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Se lasusso è, quant' esser de', gradita,
Terrà del Ciel la più beata parte.

S'ella riman fra 'l terzo lume e Marte,
Fia la vista del Sole scolorita;

Poi ch' a mirar sua bellezza infinita
L'anime degne intorno a lei fien sparte.

Se si posasse sotto 'l quarto nido,
Ciascuna delle tre saria men bella,

Ed essa sola avria la fama e 'l grido. ·

Nel quinto giro non abitrebb' ella:
Ma se vola più alto, assai mi fido

Che con Giove sia vinta ogni altra stella.

SONETTO XIX. (25).

Non attende pace, nè disinganno del suo amore, se non che dalla morte.

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Quanto più m' avvicino al giorno estremo,
Che l'umana miseria suol far breve,
Più veggio 'l tempo andar veloce e leve,
E'l mio di lui sperar fallace e scemo.

I' dico a' miei pensier: Non molto andremo
D'amor parlando omai; chè l' duro e greve
Terreno incarco come fresca neve

Si va struggendo: onde noi pace avremo:
Perchè con lui cadrà quella speranza
Past Che ne fe' vaneggiar si lungamente;
E'l riso e 'l pianto e la paura e l'ira.

3. DE': deve. 5. FRA 'L TERZO: fra il cielo di Venere e quello di Marte, dunque nel cielo del Sole. -6. SCOLORITA: scemata di colore; cfr. Dante, Parad. X, 40 e segg. 64 e seg. 9. SOTTO 'L QUARTO: sotto il cielo del Sole. 10. TRE: stelle, Venere, Mercurio e Luna. 11. LA FAMA E IL GRIDO: di bellezza. 12. NEL QUINTO: nel cielo di Marte. abiterebbe, sincope disusata. 14. SIA: lez. comune; Cod. Bol., Ges., Carb., ecc.: FIA.

1

-

ABITREBBE:

Son. XIX. 2. L' UMANA MISERIA: quarto caso. Il giorno estremo pon fine all' umana miseria. „O di', che questa nostra vita, chiamata miseria, comunque lunga, nel giorno della morte par sempre breve, perchè niuno vorrebbe morire." Tass. - 4. E'L MIO: e il mio sperare del tempo essere ingannevole e privo di effetto. - 6. IL DURO E GREVE: il corpo. -7. FRESCA NEVE: come neve testè caduta, che più tosto si squaglia di quella che il freddo indura. Biag. 9. CON LUI: col duro e greve terreno incarco = col corpo. — SPERANZA: di conseguire l' amore di Laura. 10. NE FE':

ci fece.

Si vedrem chiaro poi come sovente
Per le cose dubbiose altri s' avanza;
E come spesso indarno si sospira.

SONETTO XX. (26.)

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Laura inferma gli apparisce in sogno, e lo assicura ch' ella ancor vive. Già fiammeggiava l'amorosa stella

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Per l'Oriente, e l'altra, che Giunone
Suol far gelosa, nel Settentrione
Rotava i raggi suoi lucente e bella;

Levata era a filar la vecchierella,
Discinta e scalza, e desto avea 'l carbone
E gli amanti pungea quella stagione
Che per usanza a lagrimar gli appella:
Quando mia speme già condotta al verde
Giunse nel cor, non per l' usata via,
Che 'l sonno tenea chiusa, e 'l dolor molle;
Quanto cangiata, oimè, da quel di pria!
E parea dir: Perchè tuo valor perde?
Veder questi occhi ancor non ti si tolle.

SONETTO XXI. (27.)

Raffigura la sua Donna ad un lauro, e prega Apollo a difenderlo dalle tempeste.

Apollo, s' ancor vive il bel desio

Che t' infiammava alle Tessaliche onde;

12. si: così. CHIARO: cfr. I ad Cor. XIII, 12. 13. ALTRI S' AVANZA: l'uomo si affatica, si affretta, nell' incertezza delle cose mondane,,che nulla promission rendono intera." Dante, Purg. XXX, 132. Carb. intende: Vedremo dopo morte, che spesso i pericoli e le ansie della vita profittano, e che spesso si sospira e si cerca ciò che è vanità o nostro danno.“ Son. XX. 1. STELLA: Venere. 2. L'ALTRA: stella; Calisto, poi trasmutata nell' Orsa maggiore; cfr. Ovid. Metam. II, 401-530. — 5. ERA: erasi; cfr. Virg. Aen. VIII, 408 e segg. 7. STAGIONE: ora. Vuol dire in breve che spuntava l' alba. 8. A LAGRIMAR: costringendoli a separarsi dalle loro amanti; cfr. P. 1. Son. CXCVII, 1 e seg. 9. MIA SPEME: Laura. AL VERDE: agli estremi di vita per la malattia. 10. GIUNSE: mi si appresentò nell' animo m' apparve in visione. - PER L' USATA VIA: per gli occhi. 11. CHE: quarto caso; si riferisce a via, cioè agli occhi, chiusi e molli dal pianto. 12. CANGIATA: per la malattia; cfr. Virg. Aen. II, 274. 13. PERDE: perdi (Vell., Ges., Tass. ecc.). Altri: si perde, soccombe (Pag., Leop., Boz. ecc.). 14. TOLLE: toglie, nega; non sono ancor morta.

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Son. XXI. 1. IL BEL DESIO: l'amore di Dafne. 2. ALLE-ONDE: presso Admeto, dove Apollo s' innamorò di Dafne; cfr. Ovid. Metam. 1, 452 e segg.

E se non hai l' amate chiome bionde,
Volgendo gli anni, già poste in obblio;
Dal pigro gelo e dal tempo aspro e rio,
Che dura quanto 'l tuo viso s'asconde,
Difendi or l' onorata e sacra fronde,
Ove tu prima, e poi fu' invescat' io;
E per virtù dell' amorosa speme

Che ti sostenne nella vita acerba,
Di queste impression l'aere disgombra.
Si vedrem poi per maraviglia insieme
Seder la Donna nostra sopra l' erba,

E far delle sue braccia a sè stessa ombra.

SONETTO XXII. (28.)

Vive solitario, e si allontana da tutti, ma ha sempre Amore in sua compagnia.

Solo e pensoso i più deserti campi
Vo misurando a passi tardi e lenti;
E gli occhi porto per fuggir intenti
Dove vestigio uman l' arena stampi.
Altro schermo non trovo che mi scampi
Dal manifesto accorger delle genti:
Perchè negli atti d' allegrezza spenti
Di fuor si legge com' io dentro avvampi:
Sì ch' io mi credo omai che monti e piagge
E fiumi e selve sappian di che tempre
Sia la mia vita, ch'è celata altrui.

11. IMPRESSION: im

3. CHIOMR: di Dafne, trasformate nei rami e nelle foglie del lauro; cfr. Ovid. 1. c. 550. - 5. PIGRO: perchè fa pigro altrui (?). Ges. Meglio forse: perchè arresta la vegetazione. 6. VISO: del Sole. 7. FRONDE: il lauro, che significa a un medesimo tempo Dafne amata da Apollo, e Laura amata dal Poeta. Leop. 10. VITA: di pastore. pressione è chiamata quella criazione di vapori nell' aere, onde ne nascono tuoni, lampi, grandine e simili. Cast. 12. INSIEME: tu ed io. - 13. LA DONNA: che a te è Dafne, a me Laura, ambedue raffigurate nel Lauro. 14. BRACCIA: dei rami del lauro.

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Son. XXII. 2. MISURANDO: andando con passi tardi e lendi pareva che misurando andasse. Ges. 4. DOVE: tengo gli occhi intenti per fuggire ogni luogo segnato da piede umano. Leop. - L'ARENA: Così col Mars. le ediz. moderne; il Vol. legge colle ediz. antiche LA RENA. Forse meglio; cfr. Dante, Inf. III, 30. XXIV, 85. Nei codd. sta LARENA. 5. ALTRO SCHERMO: che di cercare la solitudine. - 7. SPENTI: nudi, privi. 10. TEMPRE: genere.,,Traslazione tolta dal ferro, che si tempra o in duro o in molle." Cast.

Ma pur sì aspre vie nè sì selvagge

Cercar non so, ch' Amor non venga sempre
Ragionando con meco, ed io con lui.

SONETTO XXIII. (29.)

Conosce che la morte nol può trarre d' affanno, e nondimeno, stanco, la invita.

S' io credessi per morte essere scarco
Del pensiero amoroso che m' atterra,
Con le mie mani avrei già posto in terra
Queste membra noiose e quello incarco.
Ma perch' io temo che sarebbe un varco
Di pianto in pianto e d' una in altra guerra,
Di qua dal passo ancor che mi si serra,
Mezzo rimango, lasso, e mezzo il varco.
Tempo ben fora omai d' avere spinto
L'ultimo stral la dispietata corda
Nell' altrui sangue già bagnato e tinto:
Ed io ne prego Amore, e quella sorda,
Che mi lassò de' suoi color dipinto,
E di chiamarmi a sè non le ricorda.

CANZONE III. (8.)

Mesto per esser lontano da Laura, arde di sommo desiderio di rivederla.

I. Sì è debile il filo a cui s'attène

La gravosa mia vita,

Che, s' altri non l' aita,

Ella fia tosto di suo corso a riva:

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Son. XXIII. 1. SCARCO: liberato. 3. POSTO IN TERRA: proiecere animas; Virg. Aen. VI, 436. 4. INCARCO: del pensier amoroso. 6. DI PIANTO: dal pianto temporale all' eterno. O vuol forse dire, che la pena amorosa lo accompagnerebbe anche nell' altro mondo; cfr. Dante Inf. V. Tasso, Gerus. XX, 126. — 7. PASSO: di morte. — 9. TEMPO BEN FORA: sarebbe ben tempo. 10. L'ULTIMO STRAL: la freccia mortale. 11. ALTRUI: di 12. NE PREGO: che egli scocchi in me l' ultimo 13. COLOR: pallido e bianco.

tanti altri infelici amanti.

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strale. QUELLA: la morte.

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Canz. III. Che il Poeta si trovasse in questa Canzone da Madonna Laura lontano, di sciocco sarebbe il dubitarne. Ma ove, e quando, non è egli sì chiaro che ferma certezza se n' abbia. Ges. — 1. È DEBILE: Dante, nella Canz. Morte, poi ch' io non trovo a cui mi doglia, st. 5. v. 1. 2: Canzon, tu vedi ben com'è sottile

Quel filo a cui s' attien la mia speranza.

S' ATTÈNE: s' attiene.

Però che dopo l'empia dipartita
Che dal dolce mio bene

Feci, sol una spene

È stato infin a qui cagion ch' io viva,
Dicendo: Perchè priva

Sia dell' amata vista,

Mantienti, anima trista:

Che sai s' a miglior tempo anco ritorni
Ed a più lieti giorni?

O se 'I perduto ben mai si racquista ?

Questa speranza mi sostenne un tempo:

5

10

15

Or vien mancando, e troppo in lei m' attempo.

II. Il tempo passa, e l'ore son sì pronte
A fornir il viaggio,

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Ch'assai spazio non aggio

Pur a pensar com' io corro alla morte.
Appena spunta in Orïente un raggio

Di Sol, ch' all' altro monte

Dell' avverso orizzonte

Giunto 'l vedrai per vie lunghe e distorte.
Le vite son sì corte,

Sì gravi i corpi e frali

Degli uomini mortali,

Che quand' io mi ritrovo dal bel viso
Cotanto esser diviso,

Col desio non possendo mover l'ali,
Poco m' avanza del conforto usato,

Nè so quant' io mi viva in questo stato.
III. Ogni loco m' attrista, ov' io non veggio
Que begli occhi soavi

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5. EMPIA: crudele. -6. BENE: Laura.

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7. SPENE: speranza di rivederla. 8. STATO: così tutti; Murat. A.: STATA.,,Usa la terminazione maschile, perchè la idea è di ente astratto e di niun sesso, come insegnano i grammatici." Boz. 9. DICENDO: attribuisce il dire alla spene del v. 7. PERCHÈ: benchè. 10. SIA: tu sii. 11. TRISTA: addolorata. 12. CHE SAI: chi sa. ,, Che sai se con l' indicativo vale tanto, quanto Che sai che non col Soggiuntivo." Cast. 16. M' ATTEMPO: aspetto, inoltrandomi

nell' età.

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II. La presente stanza altro in sentenza non contiene, se non che il Poeta, considerando quanto il tempo velocemente passa, e trovandosi tanto da Laura esser lontano, si dubita di non poter tanto vivere che la possa tornar a vedere. Vell. 19. AGGIO: ho; non ho tempo che basti. — 20. PUR: solamente.,,Qui non intende che avesse l'animo al pensamento della morte; ma dice che giunge alla morte, senza potersi pure accorgere col pensiero, che è velocissimo, del corso del tempo, non che se n' avvegga con niuno sentimento dei dì, fuor che sono più tardi nelle loro operazioni." Cast. 23. DELL' AVVERSO: d'occidente. 24. PER VIE: per le lunghe ed oblique vie dello Zodiaco. 30. POSSENDO: non potendo io volare, come fa il mio desiderio. Cfr. Dante, Purg. XI, 38. 39. — 31. CONFORTO speranza; cfr. v. 11 e seg. 32. STATO: privo di conforto.

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