.

Le prime circostanze che plasmarono la Psiche di Giacomo Leopardi

SOMMARIO: 1. La patria, il clima, l'eredità. - 2. Il matrimonio de' suoi genitori. 3. Nascita ed allattamento di Lui.

4. Educazione e caratteri del fanciullo.

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1. Le azioni umane non sono, è vero, un prodotto fatale prestabilito; sono però alla loro volta determinate, in gran parte, da influenze esteriori. Quindi la patria, il clima, l'eredità, la famiglia, la scuola, il consorzio umano; tutte insomma le cause fisiche, naturali e morali, che preparano, accompagnano, sviluppano la nostra esistenza, quando l'efficacia loro non sia stata resa vana, concorrono a spiegare la nostra vita. Perchè nessun'arte basterebbe a simulare impressioni, che in realtà non si fossero ricevute.

Giustamente fu asserito che la precocità dell'intelligenza non fu mai rara in Italia, patria di Pico della Mirandola, di Leonardo, del Tasso, del Metastasio, di Dante per tutti; i quali, giovinetti ancora, guidarono l'Umanità alla conquista di nuovi Veri, o alla scoperta di Bellezze sconosciute.

In questo ha la sua gran parte il dolce clima che si può dir non soffra le brume ed i ghiacci, nè gli estremi calori. Non rimane pure senza importanza il

fatto di parecchie civiltà, che, oltre essere state luce al mondo, affinarono l'ingegno italiano.

Ma, per discendere più al particolare, la piccola. regione delle Marche, secondo una più diligente ricerca nella sua Storia, mostra maggior dovizia d'uomini geniali, che non le sia stata attribuita.

Difatti, nelle discipline letterarie, filosofiche e storiche, annovera Lattanzio, Caro, Collenuccio, Gentili, Bartolo, Filelfo, Mamiani, Leopardi e i minori: Cecco d'Ascoli, Crescimbeni, Lanzi, Cassi, Perticari, Marchetti, Mercantini, Camerini. Nelle tre arti del disegno vanta Bramante e Matas; Calcagni e Rosa; Gentile, Viti, Santi, il divino Raffaello, i due Zuccheri, il Sassoferrato e Podesti. Nella medicina, ricorda Eustachio e Puccinotti. Per la musica, si onora di una schiera: Persiani, Vecchiotti, Lauro Rossi, Vaccai, Marchetti, che fan degna corona alla triade gloriosa: Pergolese, Spontini, Rossini (PATRIZI, 156).

Anche le stirpi di Monaldo Leopardi e di Adelaide Antici, genitori del Nostro, avevano avuto molti personaggi insigni prima di Lui. E Göthe ha detto, che le famiglie di molto lunga ed illustre durata finiscono col produrre un tipo, in cui si rispecchiano tutte le qualità e le disposizioni, che, isolate ed embrionali, apparvero nei suoi maggiori (GÖTHE, citato dal PATRIZI, 28).

L'albero genealogico de' Leopardi s'aderge su ceppo guelfo. Il primo della nobile prosapia visse nel secolo decimo; ma capostipite è riconosciuto un Attone II, morto nel 1207.

In seguito, si distinsero letterati, uomini d'arme, podestà e capi acclamati Padri della Patria. Altri furono detti sapientissimi nelle ambascerie, dotti nelle scienze; e v'ebbero sacerdoti regolari e secolari, che o meritarono d'essere assunti agli alti gradi della gerarchia o, per lo meno, lasciarono bel nome di sè con

opere di pietà, di lettere e di religione. Cosi fiorirono priori, legati, cavalieri di Malta, abbati e vescovi non pochi (PIERGILI, Lett. Scritt., Tav. I).

Nè meno antica e fortunata era la casata degli Antici; la quale, sorta nel 1265 sotto le insegne ghibelline, ebbe una non interrotta serie di dottori, capitani, vescovi e cardinali, tutti di sapere, d'ardire e d'azione (PATRIZI, Tabella II).

Ma tutto questo non basta; perchè perfino fra gli stessi collaterali non cessò mai di lampeggiare, di tratto in tratto, il Genio.

La celebrata contessa Matilde di Toscana appartenne alla stessa famiglia Brun forte, dalla quale discese Bianca, sposa di Pietro Leopardi. Il pontefice Clemente XI fu un antenato di Virginia de' Conti Mosca di Pesaro, madre di Monaldo Leopardi, zia di Francesco Cassi (PATRIZI, 36). E Terenzio Mamiani era cugino di Adelaide Antici, madre di Giacomo Leopardi (PIERGILI, Lett. scritt., pag. 290).

Dunque dalle diciassette generazioni che si erano succedute, per li due rami illustri, convergevano in uno molti e belli esempi d'ingegno, pari ad altri di dottrina e pietà. Ma la progenie Leopardi s'era, nello spazio di sei secoli, imparentata per ben otto volte con quella Antici. E valga il vero:

1° Da Monaldo, capostipite della famiglia Volpini (1261), della III generazione Leopardi, discese Lodovica, che andò sposa a Pier Leopardo Leopardi.

2o Pier Francesco Leopardi (1450-1500) fu avo di Lucrezia, maritatasi a Raffaello Antici:

3o Pier Leopardo (1501-1560) sposò Cassandra Antici:

4° Simona Leopardi ebbe a consorte un Giulio Antici: 5o Carlo Orazio Leopardi (1613-1632) impalmò Dianora Antici, pronipote di Simona anzidetta:

6o Margherita Leopardi in Confalonieri (1585) fu ava di Tommasa Confalonieri, moglie di Vito Leopardi (1644).

7° Vito (1712-1777) ottenne la mano di Francesca Massucci discendente da una Leopardi:

8° Monaldo Leopardi (1776-1847) ed Adelaide Antici (1778-1857) erano i genitori del Nostro (Tabella I e II nel PATRIZI cit.).

Anche la soverchia giovinezza del padre e della madre non conferisce alla robustezza della prole; Monaldo avea, di soli 21 anno, sposato Adelaide, che non ne contava diciannove; e madre Natura non suole lasciar impunite queste gravi offese!

2.

Che almeno il loro matrimonio fosse stato felice Tutt'altro!

Il padre di Monaldo aveva per testamento ordinato, che il figlio fosse entrato in possesso dei beni domestici solamente a venticinque anni finiti; però, avendo il suo prozio tutore, che li amministrava, sorpassati gli ottant'anni, e predicando tutti il pupillo per un vero portento d' ingegno, fu supplicato il Papa di derogare alla disposizione testamentaria, e nel 1794 fu autorizzato Monaldo, che aveva soli diciott'anni, a soprintendere, di pieno diritto, alle rendite di famiglia, per disporne a suo talento (Autobiografia, 25-27).

Avvenne che, essendosi fidanzato colla marchesina Zambeccari di Bologna, s'ingolfò in più di ventimila scudi romani di debito, per fare i preparativi del matrimonio (Autobiogr., 45-61-62). Ma poi la pratica fu sconclusa, e le pazze spese fatte si dovettero pagare egualmente.

Invece, il 27 settembre 1797, sposò la marchesina Adelaide Antici. Questa giovinetta inesperta, perchè educata in monastero, nei primi anni di vita couiugale, non conoscendo lo stato degli affari di famiglia,

ebbe piena fiducia nella sapienza amministrativa del marito. E, mentr'era gestante del primogenito, visse agitatissima pe' commovimenti politici.

I fatti sono noti: La mattina dell' 8 febbraio 1798, Recanati fu occupata da due colonne di milizie francesi, che vi proclamarono la Repubblica e presero a taglieggiare la città aspramente. La paura, in che visse quella gentil donna di Adelaide, deve essere stata molto grande, se si pensa che non vi fu depredazione che da quegli stranieri non venisse esercitata. Il capitano Gillet non ebbe ritegno, a notte tarda, mentre la famiglia Leopardi cenava, di farle cavare dalla rimessa una carrozza, che era costata ben cinquecento scudi; e, senza complimenti, se ne impossessò per suo uso e consumo (Autobiogr., 92-95).

E proprio in quello stesso anno, Monaldo ebbe la mala ispirazione di tentare di rifarsi del suo dissesto economico. Comprò, a 10 scudi l'uno, cinquecento rubbia di grano, di cui metà a debito. Questo, unito a quello delle sue terre, ammontava a circa mille. Senonchè i prezzi calarono, ed egli ne dovette vendere ottocento rubbia, a scudi sette e mezzo, ad un canonico di Ancona, per la Municipalità, ricevendone in acconto ottocento scudi. I prezzi ribassarono sempre più; e, quand'egli pensava di chiamare in giudizio. il debitore, ecco un ordine del generale francese, Comandante in Ancona, con il quale gli fu ingiunto di restituire immantinente il denaro avuto. Se non lo avesse fatto, era pronto il mandato d'arresto (Autobiogr., 105 a 108).

Quanto non sarà stato sensibile, in quelle contingenze, il patema d'animo della sposa di Lui, la quale, incinta com'era, trepidò che, da un momento all'altro, le potesse venir messo in ferri il consorte e spedito in fortezza?

3. In questi trambusti, il Nostro vedeva la luce

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