Il dott. A. Dispenza ritenta la vecchia questione della data della canzone petrarchesca, cercando di risolverla diversamente dalla ormai comune opinione. Premetto che anche a me, ristudiando la questione, la data del 1344-5 non persuade piú; anzi credo di essere giunto a risultati positivi in favore di una data posteriore. Un esame piú particolare della questione mi riserbo di farlo in uno degli Studi petrarcheschi di prossima pubblicazione. Ma ora, perché il D. fa qualche osservazione importante, che mena appunto a quello che io mi propongo di dimostrare, stimo utile dirne súbito qualche cosa, limitandomi alle osservazioni piú importanti. Il D., dopo di avere accennato alle date che si sono proposte per la canzone petrarchesca, presenta contro quella del 1370 una ragione, che a lui sembra decisiva. Fondandosi sulla dimostra zione de! Cesareo, che il cod. Chig. L. V. 176 non vada oltre al 1359, egli osserva che, se in esso è la canzone, questa non può andare oltre quella data. Modestamente, ricordo di averla fatta anch'io questa osservazione'; ma ora non vi đờ piú quel peso, che vi diedi allora. Perché, se non si può mettere in dubbio, dopo la chiara dimostrazione del Cesareo, che il cod. Ch. vada fino al 1359; non si può egualmente esser sicuri che non vada oltre quell'anno. Può esser probabilmente copia del codice in pergamena fatto cominciare il 1357 per Azzo di Correggio; ma non è certo che quel codice giungesse al punto, ove giunge il Ch., proprio verso la fine del 1359. I sonn. In qual parte, Quanta invidia e Amor che meco, che son nel Ch., furono corretti verso la fine di quell' anno; quindi, non potettero esser trascritti nell'originale prima di quell'anno; ma non si può dire che non vi siano stati trascritti dopo. La nota del P. ci dice che verso la fine del 1357 Girolamo FORSE (ut puto) avea cominciato a scrivere il primo quaderno: chi ci dice quando precisamente cominciasse a scriverlo e quando il cod. giungesse allo stato, ove giunge ora il Ch.? Sta il fatto che noi non abbiamo al 2 1 Cfr. Rassegna Critica della lett. it., vo. VII, pagg. 227-8. 2 Di ciò mi occuperò più a lungo altrove. |