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LETTERA I.

AL CAV. SALVATORE CUSA

PROFESSORE DI PALEOGRAFIA

INTORNO

AD UNA PATERA ARABA

Pregevoli, anzi a mio credere preziosi, e degni di far parte di qualunque più scelta collezione d'arabe anticaglie sono i due monumenti che dal signor Giuseppe Camarrone si posseggono, e che in ottimo stato si conservano.

A lungo ho scritto del primo, ch'è uno stupendo interessantissimo e singolare astrolabio arabo-siculo del secolo nono (1), che anco all'erudito Michele Amari, non facile lodatore delle cose mie, parve bello (2). È il secondo una patera, e di quest'ultima imprendo ora a ragionare.

Io credo che questa patera sia per lo appunto quella che possedevasi dal museo Borgia in Velletri. Certo è che il museo Borgia fu suddiviso in gran parte tra il museo di Propaganda di Roma, e il museo di Napoli; ed in nessuno dei due ritrovansi l'astrolabio e la patera di cui è parola. Di essi fecero memoria l'Assemani, e l'Adler, il primo dei quali (3) avvertì soltanto l'esistenza di questa patera, e l'altro (4)

(1) v. Opere, vol. iv, pag. 110.

(2) Storia dei Musulmani di Sicilia, tom. 1, nella Introduzione pag. xxvi.
(3) Globus coelestis cufico-arabicus Veliterni musei Borgiani etc., pag. bij.
(4) Museum cuficum borgianum Velitris, p. p., pag. 102, e pag. 26 nota 47.

annunziolla come singolare, e la disse unica, e quindi preziosa; ma non la descrisse, non la tradusse, nè presentonne disegno; sicchè rimase inedita, non dichiarata, nè altrimenti illustrata.

E ben meritando di essere conosciuta, io mi accingo a farne un cenno, annunziando averne veduta dello stesso genere un'altra in settembre 1851, ma alquanto più piccola e appena diversa in figura, che mi fu presentata dal cavaliere Giuseppe Gioeni.

E dubito ancora che fosse pur questa l'altra patera astrologica più piccola del museo di Borgia; dapoichè di due patere fa menzione l'Adler (1) una minor et recentior allera major et antiquior, come per lo appunto le ho trovate.

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La patera è concava, ed è della forma di un segmento sferico; il diametro della cui superficie piana è precisamente della stessa grandezza della tavola, della composizione solita di bronzo, comune a tutti i vasi arabi; ma d'una spessezza maggiore. L'interno di essa è nel seguente modo conformato. Nel fondo vi ha una pianta topografica bislunga rappresentante la famosa Kaaba (2), tempio il più interessante sotto il rapporto dell'antichità sua e della sua celebrità, che esiste nella Mekka, piccola città dell'Oriente, situata al fondo di una sterile valle ove spiegasi a ferro di cavallo parallelamente alle catene di montagne, che secondo la espression poetica degli Arabi sembrano circondarla di un velo per toglierla al guardo impuro dei miscredenti (3). Ad essa è obbligato condursi per dovere religioso al

(1) Loc. cit., Lectori, pag. 26, nota 47.

(2) Koob significa in arabico ciò che xßos vuol dire in greco. La radice è Kaab quadratum cubicum fecit, donde il Kaabah della Mecca: Il luogo quadrato.

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