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AVVERTENZA

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A storia della fortuna di Dante nel secolo XIV, è ancora di là da venire, e rimarrà forse a lungo nel mondo delle aspirazioni e dei sogni, attesochè troppo ar

dua essa si presenti pur oggi, per la mancanza delle varie monografie preparatorie, che debbono sempre, in argomenti di tale ampiezza, precedere il lavoro che si suol dire definitivo, e che dev'essere come il suggello, la clausola felice d'una lunga serie di ricerche e di studi.

Bene aveva pensato l'illustre Prof. Renier, quando - or son più che venti anni prometteva quanto segue: « Della imitazione di Dante nel

« Dillamondo mi riserbo di parlare completamente «<e col sussidio della comparazione nel mio la« voro sulla imitazione di Dante nella poesia e << nell'arte dei sec. XIV e xv, che occuperà buona parte della mia vita... ».1

E non v' ha dubbio che all' egregio Critico non sarebbero mancate forze e conoscenze bastevoli all' impresa, per quanto difficile essa fosse, visto anche com' egli intendesse appunto prepararvisi, con criterio lodevolissimo, mediante una serie di lavori e di monografie speciali. Ma egli non tradusse poi in atto il suo bel divisamento, abbandonando agli studiosi il campo che s'era prescelto, per vincervi la più grande battaglia della sua vita di letterato.

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Parve quindi a noi che fosse da riprendere per adesso nei particolari il disegno tracciato dal Renier, cominciando appunto da uno studio dell'imitazione dantesca in quel Dittamondo, che fu uno dei più curiosi e notevoli esempi dell'onore e dell'ammirazione in che fu tenuto il Poeta divino nel trecento.

1

Liriche edite e inedite di Fazio degli Uberti; testo critico per cura di RODOLFO RENIER; Firenze, Sansoni, 1883; p. CCLIII, n. 1.

Anche c'indusse a questo lavoro la speranza di poter meglio preparare la via a quello studio delle fonti del Dittamondo, per il quale non mancano ormai i lavori di preparazione, e che sarebbe ora fosse ripreso seriamente, e condotto a buon fine. Ma per questo confidiamo in quella Scuola milanese, della quale era alunno il povero Nicolussi, che a tali ricerche s'era accinto con molto entusiasmo e ne aveva già dato saggi felici, quando una morte veramente crudele tolse a lui, giovanissimo, di compiere l'opera vagheggiata; a noi, di vedere infine degnamente trattato un argomento così importante.

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