che io sappia, riusci a riprodurre l'immagine poetica del sommo scrittore come fece il De Sanctis. Egli ci pone dinanzi il dolore e lo scetticismo disperato d'un uomo, che le malattie avevano invecchiato innanzi tempo, negandogli la gioventù; d'un uomo, cui la natura apparisce matrigna, il mondo una lega di birbanti contro gli onesti. Ci descrive come esso sembri cinicamente sorridere della infinita vanità del tutto, perchè la vita non ha per lui alcuna gioia, alcun conforto possibile; perchè la terra gli apparisce come un deserto immenso, monotono, senza una oasi, senza un fiore, senza un sol filo d'erba, che lo rallegri. Ma poi ci fa, con mano maestra, scoprire come al di sotto di questa uniforme monotonia, di questa infinita vanità, v'è un cuore che batte potentemente, e spera contro la speranza; v'è una mente feconda di grandi idee, una fantasia, in cui si moltiplicano tumultuosamente immagini piene di gioventù, di bellezza e di vita, che popolano quel deserto come esseri reali, per sparire a un tratto, come illusioni ingannatrici, riapparire e sparire di nuovo. E da questa, che fu la tragedia del grande e travagliato spirito recanatese, sgorga una vena immortale di poesia, che pareva la poesia della disperazione, e diveniva nei nostri cuori la poesia della speranza. Era l'immagine dell'Italia morta, che voleva risorgere dalla tomba. " (Commemorazione in onore di F. De Sanctis. fatta da P. Villari in Roma, il 27 gennaio 1884).

Ed ora che la Patria è risorta, celebra con grande onore il primo centenario di G. Leopardi, bene auspicando alle sue più alte idealità.

S. LAPI - Editore in Città di Castello

Traversi (A. C.) Canti e versioni di Giacomo Leopardi, pubblicati con numerose varianti di su gli autografi recanatesi . .

. . L. 5,00

Questo libro che costa al Prof. Traversi infinite e diligentissime fatiche è d'una utilità veramente inaprezzabile per gli studi leopardiani, perchè oltre all'importante lezione degli autografi recanatesi, reca in nota le varianti delle parecchie edizioni, e ci pone sott'occhio tutti i mutamenti che quel grande Artefice della forma ch'era il Leopardi nella sua instancabile incontentabilità, andava facendo alle cose sue. È un nuovo contributo che il Traversi reca agli studi Leopardiani, e non v'ha corto ammiratore del divino ed infelice Poeta che non glie ne debba gratitudine.

Segnaliamo la pubblicazione ai cultori degli studi Leopardiani, i quali ricaveranno assai profitto dalla conoscenza di queste lettere, alcune delle quali sono veramente importanti. Molte e assennatissime note di E. Costa, C. Benedettucci e C. Antona-Traversi, accrescono pregio a questa bella pubblicazione.

Della Giovanna (I.) L'uomo in punto di morte e

Ha ragione ciò che dice l'autore di questo studio: le prose del Leopardi non sono state a una a una studiate come le poesie: e, intanto, i giovani, guidati dalla sola propria curiosità, non da una mano cauta di maestro, vi si gettano sopra, suggendone i principi filosofici poco sani di quell'affascinante ammalato. Il dialogo leopardiano, che il Della Giovanna considera, è quello di Federico Ruysch e delle sue mummie; dialogo preceduto da quel coro dei morti, che mette i brividi.

I morti, secondo il Leopardi, non sono lieti, ma solamente sicuri dell'antico dolor; e l'autore dell'opuscolo passa in rivista numerosi autori, specialmente dell'antichità, che si pronunciavano sul più tetro dei soggetti: sulla morte e sul punto di morte. Ammiriamo la sicura, vasta erudizione dell'autore e della sua esposizione precisa.

XV giugno 1887. - Anniversario della morte di Giacomo Leopardi (Numero unico). L. 2,00

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Contiene scritti di D'Ancona, A. Neri, P. Regnoli, Antona Traversi, E. Costa, Della Giovanna, A. Daudet, Paolo Ferrari, Rapisardi, Fogaszaro, oltre gli autografi di Monaldo, Carlo e Paolina Leopardi. Fuori testo, da potersi mettere in cornice, vi sono due grandi ritratti, quello di Giacomo e quello di Paolina.

Prezzo del presente volume: 2 lire.