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SERMONI

A LETTORI

EDITORE PATAVINO

Non credo tar cosa dispiacevole agli amatori della italiana poesia ripubblicando uniti insieme i Sermoni del conte Guasparri Gozzi, i quali in questa e in quell'epoca sua sparsi e separati giravano. Egli, come in ogni altra cosa che agli studj dell' eloquenza appartenga, in simil genere di comporre impareggiabil riesce, e per mio giudizio si lascia addietro qualunque o degli antichi o dei moderni (che pochi sono) ha fatto sperimento d'ire per questa via. Gabriello Chiabrera, gentilissimo spirito e ad ogni sorta di bellissima imitazione disposto, nel gusto d' Orazio scrisse il primo sermone non senza lode. Ma quanto inferiore si trovi e freddo e insipido in paragone di questi, lo giudichi chi ne vuol fare confronto. Quel candore, quella grazia, quella urbanità che nell' Autore latino rapisce l'anima di chi legge, par che ad un parto nata sia nell' Autore volgare; e se togli la lingua, che non è la medesima, confessi che le ossa del componimento e le idee, di cui va vestito, sono del medesimo artefice lavoro e fatica. Si consolino molti, che contra l'inu

tilità declamano dell' arte poetica, paren do loro che quel piacere ch' essa produce, sia picciol vantaggio per l'uman genere che vorrieno beneficare; mentre i soli fondamenti dell'ottima morale che que sti versi rinserrano e il viso arcigno che fanno al vizio, grande giovamento sono per arrecare alle genti che ne hanno bisogno. Mi resterebbe da osservar due cose, s'io volessi discorrere a lungo, e questo ne sarebbe per avventura il luouna, che il vero modello della satira, che alcuni si lagnano noi non avere perfetta, sia da cavarsi da questa maniera di scrivere; l'altra, che il verso sciolto in mano di chi sa adoperarlo, cioè a dire di chi ha ingegno capace di ben trat

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tare

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un argomento e persuadere chi ascolta, possa al pari delle rime allettare e piacere.

I.

AL SIGNOR N. N.

Ritratto in versi degli innamorati moderni.

Pensoso

ensoso in vista, come soglio, e dentro Senza pensier, n'andava non ier l'altro Per la via delle merci. A passo a passo, Dotto moderno, i' rivolgeva il guardo Spesso a' librai, di qua, di là leggendo Frontispizj di libri, e or questo, or quello Comprando in fantasia. Come saelta Che fere e passa, sento darmi d'urto Nell' omero sinistro, e passar oltre. Veggo... ma chi? dirò femmina o maschio? = Dical chi legge. Un personcino veggio In su la gamba, in mantellin di seta Terso come cristallo: il capolino Non ha torto un capel, chè man maestra A compasso ed a squadra la divina Pilosa cresta ha con tal arte acconcia, Che infiniti capei sembran d'un pezzo. Sotto al mantello che svolazza, a sorte Scopro un gheron del suo vestito. Oh frine, Quando mettesti al corpicino intorno Colori a un tempo si diversi e vivi? Vuoi saper come va? passini industri E frettolosi, corpo intero, a vite H collo; duro si rivolge, e guata Con la coda dell'occhio, ed una striscia

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