Poeta del Trecento, con un breve commento nel quale si trovi ristretto in poco il frutto di vaste fatiche degli antichi e moderni interpreti. Presentiamo adunque al pubblico l'umile e modesto lavoro col profondo sentimento di essere rimasti assai addietro da quella perfezione, per conseguire la quale non risparmiammo lunghe fatiche e pazienti studi, ma che non ci fu dato di conseguire. SOGLIO, nell' aprile del 1883. DR. SCARTAZZINI. SPIEGAZIONE DEI NOMI ABBREVIATI. Alb. Alun. Biag. Borg. Boz. Carb. Card. Carr. Cast. Dan. Ges. Gian. = ALBERTINI, CARLO: Le rime del Petrarca con note letterali e critiche ecc. 2 vol. Firenze, Ciardetti, 1832. ALUNNO, FRANCESCO: Le osservazioni sopra il Petrarca nuovamente ristampate ecc. Venezia, Gherardo, 1550. BIAGIOLI, GIOSAFATTE: Rime di F. Petrarca col comento. 2 vol. Parigi, Dondey-Dupré, 1821. = Borghi, G.: Rime di Messer Francesco Petrarca con brevissime illustrazioni di G. B. Firenze, Passigli, 1829. Bozzo, GIUS.: Le Rime di Francesco Petrarca col comento. 2 vol. Palermo, Amenta, 1870. = CARBONE, DOMENICO: Rime di Fr. Petrarca con l'interpretazione di Giacomo Leopardi e con note inedite di Fr. Ambrosoli. Firenze, Barbèra, 1876. CARDUCCI, GIOSUE: Rime di Fr. Petrarca sopra argomenti morali e diversi. Livorno, Vigo, 1876. = CARRER, LUIGI: Rime di Fr. Petrarca, col comento del Tassoni, del Muratori e di altri. 2 vol. Padova, Minerva, 1826. CASTELVETRO, LODOVICO: Lc Rime del Petrarca brevemente esposte. 2 vol. Venezia, Zatta, 1756. = Leop. = DANIELLO, BERNARDINO: Sonetti, Canzoni, e Triomphi di Messer Fr. Petrarca con la spositione. Venezia, Nicolini da Sabio, 1541. GESUALDO, G. A. Il Petrarcha colla spositione di Misser Giovanni Andrea Gesualdo. Venezia, Nicolini e da Sabbio, 1533. GIANNINI, CRESCENTINO: I Trionfi di Messer Fr. Petrarca riscontrati con alcuni codici e stampe del secolo XV. Ferrara, Bresciani, 1874. LEOPARDI, GIACOMO: Rime di Francesco Petrarca colla interpretazione. Milano, Stella, 1826. MARSAND, ANTONIO: Le Rime del Petrarca. 2 vol. Padova, Tipogr. del Seminario, 1819-20. Murat. MURATORI: Le Rime di Fr. Petrarca. Muz. = Pagel. Psq. Tass. Vell. Wagn. Riscontrate coi Testi a penna della Libreria Estense ecc. MUZIO, IERONIMO: Le Battaglie con le Note sopra il Petrarca. Venezia, Dusinelli, 1582. PAGELLO, SEBASTIANO: Il Petrarca con note date la prima volta in luce ad utilità de' Giovani, che amano la Poesia. Feltre, Foglietta, 1753. PASQUALIGO, CRISTOFORO: I Trionfi di Fr. Petrarca corretti nel testo e riordinati ecc. Venezia, Tipogr. Grimaldo e C., 1874. = TASSONI, ALLESSANDRO: Considerazioni sopra le Rime del Petrarca ecc. Modena, Cassiani, 1609. VELLUTELLO, ALESSANDRO: Le volgari opere del Petrarcha con la espositione ecc. Venezia, Da Sabbio 1525, e Venezia, Giolito, 1545. WAGNER, ADOLFO: Il Parnasso italiano ecc. Lipsia, Fleischer K. IV. Membr. id. in fol. Sec. XIV. in 8.0 dell' anno 1403. Della Università di Bologna: Y, Codice cartaceo in 8.0 piccolo. Sec. XV. Della Bertoliana di Vicenza: Bb, Cartaceo Sec. XIV. (Segnato H. 3. 8. 10.) Della Biblioteca Gianfilippi di Verona: Gf, Cod. cartaceo incompleto. EM, Codici Estensi riscontrati dal Muratori. LS, Codici Laurenziani e Strozziani riscontr. dal Bandini per la sua ediz. 1748. PARTE PRIMA. SONETTI E CANZONI IN VITA DI MADONNA LAURA. SONETTO I. (1.) Chiede compassione del suo stato, e confessa pentito la vanità Voi ch' ascoltate in rime sparse il suono Quand' era in parte altr' uom da quel ch' i' sono; Del vario stile in ch' io piango e ragiono E del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto, 1 Son. I. 1. VOI: quinto caso. SPARSE: disperse, non ancora raccolte. Altri, Vell., Ges., Cast. ecc.: pubblicate e mandate in diverse parti d'Italia a coloro che n' erano vaghi; Mur., Boz.: non continuate, a differenza del Poema di Dante, che è continuato; Leop.: in vari e brevi componimenti poetici (?). SUONO: espressione. 3. GIOVENILE: s' innamorò di Laura nell' età di anni ventuno, e anni ventuno lo tenne Amore ne' suoi lacci. 4. IN PARTE: diverso di età e di costumi. CH' I' SONO: Ald. ha: CH' OR SONO, e cosi nel commento Ges. ed altri. 5. VARIO: ora di pianto, ora di ragionamento; ora di speranza, ed or di dolore. Car.: Ora giocondo ed ora tristo. Boz.: Ora in istile sublime, ora in medio. PIANGO: cfr. Dante, Inf. V, 126; XXXIII, 9. 7. PROVA: esperienza; come Dante, Inf. XXVIII, 114. — INTENDA: conosca. - 8. NON CHE: non solo. 10. FAVOLA: vale qui non solo materia di ciarlería e di scherno, ma anche di ammirazione e di lode, poichè trattò di cosa che piace al mondo, v. 14. — 11. DI ME: Cast. Questo verso, continente pentimento vergognoso, e per conseguente piangevole, è tessuto di sillabe convenevolissime significative del pianto me, me, mo, me, mi. 13. PENTIRSI: Mur. A.: PENTERSI. PETRARCA. 1 SONETTO II. (2.) Forte contro tante insidie di Amore, non potè difendersi da quest' ultima. y Per far una leggiadra sua vendetta, Come uom ch' a nocer luogo e tempo aspetta. at Era la mia virtute al cor ristretta, Per far ivi dagli occhi sue difese: Quando 'I colpo mortal laggiù discese, Però turbata nel primiero assalto podium Ovvero al poggio faticoso ed alto sagement Ritrarmi accortamente dallo strazio, render SONETTO III. (3.) Giudica Amor vile, che lo ferì in un giorno da non doverne sospettare. Era 'l giorno ch' al Sol si scoloraro Per la pietà del suo Fattore i rai, Son. II. 1. LEGGIADRA: acconcia e dicevole a lui; elegante; Ges. Aggradevole; Cast. Fatta da beffa a beffa, da inganno ecc. Tas. Amara ironia; Biag. Gentile, ben divisata, ben disposta; Wagn. Per riguardo al che fu Laura; Boz. mezzo, 2. OFFESE: di resistenza e di sprezzo. 5. RISTRETTA: concentrata. 6. DAGLI OCCHI: vuol dire che in quel giorno non si riparava, come era usato, colla severa custodia degli occhi dalla tentazione di Amore; ma, benchè non tenesse così stretto il freno a' suoi occhi, teneva la sua virtù ristretta al cuore, per far ivi le sue difese dagli occhi, caso che questi fossero solleticati dal fascino di qualche oggetto pericoloso. La lezione DAGLI OCCHI si fonda sull' autorità di un codice della Bibl. Capitolare di Verona. La comune: E NEGLI OCCHI, lezione che sta in contraddizione aperta con ciò che il Poeta dice qui e nei versi 9 e 10 del Son. seguente. Cfr. SORIO, Correz. al testo del Canz. Verona 1845, pag. 27-37. 7. LAGGIÙ: nel profondo del cuore. 8. SPUNTARSI: perdere la punta. 9. PERÒ: avendo Amore vibrato il suo colpo celatamente. 10. SPAZIO: tempo. 12. POGGIO: della ragione. 13. RITRARMI: qui verbo attivo, dipendente da potesse nel v. 11. - 14. AITARME: aiutarmi. Son. III. 1. GIORNO: Venerdì Santo (1327); cfr. Matt. XXVII, 45. Marc. XV, 33. Luc. XXIII, 44. 45. Cfr. Dante, Parad. XXIX, 97 e segg. nt. Secondo un' antica opinione il Petrarca fissava la morte di Cristo nel giorno 6 di aprile; cfr. PASQUINI, La Principale Allegoria della Dio. Com. Mil. 1875, pag. 265 e seg. Vedi pure più sotto P. 1. Son. CLVII, v. 12-14. 3. NON ME NE GUARDAI: non pensando che Amore dovesse ferirlo in tal giorno di lutto universale. |