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ricchezze mondane. Quello hai dato, sempre ôra per te; ma quello che ritieni, sempre sta ozioso, quanto che a' meriti: quello che dài, pasce i poveri di Cristo; ma quello che tieni pasce la carne e il peccato. Vedi dunque, quanto dèi essere più lieto di quello che dài, che di quello che ritieni. Ma questa grazia ti conviene chiedere a Cristo, ed alla Vergine Maria che la t'accatti dal suo Figliuolo; e però di' divotamente l'uficio suo, come hai cominciato; e priegoti che nulla cagione lo ti faccia lasciare. Iddio te ne dia grazia.

Lettera XI.

Come il mondo sta, tu tel vedi, e piaccia alla misericordia di Dio che non ne stia peggio; perocchè la superbia e la vanagloria regnano e sono signori del mondo, e menanlo come vogliono. Vedi, quante novità ha avute la nostra città. Gran fatica dura la Vergine Maria, per poterla dirizzare; non so, se i peccati molti la potranno impedire. So che tu ancora se' in gran travaglio per la confusione de' popoli; ma dirizza l'occhio tuo e la mente all' onore di Dio e bene del comune, e alla necessità dei poveri; e se tutto il popolo a questo ti fosse contro, non temere; perocchè arai Dio teco che è sopra tutti i popoli. E non andare caendo tuo stato, nè tuo bene propio: perocchè tu hai veduto che nè la milizia nè 'l senno ha potuto atare 6 coloro che vollono tanto, che non hanno nulla e sono fuori di casa loro. Adunque accòstati alla Giustizia di Dio e non a quella degli uomini. Séguita la parola di Dio e non quella degli uomini e non t'appoggiare tutto al mondo; perocchè tu vedi come cade; per la qual cosa conviene che caggia chi s'appoggia a lui: e sempre priega Iddio che ti faccia fare l'onore e la volontà sua. Che giova essere a tempo brieve signore di Firenze, e poi essere cacciato? Oh mondo cieco! Beato colui che ti conosce! E però fuggi le sue lusinghe: e fede non avere in

1 Quello che hai dato, óra prega, intercede sempre per te.
2 La l'accatti cioè: Te l'accatti; Pregando la ottenga per te.

dopo, Il ti faccia lasciare, per Te lo faccia ec.

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3 Tu. La lettera è scritta a Guido di messer Tommaso di Neri di Lippo

da Firenze.

4 Quante novità ec. Le mutazioni di Firenze a quel tempo.

5 Caendo per Cercando non si direbbe più.

tichi e moderni, per proprio.

6 Atare. Antiquato per Aiutare.

Propio; così molti, an

E sono fuori ce. Gli esuli o fuorusciti per cagione delle intestine Jiscordie.

8 A tempó brieve. Lo stesso che: Per breve tempo.

sua ruota, la quale vedi che ora su ora giù manda i suoi amadori; e non la può impedire senno, nè arte. Volgi dunque l' occhio tuo al vero paese, alla vera città, dove arai a stare in eterno. In quella edifica il palazzo tuo; e sempre ti ricordi,' in che modo l'edificò san Tommaso al re d'India. E perciò usa questo mondo, come se tu non lo usassi: amalo, come se tu non l'amassi: abita in esso, come se tu non l'abitassi. Sospira spesse volte per lo desiderio della città superna, dov'è il tuo tesoro, il tuo Signore, e' tuoi fratelli Angeli, Santi, e Padri tuoi Apostoli e Martiri e Confessori; i quali ci aspettano, e godono quando si riempiono quelle sedie vôte; perchè poi saranno i corpi loro più belli che 'l sole. E però sii sempre umile e fuggi la superbia del mondo. Iddio ti dia la grazia e facciati vero Cristiano; sicchè sempre si con Cristo, con tutti i tuoi. Amen.

Lettera XXV.

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Molto mi diletta di gridare, e dire: O povertà ricca e gioriosa, le cui ricchezze nascoste sono al cieco mondo! O donna dell'universo! Tu sposa di Cristo: tu creata fusti nel Paradi50, quando Adam ed Eva, creati tanto poveri, non ebbono uno solo pannicello con lo quale potessono ricoprire la vergogna dopo il peccato; ma tolsono foglie d' alberi: e fece Osservare loro perfetta povertà, quando a legge d'uccello3 volle che vivessono; il quale non semina, nè non miete e non ripone in granaio, secondo la evangelica povertà. O povertà, abbondanza di pace, fondamento di fede, notricamento di speranza e di caritade, madre d'umiltade! onde, mentre che tu accompagnasti David re, il conservasti santo; ma da poi che si partì da te, e fu messo tra molte ricchezze, commise l'omicidio con l'adulterio. Tu se' salute degl'infermi e pazienza de' perfetti: tu rompi la iracundia e raffreni ogni furore: tu se' olio di misericordia, acqua che lavi, fuoco che purghi: onde dice Iddio per lo Profeta: Io t'ho provato nella fornace della povertà. Tu dimostri Iddio, e offendi il diavolo: tu illumini come il sole, e fai l' anima bella: tu inviti gli Angeli in tuo aiuto; e di Dio fai tuo procuratore e ministro. Mento, se l' Apostolo non dice: Ogni cura gittate in Dio, imperocchè egli ha cura di voi. Tu cacci le te

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1 Ti ricordi. Imperativo; Ti sia nella memoria; ora: Ricordati.

2 E fece. Deg forse supplirsi il Creatore.

3 A legge d'uccello ec. In quel modo che vivono gli uccelli.
Gittate. Ponete, rivolgete; ma indica impeto di affetto.

AMBROSOLI. - I.

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nebre e santifichi l'uomo: e coloro che t'amano e onorano gli fai beati, e cámpigli1 nel dì della morte, ovvero dello eternal giudicio; onde dice il Salmo: Beato è colui che attende al povero e al bisognoso; imperocchè il Signore il liberrà nel dì reo e pericoloso. Tu se' purgatorio de' peccati: tu apri i sensi e l'anima dilati: tu fai gli uomini perfetti e dai desiderio del regno del cielo: contro ogni vizio se'spada che difendi; tu empi il Cielo, e rubi lo inferno: tu se' amata da' savi, e sei odiata dalli stolti del mondo.

SANTA CATERINA DA SIENA.

Lettere inspirate da sincero fervore religioso, e scritte con esemplare purità di lingua, vivezza di modi ed efficacia di stile, ci lasciò altresì Caterina da Siena; la quale nel viver breve di soli trentatrè anni (dal 1347 al 1380) mostrò tanto ingegno, tanta prudenza e tanta virtù, che fu mediatrice fra la repubblica fiorentina e il pontefice Gregorio XI; cooperò grandemente al ritorno dei papi in Roma, ed a far prevalere Urbano VI sull' antipapa Clemente; scrisse oltracciò opere ascetiche paragonabili dal lato della lingua con quelle dei migliori fiorentini; e dopo la stima e la riverenza dei contemporanei, meritò che il pontefice Pio II la collocasse tra i santi. Non sarebbe agevole trovare alcuna di queste lettere che trascritta intiera piacesse presentemente agli studiosi o corrispondesse in tutto al fine di questo libro; ma quasi da ognuna si potrebbero trarre alti e forti pensieri espressi con rara evidenza e con energia non meno efficace che originale. Eccone alcuni saggi:

Il tesoro della Chiesa è il sangue di Cristo dato in prezzo per l'anima; perocchè il tesoro del sangue non è pagato per la sustanzia temporale, ma per salute dell' umana generazione. Si che poniamo che siate tenuto di conquistare e conservare il tesoro e la signoria della città la quale la chiesa ha perduto, molto maggiormente sete tenuto di racquistare tante pecorelle che sono uno tesoro nella Chiesa, e troppo impoverisce quando ella le perde... Aprite, aprite bene l'occhio dell' intelletto con fame e desiderio

Campigli. Li campi, li salvi.

2 Liberrà; sincope di Libererà.

3 Rubi lo inferno. Dicesi rubar uno e rubar ad uno. Qui dunque vuot dire: Rubi all' inferno chi forse vi andrebbe se fosse ricco.

della salute dell'anime a ragguardare due mali, cioè il male della grandezza, signoria e sustanzia temporale, la quale vi par essere tenuto di racquistare, ed il male di veder perdere la grazia nell'anime e l'obbedienza la quale debbono avere alla Santità Vostra.

Da qualunque lato io mi volgo, vedo che ognuno porta le chiavi del libero arbitrio con la perversa volontà; e secolari e religiosi e chierici com superbia correre alle delizie, stati e ricchezze del mondo, con molta immondizia e miseria.... Oimè, caduti siamo nel bando della morte ed abbiamo fatto guerra con Dio. Mettete mano levare la puzza de'ministri della santa Chiesa, traetene i fiori puzzolenti, piantatevi i fiori odoriferi; uomini virtuosi che temano Dio. Poi vi prego che piaccia alla Santità vostra di condiscendere di far la pace e riceverla per qualunque modo ella si può avere.... Vuole Dio che voi attendiate all' anime ed alle cose spirituali.

Vi prego che volgiate l'occhio in punire li difetti delli pastori ed officiali della Chiesa, quando fanno quello che non si diè fare. Attendete a fare de' buoni che vivano virtuosamente e giustamente. Questo si debbe fare per l'onore di Dio e per lo dovere e salute loro; e poi, perchè i secolari vi mirano in questo molto alle mani.

Pregovi per l'amore di Cristo crocifisso, che più tosto che potete, voi n' andiate al luogo vostro dei gloriosi Pietro e Paolo e sempre dalla parte vostra cercate d'andare sicuramente, e Dio dalla parte sua vi provederà di tutte quelle cose che saranno necessarie a voi.

Poniamo che abbiate ricevute grandissime ingiurie, avendovi fatto vituperio e toltovi il vostro; nondimeno, padre, io vi prego che non ragguardiate alle loro malizie, ma alla vostra benignità, non lasciate però d'oprare la nostra salute. La salute loro sarà questa, che voi torniate a pace con loro, perocchè il figliuolo che è in guerra col padre, mentre che vi sta, egli il priva dell' eredità sua. Oimè, padre, pace per l'amore di Dio, acciocchè tanti figliuoli non perdano l'eredità di vita eterna; chè voi sapete che Dio ha posto nelle vostre mani il dare e il togliere questa eredità, secondo che piace alla benignità vostra. Voi tenete le chiavi, ed a cui voi aprite sì è aperto; ed a cui voi serrate, è serrato: così disse il dolce e buono Gesù a Pietro, il cui loco voi tenete. Adunque imparate dal vero padre e pastore; perocchè vedete che ora è il tempo. da dare la vita per le pecorelle che sono escite fuora del gregge. Convienvele ·

1 Die per Dec o deve. Idiotismo.

dunque cercare e racquistare con la pazienza; e con la guerra andare sopra gl' infedeli, rizzando il gonfalone dell' ardentissima e dolcissima croce: al qual rizzare non si convien più dormire, ma destarsi e rizzarlo virilmente.

Rizzatė, babbo, tosto il gonfalone della santissima croce, e vedrete i lupi diventare agnelli. Pace, pace, pace, acciocchè non abbia la guerra a prolungare1 questo dolce tempo: ma se volete far vendetta e giustizia, pigliatela sopra di me miserabile, e datemi ogni pena e tormento che piace a voi insino alla morte. Credo che per fa puzza delle mie iniquità sieno venuti molti difetti e molti inconvenienti e discordie: dunque sopra me, misera vostra figliuola, prendete ogni vendetta che volete. Ohimè, padre, io muoio di dolore e non posso morire. Venite, venite, e non fate più resistenza alla volontà di Dio che vi chiama; e l'affamate pecorelle v'aspettano, che veniate a tenere e possedere il luogo del vostro antecessore e campione apostolo Pietro: perocchè voi, come vicario di Cristo, dovete riposarvi nel luogo vostro proprio. Venite dunque, venite, e non più indugiate; e confortatevi, e non temete di alcuna cosa che avvenire potesse, perocchè Dio sarà con voi.

Pregovi da parte di Cristo crocifisso, che piaccia alla san-. tità vostra di spacciarvi tosto. Usate un santo inganno, cioè parendo di prolungarne più dì, e farlo poi subito e tosto; chè quanto più presto, meno starete in queste angustie e travagli. Anco mi pare che essi v' insegnino, dandovi l'esempio delle fiere, che quando campano dal lacciuolo, non vi ritornano più. Per infino a qui siete campato dal lacciuolo de' consigli loro, nel quale una volta vi fecero cadere quando tardaste la venuta vostra; il quale lacciuolo fece tendere il demonio perchè ne seguitasse il danno e 'l male che ne seguitò: voi come savio, spirato dallo Spirito Santo, non vi cadrete più. Andianci tosto, babbo mio dolce, senza verun timore; se Dio è con voi, veruno sarà contro voi. Dio è quello che vi move, sicchè egli è con voi; andate tosto alla sposa vostra, che vi aspetta tutta impallidita, perchè le poniate il colore.

Sia in voi un ardore di carità per sì fatto modo, che non vi lasci udir le voci dei demoni incarnati, e non vi faccia temere il consiglio de' perversi consiglieri fondati in amore proprio, che intendo vi vogliono metter paura per impedire l'avvenimento vostro dicendo: Voi sarete morto. E io vi dico da

Prolungare. Ritardare.

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